Letta sottovaluta i Forconi
"Sono solo una piccola minoranza, non rappresentano il Paese", è l'affondo del premier Enrico Letta. Mentre il vicepremier e ministro dell'Interno, Angelino Alfano annuncia la linea dura: "non avremo remore a reprimere ogni minaccia e intimidazione che dovesse essere espressione di atteggiamenti delinquenziali".
Sul fronte dell'opposizione, si registra la marcia indietro di Silvio Berlusconi, che rinvia l'incontro previsto con una delegazione dei dimostranti. E il neosegretario della Lega Nord, Matteo Salvini, dà fuoco alla polveri: "dopo il voto di fiducia dovrebbero entrare in Parlamento". Giunta al terzo giorno, la protesta, dunque, continua ad infiammare non solo le città, ma anche il Palazzo. In mattinata, alla Camera, Letta punta il dito contro Beppe Grillo, criticando chi "arriva a incitare all'insubordinazione le forze dell' ordine, forze dell'ordine che invece io qui voglio ringraziare davanti a voi e al Paese, per la fedeltà indiscutibile ai valori repubblicani che dimostrano ogni giorno". Nel pomeriggio al Senato, il premier mette nel mirino i 'forconi'. "Quando il Governo deve discutere - spiega - affronta il problema con le categorie economiche di riferimento, con i rappresentanti che rappresentano il 90% di quelle categorie, e si viene a dire che quelli che manifestano rappresentano il Paese, io rispondo che non è vero, si tratta di una piccola minoranza di una categoria economica, è uno stravolgimento delle regole di una democrazia economica". Aggiunge poi che "blandire le minoranze stravolge le regole della democrazia". Berlusconi martedì aveva annunciato l'incontro per ieri con una delegazione degli autotrasportatori. Poi il dietrofront. "Ho deciso - fa sapere il leader di Forza Italia - per evitare ogni possibile strumentalizzazione, di rinviare l'incontro, ma rivolgo il mio invito al Governo affinché si faccia subito interlocutore attento delle istanze rappresentate da migliaia di aziende che stanno pagando la politica recessiva degli ultimi 2 anni". Ma, dopo Grillo, è stata la Lega a salire sul carro delle proteste. "Letta - accusa il segretario Salvini - si sta scavando la fossa ubbidendo a tutte le richieste fatte da Bruxelles e poi qualcuno si stupisce dei forconi. Dopo il voto di fiducia dovrebbero entrare in Parlamento". Quando la protesta è non violenta, "è sempre benvenuta", sostiene, spiegando che in queste condizioni, con un premier che "ha parlato a vuoto, senza accennare minimamente al lavoro", non c'è da stupirsi "se i forconi vengono a cercare qualcuno". Sul fronte dell'ordine pubblico, il ministro Alfano - che oggi svolgerà un'informativa alla Camera sul tema - fa la voce grossa. "Faremo di tutto - scandisce - per assicurare le manifestazioni di chi vuole protestare", ma sarà usata "tutta la forza dello Stato contro i violenti. Impediremo che le città siano ostaggio dei delinquenti per fini politici o individuali. Non avremo remore a reprimere ogni minaccia e intimidazione". Il ministro invita quindi a "distinguere chi manifesta in forma civile e pacifica il proprio disagio da un'ala che si sta confermando violenta e delinquenziale". E nelle città è ancora un bollettino di guerra. Gli scontri più gravi a Milano, dove i manifestanti sono entrati in rotta di collisione con i tifosi dell'Ajax, giunti per la partita con il Milan. Una trentina di supporter olandesi, scesa da un pullman, se l'è presa con gli attivisti dei forconi che stavano bloccando il traffico nel centro del capoluogo lombardo. Negli scontri sei tifosi della squadra di Amsterdam sono rimasti feriti, tre in modo grave. A Torino altra giornata di cortei e blocchi. La procura ha aperto un fascicolo di indagine per gli episodi avvenuti negli ultimi tre giorni. Devastazione e saccheggio, istigazione a delinquere, resistenza a pubblico ufficiale, violenza privata, lesioni, i reati ipotizzati. Ieri sono state arrestate 5 persone. Anche la procura di Genova ha aperto un fascicolo contro ignoti ipotizzando l'interruzione di pubblico servizio di autobus e treni. Ieri si sono registrate anche alcune contro-manifestazioni. A Pinerolo (Cuneo) il Pd ha organizzato un corteo di protesta contro i blocchi dei manifestanti. Da parte sua, il leader dei forconi, Mariano Ferro, prende le distanze dalle violenze. "I veri 'forconi' - dice - si trovano in Sicilia dove la protesta in questo momento è pacifica. Purtroppo la nostra sigla viene associata a gruppi di teppisti ed eversivi con i quali non c'entriamo nulla. Ci dissociamo a gran voce dalla violenza in atto in altre parti del Paese". Un altro dei capi della protesta, Danilo Calvani, si lamenta. "Ci vogliono - rileva - far passare per violenti, estremisti, mafiosi. Non è così. E' il popolo arrabbiato e desolato che è sceso in piazza. Gli estremisti non hanno nulla a che vedere con noi".
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