Minoranza Pd, Cuperlo: “Non sacrifico la bibbia Costituzione su altare delle riforme”
La corrente critica del Partito democratico si ritrova a Roma per parlare della "sinistra nella nuova fase", mentre contemporaneamente a Torino il presidente del Consiglio Matteo Renzi lancia la campagna elettorale per le amministrative
L’attacco dei presenti alla Convention riguarda le riforme: “Non possiamo votare qualunque cosa”, dice Cuperlo tra gli applausi degli esponenti della minoranza. “Noi siamo per le riforme, ma per ‘buone riforme’. Lavoreremo con spirito costruttivo e leale. Il treno delle riforme è bene che sia partito ma questo non deve impedirci di dire che va rivisto l’impianto riformistico”. “Definire le riforme blindate – osserva Cuperlo – è una contraddizione in sé e non si può dire ‘o si fa così o meno vadò. Non si cambia – aggiunge Cuperlo – il Senato perché i senatori costano troppo, anche se è chiaro che il Senato non risponde più ad un’architettura moderna”. “Si vuol fare il Senato non elettivo? Discutiamone”, precisa Cuperlo che è contrario al prendere o lasciare di Renzi. “Non conviene al Governo – conclude il leader della minoranza – piegare il confronto ad una conflitto tra riformisti e conservatori”.
E a chi punta il dito contro la concomitanza tra il lancio della campagna elettorale Pd a Torino e la convention di Roma, l’ex presidente Pd risponde cercando di stemperare i toni. “Noi siamo qui”, diceGianni Cuperlo aprendo i lavori dell’incontro, “ma molti di noi sono anche lì a Torino. Non c’è nessuna polemica: Lorenzo Guerini era stato invitato e probabilmente verrà nel pomeriggio. Oggi è una giornata bella per l’avvio di una campagna elettorale così importante”. “Le norme della destra”, continua Cuperlo, “non diventano giuste se a proporle siamo noi”.
Molto critico verso le politiche di Matteo Renzi anche l’intervento di Massimo D’Alema. “Dobbiamo organizzarci”, dice, “non come la minoranza che si riduce ad una frazione parlamentare percepita come una componente che frena l’attivismo di Renzi. Noi dobbiamo essere una componente che si prende con sé l’obiettivo, la sfida di organizzare il partito, aprire i circoli, fare le tessere. Noi dobbiamo essere quelli che rilanciano la sfida riformista”. “Noi – aggiunge D’Alema riferendosi alla minoranza e galvanizzando la platea – siamo la parte maggiore della militanza e la nostra forza deve attivarsi. Il Pd, non la minoranza, dobbiamo farlo funzionare, dobbiamo fare le tessere anche se non si stampano più”. Massimo D’Alema, che rimane per la minoranza Pd il leader indiscusso, lamenta: “Si sta aprendo una divaricazione grave perché questa maggioranza considera gli altri come un peso, un ostacolo e non come una straordinaria risorsa. Ho l’impressione che il partito stia diventando un comitato elettorale del leader, un partito radicato nelle istituzioni, con una funzione ‘serventè”. “Il partito delle primarie senza il partito che cosa diventa?”, si chiede D’Alema pensando a come si possano organizzare le primarie con circoli e sezioni chiuse. “Qui c’è il rischio – sottolinea – di un mutamento qualitativo del sistema democratico”.
fonte: il fattoquotidiano.it
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