Riforma Senato, Boschi è sicura: “Anche se Forza Italia si sfila abbiamo i numeri”
Il ministro delle Riforme a SkyTg24 spiega che il via libera può arrivare senza l'appoggio del partito di Berlusconi, con i soli voti di "Pd, Ncd, Sc, Pi e autonomie"
I numeri a cui si riferisce il ministro sono questi: 107 senatori del Pd, 31 di Ncd, 7 di Scelta civica e 12 di “Per l’Italia”. A loro si aggiungono 10 parlamentari delle Autonomie, 4 ex M5S, 3 senatori di Gal. In tutto 174, numero che supera la soglia per la maggioranza assoluta al Senato (158) e che consente di fatto alla legge di essere approvata. Ma visto che il via libera non avverrebbe a maggioranza qualificata di 2/3 dei membri del Senato, si aprirebbe la strada per il referendum costituzionale. Boschi, però, aggiunge: “Scommetto sulla tenuta dell’accordo con Forza Italia, ne sono convinta e anche le parole di Berlusconi di ieri sera vanno in questa direzione, che l’accordo tenga”. Il ministro Maria Elena Boschi a L’intervista su Skytg24 ribadisce l’intenzione del governo di procedere sul piano di riforme e non pensa “a un piano B in caso di fallimento”.
“I problemi interni a Forza Italia, nei quali non entro – ha proseguito – devono risolverli nel loro partito: io so che il leader di FI si è impegnato mesi fa in un accordo che prevedeva le linee guida” alla base del ddl del governo. “Tra l’altro – osserva – nei due mesi” trascorsi dal patto del Nazareno, quello in cui Renzi e Berlusconi hanno trovato l’intesa sull’Italicum, “è continuato il confronto e il governo ha messo online la proposta venti giorni fa per sottoporla a dibattito pubblico e FI non ha mai detto che non era condivisa”. Boschi, inoltre, sottolinea ancora una volta che non c’è nessun margine trattativa su punti principali “perché fanno parte dell’accordo iniziale tra i partiti e occorrerebbe rimettere in discussione l’intero impianto delle riforme e della legge elettorale: non credo sia interesse di nessun partito di farlo”.
Ricorda anche l’opposizione alle riforme da parte di “una minoranza i professori” che manifestano la loro contrarietà “ogni volta che si propone un cambiamento”. Il ministro si riferisce in particolare all’appello di Libertà e Giustizia - sottoscritto da Lorenza Carlassare, Alessandro Pace,Salvatore Settis, Elisabetta Rubini e altri - secondo cui le riforme proposte dal governo Renzi sono un tentativo di stravolgere la Costituzione. Tuttavia, osserva, “ci sono molti illustricostituzionalisti con cui mi sono confrontata che sostengono questa riforma e la accolgono”. Inoltre precisa che il Partito democratico ”sarà sicuramente compatto al momento del voto perché la linea del partito è già stata decisa” dagli elettori alle primarie e dalla direzione. Una posizione confermata anche dal premier Renzi, in un’intervista al Quotidiano Nazionale. “Continueremo a confrontarci”, aggiunge. Ma sull’impianto della riforma “il Pd ha già deciso”: “credo – sottolinea il ministro – che avere un Senato che rappresenti le regioni, i comuni e porti gli interessi dei territori sia importante”.
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