D'Alema: Renzi non è adatto a fare il segretario, comunque la prova del budino è nel mangiarlo
"La prova del budino è nel mangiarlo. Vedremo come sarà questo budino" e "quello che si annuncia fin qui non è particolarmente brillante", sostiene l'ex premier Pd Massimo D'Alema, parlando della possibile nuova Segreteria Renzi dopo le primarie Pd dell'8 Dicembre. "Trovo nella propaganda di Renzi - continua D'Alema, ospite ad 'Agorà' su Raitre- l`eco di un tardo-blairismo: l`idea cioè, molto di moda negli anni `90, che la sinistra debba nutrirsi di valori liberali. Poi abbiamo avuto la crisi del capitalismo selvaggio e oggi il dibattito culturale è su un`altra onda. Trovo quindi che l`impostazione politico-culturale di Renzi sia vecchia".
D'Alema: "Renzi non è adatto a fare il segretario" - "La differenza – dice il leader Maximo - non è tra giovani e vecchi, ma tra due concezioni diverse del ruolo del Partito democratico: c`è chi vuole farne una forza di sinistra e chi invece vuole farne un partito `acchiappa-tutto`. I suoi avversari non sono vecchi ma giovani, mentre molti dei suoi sostenitori sono vecchi". "Renzi avrebbe dovuto riservarsi per la competizione che gli sta più a cuore, quella per la guida del Paese. Non ho cambiato idea su di lui, penso non sia adatto a fare il segretario del Pd. Dopodiché quello che Renzi pensa di me lo avete sentito. E io non sono abituato a porgere l`altra guancia", afferma l’ex premier. "Il vero cavallo di battaglia Renzi che di idee nuove ne ha proposte pochissime - spiega - è continuare ad attaccare me. Vorrei ricordargli che noi le elezioni le abbiamo vinte due volte nel corso di questi anni e abbiamo portato la sinistra italiana per la prima volta nella sua storia al governo del Paese. Renzi è ignorante da questo punto di vista, mente. È spiritoso, brillante, ma è superficiale e questo non depone molto a favore di chi dovrebbe diventare il leader del più grande partito italiano".
"Non temo la scissione" - "Non temo – dice ancora D'Alema sul Pd- la scissione, sono preoccupato del rischio di un abbandono silenzioso. Il nostro è un partito plurale, se dovesse somigliare alla Democrazia cristiana dei signori delle tessere, ho l`impressione che una parte dei nostri iscritti non si sentirebbe più a casa sua". "Faccio una previsione. Questi sondaggi sono campati in aria e il voto degli iscritti al Pd rifletterà abbastanza precisamente l`orientamento degli elettori, come accaduto alle ultime primarie per Bersani. Se però dovesse esserci una massiccia partecipazione di elettori del centrodestra e del Movimento 5 Stelle, allora il risultato cambierà", sostiene Massimo D`Alema, parlando ad Agorà su Rai3, dove ha immaginato un testa a testa tra Matteo Renzi e Gianni Cuperlo nelle primarie del Pd, a differenza dei sondaggi che attribuiscono una netta vittoria del sindaco di Firenze.
"C'è un testa a testa con Cuperlo" - "C`è comunque un testa a testa. Renzi non raggiunge il voto della maggioranza assoluta degli iscritti. Forse avrà il 43-44 percento, ma Cuperlo avrà il 42 percento. Questa battaglia congressuale resta aperta e noi combatteremo fino all`ultimo voto. Alla fine – dice D'Alema- Renzi potrà prevalere, ma grazie all`acquisizione all`ultimo minuto di De Luca, al sostegno di Bassolino, Veltroni, Franceschini. È inutile che faccia il giamburrasca: lui è l`uomo dell`establishment, e vedremo i prezzi che dovrà pagare a questo establishment. Io non lo sottovaluto e so quanto è forte, ha un ampio sostegno da Briatore a De Benedetti, però lui non sottovaluti gli altri: in quasi tutte le grandi aree urbane ha prevalso Cuperlo, che raccoglie un voto giovanile e un voto maturo di chi pensa che non possiamo diventare un partito che assomigli alla peggiore Democrazia cristiana".
"L'onere della prova spetta al vincitore" - "Se Renzi – aggiunge ancora l'ex Premier- dovesse vincere, cosa che spero non accada, le condizioni perché il Pd sia un partito unito e non si trasformi nel campo di battaglia di uno scontro permanente, dipendono da lui. Certo, se gli argomenti sono quelli di ieri sera in tv, ad esempio la liquidazione della maggior parte degli esponenti della sinistra, si tratta di un programma di guerra. L`onere della prova spetta al vincitore".
18 novembre 2013
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