Il Pdl forza ancora
sui soldi ai partiti
E il Pd "esplode"
Via il carcere per il finanziamento illecito ai partiti, basta una multa.
Sembra incredibile, ma approfittando dell'estate che nella speranza dei proponenti dovrebbe rendere tutti più distratti, il Pdl tenta un nuovo colpo di spugna a un paio di giorni di distanza da quello tentato sul voto di scambio. L'idea per il Pdl è sempre quella, da vent'anni: togliere di mezzo i reati, depenalizzare, rendere lecito il crimine dei colletti bianchi. E' il colpo di spugna ai reati come quelli di Tangentopoli o il tentativo di rendere impossibili le indagini sui rapporti tra i politici e la mafia. E' vero, sembra incredibile, ma il Pdl proprio non ne vuole sapere di lasciar perdere la strada delle leggi ad personam o della tutela di chi commette quei reati in cui c'è di mezzo la politica. E il bello è che dietro c'è sempre un ricatto: guardate - dicono al centrosinistra - che andiamo fino in fondo altrimenti facciamo cadere il governo. Ma la domanda da rivolgere al Pd è: come si fa a stare al governo con chi vuole passare un colpo di spugna sui finanziamenti illeciti e sui rapporti fra mafia e politica? Sarà anche una domanda da "fighetti" come direbbe Letta, ma è una domanda legittima e sacrosanta. L'unica strada è mettere rapidamente in sicurezza i conti, negoziare con l'Europa qualche strumento in più per la crescita e varare immediatamente la riforma elettorale con l'abolizione del Porcellum. Poi basta con le larghe intese, con questa destra.
Le tensioni del Pd sono sfociate in una direzione drammatica. Le proposte di Epifani per il congresso sono state "accerchiate" da un fronte trasversale che ha unito renziani e altre componenti. Per evitare di sancire la spaccatura, è stato evitato il voto finale. E quindi resta nel limbo la data del congresso e le modalità della conta per scegliere il segretario.
Il governo, intanto, incassa il sì definitivo della Camera al decreto del fare, che contiene qualche provvedimento per l'economia. Ora va al Senato, ma il cammino è stato ostacolato da 40 ore di ostruzionismo dei Cinquestelle che hanno costretto a due sedute notturne. Il rallentamento dei tempi mette in pericolo l'approvazione di altre leggi a cui il governo tiene molto, come quella sulla riforma istituzionale. In autunno si prevede un inizio di cauta ripresa dell'economia, ma a maggio c'è stato anche un aumento della disoccupazione che è arrivato secondo le stime al 12,2 per cento della forza lavoro.
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