Compravendita senatori, Berlusconi e Lavitola rinviati a giudizio a Napoli
De Gregorio patteggia 20 mesi
Seconda l'accusa l'ex esponente dell'Idv fu corrotto per far cadere Prodi
Rinvio a giudizio per Silvio Berlusconi e Valter Lavitola, imputati nel processo per la presunta compravendita di senatori al fine di far cadere il governo Prodi.
Lo ha deciso il gup Amalia Primavera. La prima udienza del processo è stata fissata per l'11 febbraio 2014. Il gup ha inoltre accolto la richiesta di patteggiamento avanzata da Sergio De Gregorio a 20 mesi. È stata accolta dal gup la richiesta di patteggiamento a 20 mesi di reclusione avanzata dalla difesa di Sergio De Gregorio, nell'ambito dell'inchiesta sulla presunta compravendita di senatori. Il dispositivo - con il rinvio a giudizio per Berlusconi e Lavitola - è stato letto dal giudice Amelia Primavera dopo circa un'ora e mezza di camera di consiglio. L'avvocato Carlo Fabbozzo, che assiste l'ex senatore De Gregorio, si è detto soddisfatto. Assente l'avvocato del Cavaliere Michele Cerabona, che aveva lasciato l'aula poco dopo aver terminato la sua discussione.
Le reazioni.
Il primo a commentare la notizia in arrivo da Napoli è Daniele Capezzone (Pdl) presidente della Commissione finanza della Camera: «Resto incredulo non solo dal punto di vista giuridico, ma ancor più dal punto di vista politico. Chiunque abbia buona memoria ricorda perché cadde Prodi: per un verso, scelte dissennate in materia economica e fiscale, che determinarono una clamorosa impopolarità di quell'Esecutivo; e per altro verso, l'attacco giudiziario alla famiglia dell'allora ministro Mastella».
La deposizione.
«Ho dato dei soldi a De Gregorio, ma non per corromperlo». Dice la sua durante l'udienza preliminare Valter Lavitola,ex direttore de L’Avanti, indagato nell’inchiesta sulla presunta compravendita di senatori, che vede coinvolto anche Silvio Berlusconi.
La procura di Napoli ha chiesto il rinvio a giudizio per il leader del centrodestra. Sergio De Gregorio, che ha ammesso di esser stato corrotto, ha chiesto di patteggiare. Secondo l’accusa, rappresentata dai pm Henry John Woodcock e Alessandro Milita, Berlusconi e Lavitola sono entrambi responsabili di corruzione per aver convinto il senatore Sergio De Gregorio, pure lui indagato per lo stesso reato, a lasciare l’Italia dei Valori mentre era presidente della commissione Difesa e a lavorare, anche grazie ai soldi ricevuti, all’operazione che puntava a mettere in minoranza il governo Prodi.
Lavitola, parlando a braccio, ha ammesso di avere consegnato consistenti somme di denaro a Sergio De Gregorio, ma ha affermato che quei soldi provenivano dal finanziamento al quotidiano L'Avanti!, dei quali entrambi erano soci, e che parte del denaro era stato in precedenza prestato da De Gregorio allo stesso Lavitola.
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