Ultimatum a Morsi dalla piazza e dall’esercito
Sta avendo molto risalto nei media tradizionali di tutto il mondo la notizia di un ultimatum dell’opposizione egiziana al presidente Morsi, esponente dei fratelli musulmani. Come riportano numerose agenzie di stampa i ribelli hanno minacciato l’inizio di non meglio specificate forme di disobbedienza civile a partire dalle 17:00 di domani, martedì 2 luglio 2013.
Ma la vera notizia non è stata così ampiamente divulgata sui canali internazionali. Questa mattina il Capo di Stato Maggiore dell’esercito egiziano generale El Sisi ha avuto un incontro con il presidente egiziano Morsi.
El Sisi potrebbe aver chiesto le dimissioni del presidente egiziano, in caso contrario l’esercito potrebbe essere chiamato a prendere in mano il controllo della situazione in Egitto. L’esercito sembra comunque in parte trattenuto dall’apparente contrarietà americana alla sostituzione del presidente egiziano. Tuttavia negli ultimi mesi la posizione dei sostenitori di Morsi all’interno dell’amministrazione Obama sembra essersi notevolmente indebolita, in particolare dopo l’assassino a Bengasi dell’ambasciatore americano Richard Thorne e i fallimenti strategici in Siria e Iran.
Il generale El Sisi, sembra quindi aver ricevuto luce verde da parte degli Stati Uniti, principali sostenitori stranieri dell’esercito egiziano, a patto di non soffocare la nascente democrazia egiziana con un governo militare sine die.
L’intervento dell’esercito non è però privo di rischi, in quanto i sostenitori del presidente Morsi disposti a difendere il potere ora nelle loro mani sono milioni, e centinaia di migliaia coloro che nelle scorse serate hanno preso parte a manifestazioni in sostegno di Morsi.
Tra di essi, così come mostrano alcuni video visionati da GPC, alcune centinaia si sono addestrati nelle piazze al combattimento corpo a corpo mediante l’utilizzo dei manganelli, con un’impostazione quasi militare delle tecniche addestratrive. Esiste quindi una parte dei sostenitori di Morsi pronta non solo a manifestare, ma anche a combattere fisicamente per difendere il risultato del voto dell’anno scorso.
Sono giorni cruciali per l’Egitto, il medio oriente e anche per l’Europa, GPC al seguirà al meglio per voi.
Ma la vera notizia non è stata così ampiamente divulgata sui canali internazionali. Questa mattina il Capo di Stato Maggiore dell’esercito egiziano generale El Sisi ha avuto un incontro con il presidente egiziano Morsi.
El Sisi potrebbe aver chiesto le dimissioni del presidente egiziano, in caso contrario l’esercito potrebbe essere chiamato a prendere in mano il controllo della situazione in Egitto. L’esercito sembra comunque in parte trattenuto dall’apparente contrarietà americana alla sostituzione del presidente egiziano. Tuttavia negli ultimi mesi la posizione dei sostenitori di Morsi all’interno dell’amministrazione Obama sembra essersi notevolmente indebolita, in particolare dopo l’assassino a Bengasi dell’ambasciatore americano Richard Thorne e i fallimenti strategici in Siria e Iran.
Il generale El Sisi, sembra quindi aver ricevuto luce verde da parte degli Stati Uniti, principali sostenitori stranieri dell’esercito egiziano, a patto di non soffocare la nascente democrazia egiziana con un governo militare sine die.
L’intervento dell’esercito non è però privo di rischi, in quanto i sostenitori del presidente Morsi disposti a difendere il potere ora nelle loro mani sono milioni, e centinaia di migliaia coloro che nelle scorse serate hanno preso parte a manifestazioni in sostegno di Morsi.
Tra di essi, così come mostrano alcuni video visionati da GPC, alcune centinaia si sono addestrati nelle piazze al combattimento corpo a corpo mediante l’utilizzo dei manganelli, con un’impostazione quasi militare delle tecniche addestratrive. Esiste quindi una parte dei sostenitori di Morsi pronta non solo a manifestare, ma anche a combattere fisicamente per difendere il risultato del voto dell’anno scorso.
Sono giorni cruciali per l’Egitto, il medio oriente e anche per l’Europa, GPC al seguirà al meglio per voi.
photo by: Gigi Ibrahim
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