Grazia a Berlusconi, Napolitano: “Solo Il Fatto crede alle panzane sul patto”
L'ufficio stampa del Quirinale all'attacco per un articolo che riporta le posizioni dei falchi del Pdl, secondo i quali il Colle non avrebbe mantenuto la promessa di un atto di clemenza verso il leader condannato. Eppure solo ieri sera la Santanchè ha definito in tv il presidente un "traditore", senza alcuna reazione
Il Quirinale, dunque, se la prende con il Fatto, ma manda anche un messaggio forte anche ai falchi del Pdl, che lo hanno accusato apertamente di tradimento anche al di fuori delle colonne del nostro giornale. Così parlava l’altroieri sera, in tv, all’Arena di Massimo Giletti, la Santanchè: ”In Italia ci sono dei traditori, il primo è il Pd perché è venuto meno ai patti. Poi c’è il Capo dello Stato che sta facendo il suo secondo mandato perché lo ha proposto Berlusconi, ma la pacificazione di cui aveva parlato non c’è”. Dall’ufficio stampa del Quirinale non è arrivata nessuna reazione. Oggi anche il sito del Giornale scrive che “dal Pdl trapelano le accuse di aver ‘tradito’ i patti sottoscritti con Silvio Berlusconi al momento della formazione delle larghe intese”.
Intanto il Corriere della Sera pubblica in apertura di prima pagina e a due colonne un commento di Michele Ainis in difesa di Napolitano dagli attacchi concentrici delle ultime settimane. Attacchi da Berlusconi, “che non se ne fida”, per le vicende giudiziarie di cui sopra. Da Renzi che non ne tollera “i diktat ai partiti”. DaiCinque Stelle che ne chiedono l’impeachment, e persino dall’ex pupillo Mario Monti che dopo la legge di stabilità ha criticato “l’accondiscendenza” del Colle verso il governo. Fino ai giudici della corte d’assise di Palermo che lo vogliono testimone al processo sulla trattativa Stato-mafia. Insomma, scrive Ainis, “attorno a Napolitano si sta scavando un vuoto”.
E’ la seconda volta in quattro mesi che l’ufficio stampa del Quirinale attacca frontalmente Il Fatto Quotidiano. Il nuovo direttore dell’ufficio stampa e della comunicazione di Napolitano, Maurizio Caprara, è tuttora un dipendente in aspettativa di un giornale concorrente, il Corriere della Sera. A differenza del suo predecessore, Pasquale Cascella, che appena investito dell’incarico quirinalizio si era dimesso dall’Unità
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