Ucraina, tra referendum e squadrismo.
di Alessandro Lattanzio
In vista dell’indipendenza della Crimea, il governo golpista a Kiev aveva chiesto la mobilitazione dei riservisti, ma nessuno si era presentato, perciò i golpisti hanno iniziato a formare la propria “Guardia Nazionale” composta da squadristi che si rifanno alla 14.ma Divisione SS “Galizia“, usata nelle operazioni antipartigiane durante la seconda guerra mondiale. Il ministro della Difesa ha detto di disporre di soli 6000 fanti pronti al combattimento su 41000 nominali. La “Guardia Nazionale”, con funzioni di ordine interno, dovrebbe “difendere i cittadini da criminali e da aggressioni interne ed esterne“. Infine, il parlamento golpista ha approvato una risoluzione che invita Stati Uniti e Gran Bretagna ad “adottare con urgenza tutte le possibili misure diplomatiche, politiche, economiche e militari per porre fine all’aggressione e preservare l’indipendenza, sovranità e i confini esistenti dell’Ucraina“. Confessione ulteriore dell’assenza di un qualsiasi appoggio delle forze armate ucraine alle forze sovversive atlantiste insediatesi a Kiev. Nel frattempo, il “primo ministro” ucraino, lo scientologo Arsenij Jatsenjuk, e il ministro degli Esteri ucraino Andrej Deshitsja, sono negli Stati Uniti d’America per incontrare il presidente Barack Obama e i rappresentanti di Congresso, Fondo monetario internazionale e Banca mondiale; alla Casa Bianca discuteranno del sostegno economico da Washington, di un miliardo di dollari, e dall’Unione europea, che ne promette 15 in due anni. I golpisti affermano di aver bisogno di almeno 35 miliardi di dollari entro il 2015, dopo che la Russia ha congelato il prestito di 15 miliardi promesso a Janukovich. Jatsenjuk dovrebbe incontrare anche il segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon.
Il parlamento di Crimea l’11 marzo ha vietato le attività delle organizzazioni golpiste, in quanto minacce alla sicurezza della Repubblica autonoma. Sono vietati così il partito di estrema destra Svoboda e il movimento neo-nazista Fazione Destra, che si oppongono all’indipendenza della Crimea. “Le autorità della Crimea compiono tutti gli sforzi possibili per evitare l’infiltrazione di estremisti nel territorio della repubblica“, dichiara il Consiglio Supremo di Crimea. Il capo di Fazione Destra Dmitrij Jarosh è ricercato per terrorismo mentre un altro attivista di Fazione Destra, Aleksandr Muzichko, è ricercato per torture e assassinio di militari russi in Cecenia nei primi anni 2000. Entrambi sono sulla lista dei ricercati internazionali. Il Consiglio Supremo di Crimea ha ordinato alle forze di sicurezza della Repubblica di arrestare e perseguire chiunque sia sospettato d’incitamento all’odio etnico e alla violenza. Inoltre, il Parlamento della Crimea ha adottato la Dichiarazione d’Indipendenza dall’Ucraina, dichiarando la Crimea Stato indipendente e sovrano in conformità al diritto internazionale, basandosi sul precedente del Kosovo. La dichiarazione è una misura necessaria in vista del referendum sul futuro status della Crimea, del 16 marzo. Il documento è stato adottato nel corso di una sessione straordinaria del Parlamento, con 78 voti su 100. “Noi, membri del parlamento della Repubblica Autonoma di Crimea e del Comune Sebastopoli, sulla base della Carta delle Nazioni Unite e di diversi altri documenti internazionali, e tenendo conto della conferma dello status del Kosovo presso la Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite del 22 luglio 2010, affermando che la dichiarazione unilaterale d’indipendenza di una parte del Paese non viola le norme internazionali, prendiamo questa decisione“. La dichiarazione è stata firmata dal Presidente del Consiglio supremo della Crimea, Vladimir Konstantinov, e dal capo del Consiglio Comunale di Sebastopoli, Jurij Dojnikov. Konstantinov ha detto: “Abbiamo adottato la dichiarazione d’indipendenza per avere un referendum legittimo e trasparente. Ora ci dichiariamo Repubblica di Crimea, senza aggiungere ‘autonoma’“. Konstantinov ha aggiunto che la Crimea non ritornerà mai all’Ucraina, neanche se il presidente deposto tornasse al potere: “La Crimea non farà più parte dell’Ucraina, anche se il presidente deposto, Viktor Janukovich, tornerà al potere. … Il Paese in cui abbiamo vissuto non esiste più. Torniamo sulla nostra via e lo facciamo il più velocemente possibile. Le schede per il referendum sono state stampate e le commissioni elettorali si formano in tutta la Crimea“. Nel frattempo, come ricordato, la polizia e le forze di autodifesa di Crimea si preparano all’assalto dei fascisti galiziani inviati verso la Crimea; sono gli stessi elementi che hanno provocato il bagno di sangue a Kiev, uccidendo novanta persone e ferendone più di cinquecento.
Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov afferma che la Russia prepara una serie di contro-proposte che “tengono conto degli interessi di tutti gli ucraini“, mentre Putin ha avvertito la cancelliera tedesco Angela Merkel e il premier inglese David Cameron di appoggiare pienamente il governo di Crimea. Il Cremlino ha detto che Putin sottolinea che “le iniziative intraprese dalle autorità legittime della Crimea si basano sul diritto internazionale“. Merkel ha risposto che il referendum in Crimea è “illegale”, mentre l’ambasciatore statunitense a Kiev, Geoffrey Pyatt, ha detto che Washington “non è disposta a riconoscere un qualsiasi risultato del cosiddetto referendum“. Infine, il ministero della Difesa russo ha messo in allerta la 98.ma Divisione Aerotrasportata della Guardia di Ivanovo, città ad est di Mosca, trasferendone le unità in luoghi non specificati, per “esercitazioni in condizioni di combattimento simulato” cui partecipano fino al 14 marzo 4000 paracadutisti, 36 aerei da trasporto e numerosi veicoli da combattimento. Le esercitazioni comprenderanno un aviosbarco di 3500 militari.
Il parlamento di Crimea l’11 marzo ha vietato le attività delle organizzazioni golpiste, in quanto minacce alla sicurezza della Repubblica autonoma. Sono vietati così il partito di estrema destra Svoboda e il movimento neo-nazista Fazione Destra, che si oppongono all’indipendenza della Crimea. “Le autorità della Crimea compiono tutti gli sforzi possibili per evitare l’infiltrazione di estremisti nel territorio della repubblica“, dichiara il Consiglio Supremo di Crimea. Il capo di Fazione Destra Dmitrij Jarosh è ricercato per terrorismo mentre un altro attivista di Fazione Destra, Aleksandr Muzichko, è ricercato per torture e assassinio di militari russi in Cecenia nei primi anni 2000. Entrambi sono sulla lista dei ricercati internazionali. Il Consiglio Supremo di Crimea ha ordinato alle forze di sicurezza della Repubblica di arrestare e perseguire chiunque sia sospettato d’incitamento all’odio etnico e alla violenza. Inoltre, il Parlamento della Crimea ha adottato la Dichiarazione d’Indipendenza dall’Ucraina, dichiarando la Crimea Stato indipendente e sovrano in conformità al diritto internazionale, basandosi sul precedente del Kosovo. La dichiarazione è una misura necessaria in vista del referendum sul futuro status della Crimea, del 16 marzo. Il documento è stato adottato nel corso di una sessione straordinaria del Parlamento, con 78 voti su 100. “Noi, membri del parlamento della Repubblica Autonoma di Crimea e del Comune Sebastopoli, sulla base della Carta delle Nazioni Unite e di diversi altri documenti internazionali, e tenendo conto della conferma dello status del Kosovo presso la Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite del 22 luglio 2010, affermando che la dichiarazione unilaterale d’indipendenza di una parte del Paese non viola le norme internazionali, prendiamo questa decisione“. La dichiarazione è stata firmata dal Presidente del Consiglio supremo della Crimea, Vladimir Konstantinov, e dal capo del Consiglio Comunale di Sebastopoli, Jurij Dojnikov. Konstantinov ha detto: “Abbiamo adottato la dichiarazione d’indipendenza per avere un referendum legittimo e trasparente. Ora ci dichiariamo Repubblica di Crimea, senza aggiungere ‘autonoma’“. Konstantinov ha aggiunto che la Crimea non ritornerà mai all’Ucraina, neanche se il presidente deposto tornasse al potere: “La Crimea non farà più parte dell’Ucraina, anche se il presidente deposto, Viktor Janukovich, tornerà al potere. … Il Paese in cui abbiamo vissuto non esiste più. Torniamo sulla nostra via e lo facciamo il più velocemente possibile. Le schede per il referendum sono state stampate e le commissioni elettorali si formano in tutta la Crimea“. Nel frattempo, come ricordato, la polizia e le forze di autodifesa di Crimea si preparano all’assalto dei fascisti galiziani inviati verso la Crimea; sono gli stessi elementi che hanno provocato il bagno di sangue a Kiev, uccidendo novanta persone e ferendone più di cinquecento.
Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov afferma che la Russia prepara una serie di contro-proposte che “tengono conto degli interessi di tutti gli ucraini“, mentre Putin ha avvertito la cancelliera tedesco Angela Merkel e il premier inglese David Cameron di appoggiare pienamente il governo di Crimea. Il Cremlino ha detto che Putin sottolinea che “le iniziative intraprese dalle autorità legittime della Crimea si basano sul diritto internazionale“. Merkel ha risposto che il referendum in Crimea è “illegale”, mentre l’ambasciatore statunitense a Kiev, Geoffrey Pyatt, ha detto che Washington “non è disposta a riconoscere un qualsiasi risultato del cosiddetto referendum“. Infine, il ministero della Difesa russo ha messo in allerta la 98.ma Divisione Aerotrasportata della Guardia di Ivanovo, città ad est di Mosca, trasferendone le unità in luoghi non specificati, per “esercitazioni in condizioni di combattimento simulato” cui partecipano fino al 14 marzo 4000 paracadutisti, 36 aerei da trasporto e numerosi veicoli da combattimento. Le esercitazioni comprenderanno un aviosbarco di 3500 militari.
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