Quel Modello che la Germania non e’
La crisi nella zona euro ha fatto la Germania il modello per alcuni. Come ha detto spesso Jacques Sapir sul suo blog, si tratta di un miraggio pericoloso perché non solo il “modello tedesco” non è replicabile in tutto il continente, ma non è nemmeno auspicabile in assoluto.
UN MODELLO NON REPLICABILE ED OTTENUTO ALLE SPESE DEI VICINIMentre la zona euro potrebbe emergere dalla recessione in questo trimestre e una leggera crescita (e illusoria) il prossimo anno, sentiamo ripetere un affascinante discorso. L’unico modo per i paesi in difficoltà sarebbe quella di trovare la crescita attraverso un aumento delle esportazioni. Questo è in particolare quello che è suggerito in Spagna o in Grecia. Perché cio’ è al centro del successo tedesco, in quanto il paese ha un forte avanzo delle partite correnti pari a circa € 200.000.000.000, un mero 6,4% del PIL per il 2013 (più di tre volte il livello della Cina).Ma quello che gli economisti miopi non capiscono è che il surplus è di un altro deficit di altri, e se un paese è in grado di basare la sua crescita sulle esportazioni, poi gli altri devono accettare deficit equivalente. Si noti che la metà della crescita in Germania da 10 anni e’ legata al miglioramento della sua bilancia commerciale. Ma non è difficile capire che tale modello non è replicabile in tutto il continente. Tutti i paesi della zona euro non possono essere surplus commerciale, allo stesso tempo, in particolare con la concorrenza dei paesi emergenti.Pertanto, le strategie per porre fine alla crisi da parte delle esportazioni sono illusorie. Naturalmente, i paesi che faranno cio’ possono guadagnare temporaneamente quote di mercato, ma questo è assurdo. Questo non solo ha ridotto la domanda europea e quindi la crescita e l’occupazione, ma in aggiunta, sposta i disoccupati del paese più competitivo per coloro che lo sono meno, mentre aumenta il loro numero complessivo, a causa della riduzione della domanda. E questo ci porta a unacorsa mortale verso il basso guerra sociale, una guerra economica di tutti contro tutti.UN MODELLO NON AUSPICABILE: LA PROLETARIZZAZIONE DELLE CLASSI BORGHESILa Germania, ha accumulato eccedenze commerciali e il suo bilancio è in equilibrio, ma possiamo anche considerare che non è l’unico criterio per misurare il successo di un modello di business. Berruyer Olivier, nel suo ultimo libro, ricorda la triste realtà del paese dove la paga per il 40% dei dipendenti e’ di meno di 1.000 euro al mese, con un calo del 15% o più del potere d’acquisto per un terzo del dipendenti.Berlino ha sacrificato una parte essenziale della sua identità, essendo un paese borghese, dove i lavoratori guadagnano da vivere bene . S’e’ proceduto con la proletarizzazione di una parte della popolazione, l’impiego di immigrati pagati poco. Il tasso di povertà, pari al 15%, è più elevato in Germania che si trova in Francia. Il salario medio è diminuito del 2,5%.In breve, la dialettica del modello tedesco, e la volontà di seguire, sono estremamente pericolosi. La logica alla base è di procedere in una corsa infinita verso il basso del costo del lavoro dal momento che possiamo sempre trovare più conveniente in Oriente, o anche in Asia, per non parlare dell’Africa. Ritornare a questa logica significa uscire dalla crisi peggiori, rimuovendo gradualmente molte conquiste dello stato sociale.
Vale la pena ripeterlo: anche se la Germania ha virtù, il modello tedesco non è uno. Oltre a non essere replicabile in tutta la zona euro (dato che il surplus è di un altro deficit di altri), non è nemmeno auspicabile da un punto di vista sociale.
Pubblichiamo e traduciamo questo articolo Ce modèle que l’Allemagne n’est pas dal Blog gualliste libre di Laurent Pinsolle.
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