Dall’olio al riso, dai salami al vino Chianti: l’agroalimentare a francesi e spagnoli
Gli stranieri alla conquista dei marchi più famosi: Carapelli, Scotti, Fiorucci, ma anche Gancia e Star. E ancora Galbani, Locatelli, Invernizzi e Eridania
Gli spagnoli alla conquista delle aziende italiane. Non accade solo nel settore delle telecomunicazioni (Telefònica è salito dal 46 al 65 per cento di Telco che controlla il 22,4% di Telecom) e dei trasporti (si riparla insistentemente di un aumento della presenza francese in Alitalia). Secondo Coldiretti, infatti, “siamo di fronte ad una escalation della presenza spagnola in Italia con il passaggio il mese scorso del 25 per cento di Riso Scotti nelle mani della multinazionale alimentare iberica Ebro Food, dopo che il Gruppo Agroalimen di Barcellona era salito al 75 per cento nella proprietà di Star mentre già nel 2011 la Fiorucci salumi era stata acquisita dalla Campofrio food holding e nel 2008 la Bertolli era finita al gruppo Sosche nel 2006 aveva già rilevato Carapelli e Sasso“. La Coldiretti ha condotto uno studio sulle acquisizioni straniere in Italia.
Spagnoli e francesi – sottolinea la Coldiretti – si sono divisi gran parte dei marchi storici dell’agroalimentare italiano finiti in mani straniere per un fatturato di almeno 10 miliardi di euro dall’inizio della crisi che ha reso più facili le operazioni di acquisizione nel nostro Paese. “Dopo aver fatto man bassa dei marchi più prestigiosi dell’olio di oliva italiano (Bertolli, Carapelli e Sasso), le imprese spagnole – precisa la Coldiretti – hanno alzato il tiro mettendo a segno quest’anno la partecipazione a parte del capitale della riso Scotti di Pavia dopo 153 anni di attività con proprietà esclusivamente italiana. Una operazione che è stata preceduta dall’acquisizione avvenuta per tappe successive della quota maggioritaria del gruppoStar fondata da Regolo Fossati il 19 giugno 1948 a Muggiò e che ha inventato il ragù pronto. LaCampofrio Food Holding, leader in Europa nel settore delle carni lavorate, con sede a Madrid, ha invece acquisito nel 2011 il 100% della Fiorucci salumi, fondata nel 1850. Anche la società della pasta Del Verde industrie alimentari spa nel 2009 è divenuta di proprietà della spagnola Molinos Delplata che fa parte però – precisa la Coldiretti – del gruppo argentino Molinos Rio de la Plata“.
Non meno incisiva è l’avanzata francese in Italia – sottolinea ancora l’organizzazione degli agricoltori – che riguarda soprattutto due settori simbolo del Made in italy come l’alimentare e la moda. All’inizio di luglio c’è stata la cessione dell’80 per cento dell’azienda Loro Piana al gruppo francese Lvmh (Louis Vuitton) per 2 miliardi di euro dopo che alla fine del mese di giugno la stessa multinazionale del lusso aveva acquisito una partecipazione di maggioranza nel capitale sociale della Confetteria Cova, che gestisce la nota pasticceria milanese.
La Lvmh di Bernard Arnault aveva già in portafoglio Bulgari ed è proprietario di Fendi, Emilio Pucci eAcqua di Parma mentre – continua la Coldiretti – la sua rivale francese Ppr di Francois-Henry Pinaultcontrolla Gucci, Bottega Veneta e Sergio Rossi. Il colpo più grosso nell’alimentare i francesi lo hanno messo a segno nel 2011 con la Lactalis che è stata, invece protagonista dell’operazione che ha portato la Parmalat a finire sotto controllo transalpino, dopo aver già acquisito in passato la Galbani, la Locatelli e l’Invernizzi, mentre il 49 per cento di Eridania Italia operante nello zucchero è stato ceduto alla franceseCristalalco nel 2011.
Nel 2010 il 27 per cento del gruppo lattiero caseario Ferrari Giovanni Industria Casearia, fondata nel 1823 che vende tra l’altro Parmigiano Reggiano e Grana Padano è stato acquisito dalla franceseBongrain Europe e la Boschetti Alimentare, che produce confetture dal 1981, è diventata di proprietà della francese Financière Lubersac che ne detiene il 95 per cento, mentre la Orzo Bimbo è stata acquisita nel 2008 dalla francese Nutrition&Santè del gruppo Novartis e le Fattorie Scaldasole sono finite dopo un passaggio alla Heinz alla francese Andros nel 2006.
In generale negli ultimi anni sono passati in mani straniere marchi storici dell’agroalimentare italiano daglispumanti Gancia acquisiti al 70 per cento dall’oligarca russo Rustam Tariko (2011), fino al leader italiano dei pomodori pelati Pelati Antonino Russo con la nascita di una nuova società denominata “Princes Industrie Alimentari SrL” controllata al 51 per cento dalla Princes della giapponese Mitsubishi (2012). Nel 2013 – ricorda ancora la Coldiretti – per la prima volta la produzione di vino Chianti nel cuore della Docg del Gallo Nero è divenuta di proprietà di un imprenditore cinese. “I grandi gruppi multinazionali investono nell’agroalimentare e nella moda nazionale perché vedono una prospettiva di futuro in questi settori trainanti del Made in Italy che spesso non viene riconosciuta in Italia dove troppo spesso – conclude la Coldiretti – si preferisce guardare al contingente e non al modello di sviluppo sul quale puntare per far crescere il Paese”.
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