Cristiani in croce e decapitati. Ecco la legge del Califfato nero
Due tubi d’acciaio uniti a formare una "t". Una croce improvvisata. Un patibolo per i traditori. Questa è la legge del Califfato
Due tubi d’acciaio uniti a formare una "t". Una croce improvvisata. Un patibolo per i traditori. Questa è la legge del Califfato. Su queste croci vengono appesi cristiani, yazidi, musulmani sciiti, sunniti accusati di combattere contro l’Isil. Una punizione che secondo la loro personale interpretazione del Corano va comminata a coloro che non rispettano la legge. Ma non è l’unico orrore che i militanti del Califatto nero si vantano di compiere diffondendo video e foto per propagandare quello che chiamano vittoria. Sono quotidiane esecuzioni pubbliche con taglio della gola di quelli che vengono definiti traditori del Profeta. Sgozzamenti eseguiti senza pietà su giovani, vecchi con coltellacci e scimitarre ripresi nei dettagli da un operatore che filma ogni istante soffermandosi sui volti delle vittime e compiacendosi del pubblico che approva e riprende le scene con i telefonini. E ancora. Fucililazioni di massa di combattenti nemici e il computo maniacale di quanti soldati dell’esercito iracheno o di quello siriano di Assad vengono eliminati in questo modo barbaro.
Questa è la giustizia del Esercito islamico dell’Iraq e del Levante che ormai occupa un territorio che va dal nord della Siria fino in Iraq dove si insinua per un vasto territorio fino ad arrivare a duecento chilometri da Baghdad. Il Califatto ha conquistato quindici città irachene, pozzi e raffinerie di petrolio in Siria e Iraq. Petrolio che l’Isil vende di contrabbando grazie a mediatori turchi e armeni a prezzi stracciati ma arricchendo le casse del proprio «stato islamico». I miliziani salafiti martedì scorso hanno preso possesso anche della grande diga di Mosul che produce elettricità per grand parte dell’Iraq. E non si fermano davanti a nulla. Padroni ormai di un territorio vasto come il nord d’Italia, ricco di risorse naturali, vedono vicina la vittoria finale e la realizzazione del sogno di un Califfato che comprenda tutto il Medio Oriente. Uno stato che si fonda sulla sharia ma che non è condiviso né da Al Qaeda né dai religiosi sunniti anche quelli più radicali. Lo scontro tra i vertici di Al Qaeda e le formazioni siriane che a essa si richiamano è profondo. Infatti in Siria, favorendo così la resistenza del regime di Assad, l’Isil combatte anche contro il gruppo qaedista Al Nusra e molti dei militanti di questa formazione finiscono crocifissi e sgozzati. Una pratica che va avanti da mesi, da un anno di fronte al quale l’Occidente e gli Stati Uniti che con la guerra a Saddam e la gestione del dopo regime baatista è responsabile di questa degenerazione. Oggi ci sono centomila cristiani in fuga dall’Iraq. Chiese distrutte dalle esplosioni, eppure durante la dittatura i cristiani e le altre minoranze erano garantite. Oggi nessuno è al sicuro. Attaccate e distrutte le moschee sciite, quelle sunnite che celebrano i «piccoli profeti» dell’Islam come è stato per quella di Jonas. Distrutti manoscritti islamici dell’undicesimo e dodicesimo secolo. Distrutto anche il mauseleo eretto a Saddam a Tikrit sua città natale. Ora l’Occidente si sveglia. Si straccia le veste e dopo non aver sostenuto la ribellione laica in Siria cerca di correre ai ripari. Dopo i ripetuti appelli di Papa Francesco Obama, ormai presidente tentenna, studia un piano per spedire i suoi droni e i missili contro le postazioni dell’Isil. Hollande promette aiuti e sostegno ai curdi di Barzani che solo stanno facendo arginare all’avanzata del Califfato. Il nuovo Iraq voluto da Bush ha un premier debole e un esercito inestistente che si è sbriciolato di fronte ai branchi affamati di sangue dell’Isil. Formazione questa creata da Abu Musab al Zarqawi nel 2003, non a caso soprannominato il macellaio di Baghdad. Fu lui a fare degli sgozzamenti in diretta dei prigionieri uno spot di propaganda. Anche Zarqawi arrivò a dissentire con Osama Bin Laden salvo essere poi celebrato, alla sua morte, dallo stesso sceicco di Al Qaeda come il leone dell’Islam.
Ma l’oggi è drammatico molto più di dieci anni fa. E il futuro incerto e rosso di sangue e denso di polvere delle esplosioni dei templi delle diverse religioni ormai messe tutte fuorilegge Abu Bakr al Baghdadi, l’uomo in nero che sogna di ripercorrere i fasti dei califfi dei primi secoli dell’Islam. Ma a quel tempo Saladino lasciava vivere gli ebrei nella loro terra e consentiva il culto nelle chiese cristiane. Era crudele e spietato in battaglia ma rispettava i vinti. Erano secoli bui ma dove un uomo, santo, come Francesco d’Assisi, poteva incontrare e parlare con il Califfo. Oggi è solo sangue, violenza e ipocrisia. L’Isil ha avuto dieci anni, dalla caduta di Saddam, di rafforzarsi, l’Occidente è stato solo a guardare.
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