spirito critico

PENSATOIO DI IDEE

sabato 21 settembre 2013

PIU' PIL PER TUTTI

 

Oggi saranno riviste al ribasso le stime del Pil. Bruxelles non farà sconti

La crescita non si vede ancora e l'Italia rischia di sforare il 3 per cento. La commissione europea torna a farsi sentire e Saccomanni ribadisce che il nostro paese manterrà gli impegni


È sempre più improbabile – al netto di modifiche alla scelta fatta sull’Imu – che il governo possa evitare l’aumento di un punto dell’Iva che scatterà dal 1° ottobre. Aumento, peraltro, deciso dal governo Berlusconi due anni fa, come non si stanca di ricordare il ministro Zanonato. Inutilmente, perché dal Pdl è partito da tempo l’ordine di scuderia di sparare cannonate sulla questione, adottata come nuova bandiera, dopo quella della tassa sulla casa.
Ieri, però, i warning contro l’aumento dell’Iva non sono venuti soltanto dal Pdl: si sono fatti sentire Confcommercio, le associazioni dei consumatori, gli agricoltori. C’è poi l’allarme, condiviso dal ministro Giovannini, per l’aumento dell’Iva dal 4 al 10 per cento a carico delle prestazioni rese dalle cooperative sociali per conto di comuni e asl.
Le preoccupazioni riguardano gli effetti depressivi sull’economia, le conseguenze sui redditi delle famiglie e i riflessi occupazionali. Il fatto è che, come ha osservato Graziano Delrio, rispondendo indirettamente a Stefano Fassina, è difficile tornare indietro sull’Imu ed è complicato trovare le risorse per l’Iva. Ci sono poi la seconda rata dell’Imu, gli ammortizzatori sociali, il rifinanziamento delle missioni italiane all’estero.
Oggi il governo rivedrà al ribasso le stime di crescita: l’Italia rischia di sforare il tetto del 3 per cento del rapporto deficit/pil, cosa che imporrebbe aggiustamenti se non una vera e propria manovra aggiuntiva. Nella nota di aggiornamento al Def che andrà in consiglio dei ministri sarà previsto un pil al -1,7 per cento nel 2013 (contro il -1,3 fissato ad aprile) e una crescita di circa l’1 per cento nel 2014 (la stima precedente era dell’1,3). Il debito pubblico crescerebbe di qualche punto, a 132.
Tutte notizie poco confortanti, che si innestano su una situazione politica in subbuglio che sta progressivamente deteriorando i rapporti nella maggioranza.
In questo quadro, l’Europa non ha alcuna intenzione di fare sconti. «Se l’Italia sfonderà il 3 per cento occorreranno misure» hanno fatto sapere ieri da Bruxelles. «Decidiamo da soli come rispettare i vincoli»ha replicato a stretto giro Maurizio Lupi.
E sempre la commissione europea ha diffuso ieri uno studio sul mancato gettito dell’Iva nei paesi dell’Unione; ebbene, il nostro paese è risultato quello più incapace di incassare quanto dovrebbe: oltre 36 miliardi di euro persi nel 2011. Seguono la Francia, la Germania, la Gran Bretagna, la Spagna. «Il 3% non si sfora, è un obiettivo – hanno ribadito dal ministero dell’economia – da perseguire ad ogni costo, un paletto che non si discute».

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