spirito critico

PENSATOIO DI IDEE

giovedì 29 agosto 2013

IO NON C'ERO E SE CI FOSSI STATO NON RICORDO.

Condanna Mediaset, Berlusconi: “Sentenza allucinante basata sul nulla”

Il leader Pdl: "Se pensano di eliminarmi con il voto è una ferita per la democrazia". Neppure il tempo di leggere le 208 pagine di motivazioni depositate oggi in Cassazione e dal fronte berlusconiano sono fioccate le dichiarazioni. D'Alessandro: "Sentenza da non rispettare". Biancofiore: "Palesemente contra personam, speriamo in giudice a Strasburgo". Ironie sulla celerità dei magistrati. Il Pd sull'incandidabilità: "Niente tempi supplementari" per il Cavaliere

Condanna Mediaset, Berlusconi: “Sentenza allucinante basata sul nulla”
L’intervento del leader Pdl è l’apice di un fuoco di fila partito dal Pdl contro i magistrati quando delle motivazioni si conoscevano ancora pochi frammenti diffusi dalle agenzie. “Giustizia record per Berlusconi, già depositate le motivazioni della sentenza“, ironizza Daniela Santanchè. Un verdetto che “non si può rispettare”, afferma Luca D’Alessandro, segretario della commissione Giustizia della Camera. Mentre per l’altra pasionaria berlusconiana Michaela Biancofiore, sottosegretaria alla presidenza del Consiglio, “si ritorna al teorema del non poteva non sapere”. Neanche il tempo di leggere le 208 pagine di motivazioni della condanna di Silvio Berlusconi al processo sui diritti Mediaset, e il Pdl apre la corsa alle dichiarazioni. Che spesso non tengono affatto conto di quello che la sentenza dice davvero. “La giustizia in Italia – afferma Santanchè – è un qualcosa che si piega alle esigenze politiche del momento. Da vent’anni sta dalla parte opposta a quella di Silvio Berlusconi colpevole di avere sconfitto la gioiosa macchina da guerra di Occhetto. E’ urgente una riforma della giustizia, cosi come è necessario che la giunta per le elezioninon si trasformi nella mutilazione definitiva della democrazia”. 
”Verdetti come questo, motivazioni come questa, non solo si criticano ma non si possono rispettare”, sentenzia Luca d’Alessandro. “Perché i primi a non rispettare certi comportamenti sono proprio coloro che dovrebbero essere e apparire imparziali. E che tali, alla luce dei fatti, non sono”. Per D’Alessandro, “la dimostrazione del ruolo politico che ha inteso assumere la Sezione feriale della Cassazione diventa palese ed evidente quando i giudici sottolineano che la sentenza è stata emessa dall’’intero collegio’, entrando così con un atto processuale in un dibattito politico e disciplinare che non compete ai giudici”.
Tra i primi a intervenire c’è anche il senatore Francesco Giro: “Leggeremo con attenzione e con il rispetto dovuto” le carte, premette Giro, “ma dalle prime scarne notizie lo stile appare iperbolico (‘ideatore sistema illecito’) e apodittico (‘aziende a lui facenti capo in vario modo… mantenendo in posizioni strategiche soggetti da lui scelti’). L’esperienza”, aggiunge, “ci ha tristemente insegnato che uno stile apodittico e iperbolico cela sempre dietro di sè un apparato probatorio inevitabilmente esile ed inconsistente”. Mentre Enrico Buemi, capogruppo Psi nella Giunta per le elezioni al Senato che dovrà decidere sulla sopraggiunta incandidabilità del leader Pdl, ironizza come la Santanchè sull’”efficienza inedita per la giustizia italiana” a proposito dell’arrivo delle motivazioni neppure un mese dopo la lettura della sentenza. 
La fedelissima Michaela Biancofiore spera invece in un “giudice a Strasburgo“, riferendosi alla Corte europea dei diritti dell’uomo presso la quale Berlusconi ha già annunciato un ricorso. La sentenza “è l’ennesimo scoramento, è l’ennesima doccia fredda”, afferma il sottosegretario pidiellino alla Presidenza del Consiglio. Biancofiore cita alcuni brani delle motivazioni diffusi dalle agenzie di stampa. Dai quali desume che i giudici della Cassazione hanno condannato Berlusconi “palesemente contra personamsulla base di congetture, di mail senza riscontri, senza la ‘prova’ che dovrebbe essere il cardine del fare giustizia”. Secondo Biancofiore, “si ritorna al teorema del non poteva non sapere, che di fatto smentiscel’intervista del giudice Esposito e lo contraddice. Dove sono finiti Tizio, Caio e Sempronio che testimoniano? Nelle motivazioni infatti si legge che Berlusconi non poteva essere ‘un imprenditore così sprovveduto da non avvedersi, dei maggiori costi o al punto che i soggetti che a lui facevano riferimento potessero occultaglielo’. E chi lo dice ? Dov’è la prova?”.
Dal fronte del Pd parla il responsabile Giustizia del partito, Danilo Leva, che torna a promettere un voto senza incertezza sull’incandidabilità di Silvio Berlusconi: “Le motivazioni depositate dalla suprema Corte su cui si fonda la sentenza Mediaset sono chiarissime e non lasciano spazio ad alcuna libera interpretazione, giustificando in pieno la condanna a 4 anni di reclusione per frode fiscale di Silvio Berlusconi”. Di questo, continua, “la politica non può che prendere atto. La giunta per le immunità al Senato sarà chiamata ad applicare la legge che in uno stato di diritto è uguale per ciascun cittadino. Non sono previsti tempi supplementari”.
Una linea confermata da Alfredo D’Attorre, responsabile Riforme istituzionali della segreteria dei democratici. “Adesso il Pd può essere ancora più determinato e unito nel respingere qualsiasi ricatto del Pdl sulla decadenza di Berlusconi e per sostenere l’azione del governo nel segno dell’equità e del lavoro. Ci sono anche le condizioni per accelerare sulla riforma elettorale e per avviare in tempi certi l’iter di circoscritte riforme costituzionali che il Paese attende da decenni”.

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