Raramente una forza politica di recente formazione ha raccolto così tanto successo come il “Movimento 5 Stelle” italiano nelle elezioni politiche di febbraio. In men che non si dica il raggruppamento, formatosi intorno al magniloquente comico Beppe Grillo, è riuscito a diventare – grazie alla sua totale opposizione nei confronti di tutti i partiti esistenti – la terza forza in entrambe le Camere del Parlamento. Nessuna meraviglia quindi che i “grillini” appaiano un esempio da seguire: e così nel frattempo si è formato anche in Germania un “Movimento 5 Stelle”. Già nei prossimi giorni dovrebbe essere formato il nuovo partito, afferma Wolfgang van de Rydt, che ha iniziato il progetto insieme ad alcuni compagni di lotta – tra questi molti insegnanti e giornalisti. La propaggine tedesca avrebbe nel frattempo già un forte programma di 25 pagine.
Esattamente come i grillini italiani, anche i tedeschi rivendicano un completo cambiamento del sistema – sia quello politico che quello economico. «Noi infatti non vogliamo una democrazia che si riduca quasi esclusivamente alle trattative degli apparati di partito», afferma van de Rydt. Il movimento non intende ancora entrare in competizione elettorale alle elezioni del 2013, bensì a successive elezioni regionali o nazionali. Per il 22 settembre fa quindi appello al boicottaggio delle elezioni. In ogni caso lo scatenato movimento vuole quasi completamente togliere il potere ai partiti: decisioni importanti – soprattutto di politica interna, estera e di bilancio – dovrebbero essere prese in futuro direttamente dal popolo. Finanziamenti statali ai partiti non dovrebbero essercene più, in future elezioni sulle liste dovrebbero apparire solo persone singole.
«Vediamo un’assoluta discrepanza tra i desideri del popolo e della politica», afferma van de Rydt. Troppo spesso la politica avrebbe sfidato la volontà della maggioranza – come quando si è trattato di interventi militari dell’esercito o di salvataggi come l’Esm. Con il “Movimento 5 Stelle”, l’esercito di protesta degli elettori potrebbe ottenere un’altra nuova voce. Infatti, si basa sulla stessa miscela di idealismo populista e opposizione di base, che si è rivelata anche nel gruppo di Beppe Grillo come uno stratagemma di marketing molto abile. Anche i tedeschi criticano la politica della crisi europea, inveiscono contro il capitalismo finanziario e condiscono il loro programma con filippiche eloquenti contro la classe politica che, a loro dire, è completamente marcia e corrotta. Con i partiti costituiti, questo è sicuro, non si vuole collaborare – come Grillo, del resto.
E anche se il M5S si pone per un libero sviluppo del singolo individuo, dovrebbero essere applicate ai politici forti restrizioni: gli stipendi dovrebbero essere abbassati per essere adattati al salario medio della popolazione, un secondo lavoro dovrebbe essere proibito, mentre le regole per garantire l’immunità andrebbero abolite. «Le condizioni di vita, le abitazioni e le residenze dei funzionari eletti e dei dipendenti pubblici devono essere semplici e modeste», si legge in modo nebuloso nel programma del M5S. In Internet questo “essere contro” ad ampio spettro ottiene una buona risposta: la pagina Facebook del movimento ha già raccolto oltre 4000 amici. Quanti effettivi sostenitori abbia il movimento in Germania, questo attualmente non si può quantificare con precisione, dice Wolfgang van de Rydt, che lavora come consulente di famiglia a Ingelheim. Ma ogni giorno si segnalerebbero nuovi interessati. Molti di loro avrebbero già avuto esperienze in altri movimenti o partiti – come i Pirati o i Verdi. Proprio i due partiti vengono accusati dai grillini tedeschi di essere solo una decalcomania di tutti gli altri partiti del sistema, sebbene originariamente siano partiti con obiettivi alti.
Anche le posizioni in materia di politica economica e fiscale potrebbero rivelarsi attraenti: il “Movimento 5 Stelle” vuole estendere le funzioni dello Stato in maniera massiccia. Così dovrebbero esservi una connessione internet gratuita per tutti, un reddito di base incondizionato e un’assistenza sanitaria statale. Da una parte il raggruppamento, che si richiama tra l’altro a Ludwig Erhard, vuole fondamentalmente tutelare il diritto di proprietà, come van de Rydt e i suoi colleghi affermano, tuttavia, questo non è valido per tutti: aziende privatizzate nel settore dell’energia, dei trasporti e della sanità dovrebbero essere di nuovo nazionalizzate. E, se una società progetta di trasferire un’azienda all’estero, in futuro dovrebbe essere consentito ai suoi dipendenti di prendere l’azienda semplicemente a proprio carico. Anche soldi statali per il salvataggio delle banche non devono più esservi, chiede il gruppo. Che questo possa mettere a rischio anche depositi e obbligazioni di clienti privati, van de Rydt non lo accetta. «Le banche private sono società private – punto», dice. «Se cadono in difficoltà, dovrebbero essere facilmente sciolte. In questo caso banche cooperative potrebbero occupare il loro posto».
(“Ancora un partito di protesta per la Germania”, da “Handelsblatt” del 24 maggio 2013, ripreso da “Megachip”).
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