OTTOBRE 11, 2014 Alexander Mercouris (UK), Oriental Review 9 ottobre 2014
Seguendo le stime pubbliche secondo cui il vero tasso di mortalità nell’esercito della giunta nell'”operazione antiterrorismo” (ATO) potrebbe essere stato di 8000-12000 caduti, numerose osservazioni possono essere avanzate: 1. Tali cifre non sono certo verificate. Tuttavia non sembrano irragionevoli vista l’ammissione di Poroshenko che l’Ucraina ha perso nell’ATO qualcosa come il 65% dei blindati. Sembra anche che l’aviazione ucraina sia stata sostanzialmente annientata. Certamente ha cessato di essere presente nelle ultime settimane. 2. Supponendo che le cifre siano vere, allora l’Ucraina è stata testimone di un massacro inaudito in Europa dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Vale la pena dire che i combattimenti hanno raggiunto la massima intensità dopo la caduta di Slavjansk, il 5 luglio 2014, I combattimenti intorno Slavjansk a maggio e giugno furono d’intensità minore. Sicuramente quindi la maggior parte delle perdite ucraine sia dovuta ai combattimenti dopo la caduta di Slavjansk il 5 luglio 2014. In altre parole, è probabile che 8000-12000 soldati ucraini siano stati uccisi nei 2 mesi dal 5 luglio 2014 al cessate il fuoco del 5 settembre 2014. Se è così ciò significherebbe che l’Ucraina ha perso in tale periodo uomini a un tasso di 129-190 al giorno. Niente di paragonabile è accaduto in Europa dalla resa tedesca del 9 maggio del 1945. 3. Un altro modo di osservare la dimensione di tali perdite sarebbe considerare la proporzione che avevano nelle forze ucraine coinvolte nell’ATO. La maggior parte dei dati ricevuti indicano che la dimensione della forza nella regione fosse di 60-80000 uomini. Se la stima dei morti è 8000-12000, è quantomeno vero che tra un decimo (10%) e un quinto (20% ) di tale forza può ora essere morto. La realtà sarebbe sicuramente peggiore essendovi la certezza che una quota sproporzionata dei morti sarebbe composta dai soldati di prima linea, che rappresentano solo una parte della forza coinvolta nell’ATO. Una buona parte dei 60-80000 uomini nella forza ATO erano truppe di supporto e logistiche, che ci si aspetterebbe uscirsene con meno perdite. Una volta ho letto che il tasso di perdita di oltre il 5% in un’azione di combattimento è più di quanto un’unità possa ragionevolmente sopportare, e che qualsiasi dato oltre tale cifra renderebbe l’unità inutilizzabile. Se i dati di 8000- 12000 sono vicini alla verità, allora tale cifra del 5% è stata superata, nel qual caso l’esercito ucraino ha cessato di esistere come forza efficace. 4. Vorrei solo anche dire che è chiaro che il grosso delle perdite ucraine sono soldati dell’esercito regolare. E’ ovvio che nei combattimenti, le varie unità paramilitari di destra raramente fossero in prima linea, ma che siano state usate per terrorizzare la popolazione nelle retrovie. 5. La domanda è come sia successo una tale debacle? Anche se i dati di 8000-12000 perdite sono un’esagerazione, ci si deve ancora spiegare la perdita del 65% dei blindati ucraini. Le dichiarazioni secondo cui gli ucraini hanno combattuto contro l’esercito regolare russo chiaramente non sono vere, quindi non spiegano la debacle. 6. In primo luogo va detto che non vediamo assenza di coraggio o determinazione nelle truppe ucraine. Non c’è il crollo subito dall’esercito iracheno nei combattimenti con il SIIL, in cui i soldati guidati dai loro ufficiali semplicemente fuggirono. Piuttosto si tratta di un esercito dissanguato in settimane di logoramento terribile nei mesi estivi. Il fatto che le vittime possano essere così tante, non suggerisce mancanza di disciplina o coraggio delle truppe. Al contrario, suggerisce straordinaria disciplina e coraggio nelle truppe inviate nel tritacarne dai loro comandanti, con modalità che a un inglese come me suscitano i brutti ricordi della Somme. Le rivendicazioni di febbraio e marzo secondo cui l’esercito ucraino era così malridotto da Janukovich che praticamente aveva cessato di esistere, si dimostrano alla luce di ciò che è accaduto a luglio e agosto semplicemente false. Dubito fortemente della possibilità dei soldati occidentali, oggi, di poter combattere per così tanto tempo subendo perdite su tale scala. 7. Penso che la spiegazione della debacle sia semplicemente la disastrosa leadership della junta. 8. E’ chiaro che da quando la junta ha preso il potere a febbraio, la leadership militare professionale ucraina non sia affidabile. Il comando operativo dell’ATO sembra sia stato dato a psicopatici dilettanti come Parubij, Jarosh, Avakov e Ljashko. Dopo la riunione del Consiglio di Sicurezza del 30 giugno 2014, che decise di riprendere l’offensiva, il generale Kovalov (“Koval”), poi ministro della Difesa della junta, che era almeno un soldato professionista, si dimise o più probabilmente fu dimesso (presumibilmente trasferito, dopo di che sembra scomparso). Probabilmente ha contestato la ripresa dell’offensiva. Andato via, il comando dell’esercito passò a persone come Parubij, Avakov ecc. che non hanno alcuna idea della guerra. Furono raggiunti da Geletej, nuovo ministro della Difesa, un agente della sicurezza piuttosto che soldato. Non avendo alcuna comprensione della guerra o conoscenza del comando militare, costoro poi hanno trascorso il resto dell’estate a scagliare l’esercito ucraino fino a distruggerlo attaccando ripetutamente le posizioni delle FAN, mentre bombardavano indiscriminatamente zone residenziali e scagliavano i loro criminali nazisti a uccidere e terrorizzare i civili.
Alexander Mercouris è un ex-avvocato inglese, esperto di diritto internazionale.
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A peggiorare le cose, e a ulteriore dimostrazione della loro ignoranza e arroganza, scelsero di combattere la guerra seguendo il calendario, fissando la scadenza arbitraria del giorno
dell’indipendenza ucraina del 24 agosto 2014, per la vittoria. 9. Per contro, le FAN ad un certo punto hanno chiaramente acquisito una corretta leadership militare professionale con personale adeguato e un comando generale composto da ufficiali di Stato maggiore in pensione di Mosca che hanno istituito il comando nella città orientale di Krasnodon, al confine russo. Sappiamo molto poco di queste persone, ma Strelkov ha indirettamente ammesso che uno dei motivi del suo licenziamento era far posto a una leadership militare più professionale, cosa che non possiede non essendo un soldato professionista. Potrebbe riferirsi al personale di Krasnodon, che da parte sua sembra aver combattuto una battaglia difensiva nel classico stile sovietico, incentrato su città come Donetsk e Lugansk per avere uno sbarramento dietro cui costituire una riserva corazzata per la controffensiva. Un fiero parallelo (anche se ovviamente combattuta su scala incommensurabilmente più grande) potrebbe essere la battaglia di Kursk. Questo almeno è la mia interpretazione del disastro dell’ATO. Naturalmente non avrebbe mai dovuto essere lanciata. E chi l’ha fatto è un criminale. Però la mia lettura riguarda il comportamento verso i civili, massacrati indiscriminatamente, e verso gli sventurati soldati ucraini inviati al macello. Chi si pretende vero patriota ucraino dovrebbe oggi condannare non Putin e i russi, ma coloro che tra grida inane “Gloria all’Ucraina”, sono responsabili di aver mandato a morte tanti figli dell’Ucraina.
fonte: http://aurorasito.wordpress.com/2014/10/11/la-debacle-militare-della-junta-in-ucraina-orientale/
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