L’economia sommersa ha ormai assunto connotati molto preoccupanti. Tuttavia, le differenze territoriali sono evidentissime. Oltre il 40% dei lavoratori in nero, del valore aggiunto prodotto dall’economia sommersa e del gettito di imposta evasa, sono riconducibili alle Regioni del Mezzogiorno, mentre il Nordest, sempre additato come un’area ad alta vocazione al sommerso, è la macro area meno interessata da questo fenomeno, dopo la Lombardia.
Dallo studio della CGIA emerge che la Regione più a rischio è la Calabria che presenta poco più di 184.000 lavoratori in nero e un’incidenza percentuale del valore aggiunto da lavoro irregolare sul Pil pari al 18,3%. Questa situazione, secondo l’elaborazione della CGIA, si traduce in 1.333 euro di imposte evase in capo ad ogni singolo residente della Regione Calabria.
Con la presenza del sommerso la profonda crisi che sta colpendo il Paese ha effetti economici e sociali meno devastanti di quanto non dicano le statistiche ufficiali. In particolar modo al Sud, possiamo dire che il sommerso costituisce un vero e proprio ammortizzatore sociale. Quando queste forme di irregolarità non sono legate ad attività riconducibili alle organizzazioni criminali o alle fattispecie appena elencate, costituiscono in questi momenti così difficili un paracadute per molti disoccupati o pensionati che non riescono ad arrivare alla fine del mese.”
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