Il populismo "liquido" di Marine Le Pen oltre l'estrema destra e sempre più vicina a Grillo.
di Antonio Di Bella
E'raggiante Marine Le Pen.
La incontro a due passi dagli Champs Elysee pochi minuti dopo aver appreso la vittoria del suo candidato nelle elezioni cantonali di Brignoles(var) nel sud est della Francia. Piccolo test certo (diecimila voti), ma significativo perché i socialisti, esclusi dopo il primo turno, avevano dato indicazioni ai propri elettori di votare il candidato Ump per creare il cosiddetto argine del "fronte Repubblicano"contrapposto alla destra del Fronte Nazionale.
Operazione fallita: il Fronte vince in una città governata fino a ieri da un sindaco comunista. Le divisioni fra comunisti verdi e socialisti sono qualcosa che ricordano molto l'Italia e non sono le uniche.
Mentre la intervisto, noto che Marine Le Pen usa alcune espressioni identiche a quelle di Beppe Grillo. Testualmente:" vogliono criminalizzare le idee del fronte nazionale perché vanno contro il pensiero unico, contro la casta e i suoi interessi" .
Sull'immigrazione Marine Le Pen sembra più vicina a Grillo e Casaleggio che ai parlamentari che hanno votato per abolire la legge Bossi Fini: "Dobbiamo evitare drammi come questo. Mettere in campo una forza navale per mettere in sicurezza gli emigrati. Ma non per portarli in Europa. Perché sarebbe un messaggio sbagliato. Dobbiamo invece riportarli nei paesi che hanno lasciato."
E poi c'è l'accomunare i due partiti "nemici" Ump e Ps. Marine Le Pen conia la sigla dispregiativa Umps che mi fa venire in mente il grilliano "Pd meno L". Sono ovviamente impressioni a caldo in una fredda serata parigina. Qualche analogia fra termini Lepenisti e Grillini non può certo significare un parallelismo politico fra due formazioni molto diverse fra loro per storia e composizione.
Certo è però che il lepenismo sta cambiando pelle, o cercando di cambiarla. Marine Le Pen mi ripete che respinge l'etichetta di estrema destra perché le sue idee "non sono per nulla estreme, sono di assoluto buon senso, applicate già in molti paesi del mondo".
Qui in Francia si è già scatenata la gara a ribadire provocatoriamente che sì, il Fn è proprio di estrema destra checchè ne dica la Le Pen. Ma su Libearation il professor Raphael Liogier fa un'analisi più sottile: "Lei (la Le Pen ndr) è diventata reazionaria progressista ed ha in parte ragione di affermare che non è di estrema destra. In effetti non è più soltanto di estrema destra perché non è più all'estremo, bensì è al centro dello scacchiere politico ed è in grado di riunire una nuova maggioranza non più fondata su un programma di destra o di sinistra ma su un protezionismo culturale radicale nutrito dall'angoscia collettiva dell'accerchiamento....un populismo liquido....che può erodere minacciosamente lo stato di diritto fondato sulle libertà individuali".
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