Letta: "Chi ha portato fuori i soldi,
sappia che gli conviene riportarli"
Affondo del premier contro l'evasione fiscale: "La situazione non è più come cinque o dieci anni fa". Impegno del governo: tutte le risorse recuperate verrano impiegate per abbassare il carico delle imposte. Saccomanni: "In arrivo un libro bianco", Svizzera pronta a collaborare.
MILANO - Un affondo diretto e preciso contro gli evasori fiscali. Così il presidente del Consiglio, Enrico Letta, ha sferzato su un tema molto caldo per un Paese che ha disperato bisogno di recuperare risorse. Intervenendo all'Agenzia delle Entrate, Letta si è rivolto chiaramente a chi ha deciso di trasferire denaro fuori dal Belpaese: "Chi ha portato i soldi fuori dall'Italia deve sapere che non è come 5-10 anni fa, sappiano che conviene riportare i soldi e pagare quello che si deve perché la situazione internazionale non consente più le coperture di prima" (chi sa se si riferisce a qualche altolocato socio nelle larghe intese). In sostanza, non si è più disponibili a sostenere la copertura dei capitali depositati all'estero (penso che considerata la coalizione non si riferisce ai soldi dell'evasione del signor Berlusconi).
Parlando ai dipendenti delle Entrate, il premier ha ricordato le pecche della gestione dell'evasione fiscale in Italia: "Fin dall'inizio il nostro Paese - sul tema del lassismo nei confronti di evasione e elusione - non ha purtroppo parlato una lingua che fosse effettivamente efficace; soltanto da non molto tempo si è cominciato a operare con il senso dell'urgenza e dell'impossibilità di perdere tempo", ha detto. Da parte del numero uno dell'esecutivo è arrivata una indicazione programmatica precisa: "Il nostro impegno sarà di utilizzare tutte le risorse recuperate dall'evasione per abbassare la pressione fiscale", che d'altra parte è molto alta proprio perché nel nostro Paese "non tutti pagano le tasse".
Uno dei risvolti diretti dell'evasione, ha inoltre sottolineato Letta dopo aver ringraziato i dipendenti, è la "perdita di competitività dell'Italia". I passaggi più prettamente politici del suo discorso sono andati alla sottolineatura dell'importanza della fiducia incassata oggi e all'esprimere "determinazione" nel voler portare a termine nei tempi previsti il pagamento dei debiti della Pa. Dal premier, che ha promesso una "lotta senza quartiere anche nei paradisi fiscali" è arrivato un altro affondo contro "la faciloneria con la quale si usano le risorse pubbliche, senza verificare il rapporto tra queste risorse e gli usi".
Un appunto condiviso dal direttore dell'Agenzia, Attilio Befera, che ha aperto l'incontro ricordando: "Il peggiore avversario di chi ogni giorno conduce la lotta all'evasione fiscale non sono gli evasori ma chi dilapida il denaro pubblico" ( forse si riferiva al governo?). Fabrizio Saccomanni, ministro dell'Economia, ha invece anticipato che il suo dicastero, in collaborazione con l'Agenzia e la Guardia di Finanza, pubblicherà un libro bianco sulla lotta all'evasione fiscale. "Abbiamo predisposto un libro bianco che - ha detto Saccomanni - cercherà di spiegare cosa è la lotta all'evasione fiscale e perché si fa. Spero nelle prossime settimane, se non dopo le vacanze, di poter rendere pubblico questo documento anche come testimonianza del lavoro che voi fate e per cui esprimo massimo ringraziamento". Oltre a questo, il ministro ha annunciato che "anche la Svizzera è oggi pronta a cooperare" alla lotta all'evasione in un momento in cui è "crescente il consenso internazionale alla lotta all'evasione, all'elusione e all'erosione fiscale", come emerso anche dal recente G20.
Befera ha poi ripercorso le recenti vicissitudini di Equitalia, spiegando che il miglioramento dell'attività di riscossione "è stato una delle cause dell'avversione, talvolta violenta, alla struttura". Il direttore delle Entrate ha reso noto che da quando la riscossione dei ruoli è stata ricondotta in ambito pubblico gli incassi sono cresciuti da 3,8 miliardi nel 2005 a 7,5 nel 2012.
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