Come ENI e SHELL guadagnano ulteriormente sul gas lucano, grazie agli accordi politici.
Riceviamo questa interessante segnalazione da parte di un cittadino e la pubblichiamo di seguito
Sono Antonio Alberti, ingegnere e imprenditore lucano, impegnato nel settore dell'energia da 30 anni e voglio dare informazione e testimonianza di una situazione deprecabile presente in Basilicata e che, anziché determinare un vantaggio per l'imprenditoria, porta il costo dell'energia a livelli insopportabili.
Le Compagnie petrolifere che estraggono petrolio e gas dal sottosuolo lucano, versano alla Regione Basilicata royalties sotto forma di gas pari al 7% del gas estratto, al netto dei consumi interni.
Grazie alla complicata normativa messa in atto anni a dietro dal Decreto Bersani e dal Decreto Royalties, il gas della Regione deve essere venduto nella Borsa del gas dalle stesse Compagnie petrolifere e queste, grazie ad un Regolamento permissivo, con un meccanismo di aste in cui vengono messe in vendita grandi lotti di gas in ogni asta, inaccessibili ai piccoli e medi operatori, porta quale risultato, che il gas viene riacquistato dalle stesse Compagnie petrolifere che lo hanno versato come royalties ad un prezzo che in quel determinato giorno risulterà basso perché in Borsa, volutamente, vi sarà molta offerta e richiesta quasi nulla.
Successivamente questo gas viene reimmesso sul mercato nazionale ad un prezzo molto più alto, come si è verificato ad esempio nel 2009 in cui il gas messo in vendita in asta da ENI è stato riacquisto dalla stessa ENI a 29cE/mc (29 centesimi di euro al metro cubo) ed è stato reimmesso sul mercato a 36 cE/mc, mettendo in ginocchio le aziende Lucane e Italiane che hanno subito un aumento del 25% sul prezzo dell'energia (gas e energia elettrica). Tale meccanismo garantisce pure il monopolio del prezzo in quanto non permette a nessun altro operatore di acquistare in Borsa e vendere a prezzo competitivo.
Ora, siccome il prezzo dell'energia è determinante per la sopravvivenza delle piccole e medie imprese, a nulla vale che la Basilicata sia ricca di petrolio e di gas se, con i soliti meccanismi finanziari perversi, autorizzati dalle norme, le aziende pagano alti prezzi dell'energia con il solo fine di rimpinguare le casse di ENI e delle altre Compagnie petrolifere che, cosi' vengono messe in grado di trasformare quello che dovrebbe essere un vantaggio per il lucani (le royalties), in ulteriore fonte di guadagno per l'ENI.
Se si considera poi che dal conteggio delle royalties viene esclusa la parte di gas estratto dispersa, bruciata, impiegata nelle operazioni di campo e di cantiere (denominata consumi interni), e tale quantità, contabilizzata da ENI, risulta esageratamente alta (11-19%), si capisce come, anche con questo meccanismo, le Compagnie petrolifere, prive di controllo sui consumi interni, possano sprecare ed inquinare senza pagare, anzi risparmiando sulle royalties versate (vedi gas sfiaccolato 24 ore al giorno dal Centro Olio di Viggiano che inquina l'aria e varia il microclima della zona).
Secondo il mio modesto parere tale situazione normativa andrebbe cambiata nella direzione di :
- Le aste andrebbero gestite o dal GSE (gestore Servizi Energetici) o da altro Ente super partes;
- I lotti di gas da trattare alle aste dovrebbero essere più piccoli ed a prezzi a base d'asta inferiori ai prezzi di mercato in modo che risultino interessanti ed accessibili ai piccoli e medi operatori PMI e costituiscano essi stessi calmiere ai prezzi praticati da ENI a livello nazionale;
- Alle aste dovrebbero poter partecipare solo PMI (aziende medio-piccole) stabilendo un limite max di fatturato annuale e lasciando così fuori i grossi operatori (ENI, EDISON, ENEL, ecc.) che speculano sulla compravendita del gas e dell'energia facendone lievitare il prezzo.
- Le royalties sotto forma di gas andrebbero calcolate sulle quantità lorde di gas estratte in modo che l'ENI, dovendo pagare le royalties anche sui cosiddetti consumi interni sarebbe portata a sprecare meno, sfiaccolare lo stretto necessario ed inquinare meno.Certo tutti noi del M5S vorremmo che ENI ponesse fine alle estrazioni di gas e petrolio e smettesse di rovinare la nostra amata Basilicata, tuttavia, prima di aspirare alla gallina domani, conviene cercare di ottenere l'uovo oggi, e riuscire almeno ad ottenere che le risorse della nostra terra portino vantaggi a chi lavora e non a chi specula mettendo in ginocchio il tessuto produttivo costretto a pagare l'energia sempre di più.
Le notizie ed i fatti sopra riportati sono stati da me riscontrati personalmente durante la mia attività di imprenditore ed, in ogni caso, sono confermate dalla Relazione sulle royalties di gas alla Regione Basilicata redatta dalla S.E.L. (Società Energetica Lucana) organo tecnico della Regione Basilicata e che allegherò prossimamente.
Chiedo a tutti gli iscritti di discutere l'argomento e di esprimere valutazioni in merito in modo da reagire a questa situazione.
Le Compagnie petrolifere che estraggono petrolio e gas dal sottosuolo lucano, versano alla Regione Basilicata royalties sotto forma di gas pari al 7% del gas estratto, al netto dei consumi interni.
Grazie alla complicata normativa messa in atto anni a dietro dal Decreto Bersani e dal Decreto Royalties, il gas della Regione deve essere venduto nella Borsa del gas dalle stesse Compagnie petrolifere e queste, grazie ad un Regolamento permissivo, con un meccanismo di aste in cui vengono messe in vendita grandi lotti di gas in ogni asta, inaccessibili ai piccoli e medi operatori, porta quale risultato, che il gas viene riacquistato dalle stesse Compagnie petrolifere che lo hanno versato come royalties ad un prezzo che in quel determinato giorno risulterà basso perché in Borsa, volutamente, vi sarà molta offerta e richiesta quasi nulla.
Successivamente questo gas viene reimmesso sul mercato nazionale ad un prezzo molto più alto, come si è verificato ad esempio nel 2009 in cui il gas messo in vendita in asta da ENI è stato riacquisto dalla stessa ENI a 29cE/mc (29 centesimi di euro al metro cubo) ed è stato reimmesso sul mercato a 36 cE/mc, mettendo in ginocchio le aziende Lucane e Italiane che hanno subito un aumento del 25% sul prezzo dell'energia (gas e energia elettrica). Tale meccanismo garantisce pure il monopolio del prezzo in quanto non permette a nessun altro operatore di acquistare in Borsa e vendere a prezzo competitivo.
Ora, siccome il prezzo dell'energia è determinante per la sopravvivenza delle piccole e medie imprese, a nulla vale che la Basilicata sia ricca di petrolio e di gas se, con i soliti meccanismi finanziari perversi, autorizzati dalle norme, le aziende pagano alti prezzi dell'energia con il solo fine di rimpinguare le casse di ENI e delle altre Compagnie petrolifere che, cosi' vengono messe in grado di trasformare quello che dovrebbe essere un vantaggio per il lucani (le royalties), in ulteriore fonte di guadagno per l'ENI.
Se si considera poi che dal conteggio delle royalties viene esclusa la parte di gas estratto dispersa, bruciata, impiegata nelle operazioni di campo e di cantiere (denominata consumi interni), e tale quantità, contabilizzata da ENI, risulta esageratamente alta (11-19%), si capisce come, anche con questo meccanismo, le Compagnie petrolifere, prive di controllo sui consumi interni, possano sprecare ed inquinare senza pagare, anzi risparmiando sulle royalties versate (vedi gas sfiaccolato 24 ore al giorno dal Centro Olio di Viggiano che inquina l'aria e varia il microclima della zona).
Secondo il mio modesto parere tale situazione normativa andrebbe cambiata nella direzione di :
- Le aste andrebbero gestite o dal GSE (gestore Servizi Energetici) o da altro Ente super partes;
- I lotti di gas da trattare alle aste dovrebbero essere più piccoli ed a prezzi a base d'asta inferiori ai prezzi di mercato in modo che risultino interessanti ed accessibili ai piccoli e medi operatori PMI e costituiscano essi stessi calmiere ai prezzi praticati da ENI a livello nazionale;
- Alle aste dovrebbero poter partecipare solo PMI (aziende medio-piccole) stabilendo un limite max di fatturato annuale e lasciando così fuori i grossi operatori (ENI, EDISON, ENEL, ecc.) che speculano sulla compravendita del gas e dell'energia facendone lievitare il prezzo.
- Le royalties sotto forma di gas andrebbero calcolate sulle quantità lorde di gas estratte in modo che l'ENI, dovendo pagare le royalties anche sui cosiddetti consumi interni sarebbe portata a sprecare meno, sfiaccolare lo stretto necessario ed inquinare meno.Certo tutti noi del M5S vorremmo che ENI ponesse fine alle estrazioni di gas e petrolio e smettesse di rovinare la nostra amata Basilicata, tuttavia, prima di aspirare alla gallina domani, conviene cercare di ottenere l'uovo oggi, e riuscire almeno ad ottenere che le risorse della nostra terra portino vantaggi a chi lavora e non a chi specula mettendo in ginocchio il tessuto produttivo costretto a pagare l'energia sempre di più.
Le notizie ed i fatti sopra riportati sono stati da me riscontrati personalmente durante la mia attività di imprenditore ed, in ogni caso, sono confermate dalla Relazione sulle royalties di gas alla Regione Basilicata redatta dalla S.E.L. (Società Energetica Lucana) organo tecnico della Regione Basilicata e che allegherò prossimamente.
Chiedo a tutti gli iscritti di discutere l'argomento e di esprimere valutazioni in merito in modo da reagire a questa situazione.
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