In Basilicata vince Pittella
Ma la metà non ha votato
Il leader del centrosinistra in netto vantaggio nelle elezioni regionali.
Centrodestra meglio dei 5 Stelle, l’astensionismo il primo partito.
Tre elementi emergono con chiarezza quando lo spoglio delle schede per le elezioni regionali in Basilicata sono ad un terzo del totale: il centrosinistra si avvia a vincere con un margine molto netto; il partito più «forte» è quello del non voto, visto che oltre la metà dei 575.160 elettori sono rimasti a casa; il Movimento 5 Stelle, che aveva dato l’impressione di poter diventare il secondo partito, non ha sfondato, scavalcato nettamente dal centrodestra.
La vittoria del centrosinistra - che non è mai stata in discussione - dimostra che lo schieramento guidato da Marcello Pittella (Pd) è forte e ben radicato in Basilicata: «È stata premiata la buona amministrazione», ha detto senza mezzi termini il leader del Pd, Guglielmo Epifani. Alla richiesta di commentare il primo andamento dello spoglio, Pittella è stato cauto ma incline ad «accettare» la vittoria: «Provo gioia e amarezza: gioia per il risultato che va profilandosi, amarezza per il marcato astensionismo». Ad indebolire il centrosinistra, nell’impressione precedente al voto, non sono bastati né l’inchiesta su «rimborsopoli» (l’uso illecito di fondi da parte di amministratori e consiglieri che ha portato ad aprile scorso alle dimissioni del presidente della giunta e alla conseguente fine anticipata della legislatura, con inevitabili nuove elezioni), né le divisioni interne al Pd in occasione delle primarie per scegliere il candidato presidente: Pittella si è imposto a dispetto delle indicazioni dei maggiori esponenti del partito, dando una prima indiscutibile dimostrazione di forza. Oltretutto, proprio il Pd si appresterebbe - dopo un calo nelle elezioni politiche del febbraio scorso - a tornare ad essere il primo partito quasi in ogni zona della Basilicata.
Il dato sul partito del non voto parla chiaro: solo il 47,6 per cento degli elettori lucani sono andati a votare, contro il 62,8 di tre anni prima. Anche considerando che erano 100.595 gli elettori residenti all’estero, oltre il 50 per cento di astenuti sono un numero «troppo alto» per una regione solitamente «presente» ad ogni competizione elettorale. Il terzo elemento riguarda il Movimento 5 Stelle: negli ultimi due giorni della campagna elettorale - considerate anche la crisi e l’inchiesta sui rimborsi - con il pieno di spettatori ai comizi di Beppe Grillo a Matera e a Potenza, aveva dato l’impressione di poter confermare il successo delle elezioni politiche (quando conquistò un deputato e un senatore). Ciò avrebbe significato diventare il secondo partito della Basilicata, ai danni del centrodestra. Ma il sogno dovrebbe rimanere tale: il M5S dovrebbe rimanere lontano anche dal centrodestra, che - guidato dal sen. Tito Di Maggio (Scelta civica) - si conferma «eterno secondo» sullo scenario politico lucano. Oltretutto, il M5S subisce anche l’attacco del capogruppo del Pd alla Camera, Roberto Speranza, contestato giovedì scorso in piazza, a Matera, proprio dai grillini: «La nostra vittoria è la migliore risposta alla demagogia e al populismo».
Fra le altre forze in campo, un buon successo sembra ottenere Maria Murante, candidata presidente di Sel e Rifondazione; percentuali molte base, invece, per gli altri quattro candidati.
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