Unioni civili, Alfano stoppa Renzi: “Pensare prima alle famiglie”
Il vicepremier frena il segretario dem, che aveva posto il tema come uno dei punti del patto di coalizione per il 2014. E replica anche alla richiesta di cambiare la legge Bossi-Fini: "Con la sicurezza degli italiani non si scherza". Cicchitto: "Non obbediamo al Partito democratico". I senatori del Pd: "Andremo avanti anche senza il Ncd"
Angelino Alfano frena la spinta di Matteo Renzi sulle unioni civili. Il pressing del segretario democratico è a tutto campo: sui leader di partito per la legge elettorale, sul Pd per il job act, sulla maggioranza per il patto di coalizione per il 2014. E proprio sui punti dell’accordo si scatena la polemica politica, innescata dal leader del Nuovo Centrodestra, intervistato dal Tg2: ”Non si può pensare alle unioni civili senza pensare prima alle famiglie”. Altra richiesta del sindaco di Firenze, il superamento della legge Bossi-Fini sull’immigrazione: “Con la sicurezza degli italiani non si scherza”. Sulla stessa linea anche il collega di partito Fabrizio Cicchitto, che dai microfoni di SkyTg24 lancia l’affondo nei confronti di Renzi: “Noi non obbediamo al Pd”. Al Nuovo Centrodestra rispondono i senatori del Pd: “Andiamo avanti anche senza di loro”.
Ma il ministro dell’Interno non si limita a stoppare il leader del Pd e bolla l’uscita del sindaco di Firenze come un autogol. “Sembrerà paradossale ma noi del Ncd siamo avvantaggiati da queste richieste di Renzi – spiega Alfano in un’intervista al Messaggero – perché rende chiaro che per la sinistra, in una fase così drammatica per l’Italia, la priorità sta sull’immigrazione e sulle unioni civili. Mentre per noi prima degli immigrati vengono gli italiani“. E rilancia: “Le nostre priorità sonolavoro, impresa, famiglia. E shock burocratico”.
Il vicepremier richiede poi di approfondire la questione della legge sull’immigrazione. “Bisognerà entrare nel merito e, appunto, capire bene oltre gli slogan cosa si vuole. La Bossi-Fini -spiega- contiene tanti capitoli: bisogna capire di cosa stiamo parlando. Di certo una cosa è chiara: per noi con la sicurezza degli italiani non si scherza”. E fornisce un esempio a sostegno della sua tesi: “Di quelli che si sono cuciti le bocche a Ponte Galeria c’erano tre spacciatori che certamente nessuno vorrebbe vedere di fronte alle scuole italiane, e un altro, una volta libero, è andato in giro adanneggiare moto. Dunque prima di appassionarci alle cause degli immigrati è bene fare opportuni distinguo”.
Ma nonostante lo stop del vicepremier, i parlamentari del Pd si dicono determinati ad andare avanti, con o senza il sostegno del Nuovo Centrodestra. A prendere posizione in questo senso sono i senatori Andrea Marcucci e Isabella De Monte, che insieme alle colleghe Laura Cantini, Linda Lanzillotta e Rosa Maria Di Giorgi, hanno depositato un ddl che riconosce le unioni civili per le coppie omosessuali. “Tutti gli Stati europei hanno leggi che regolano la questione, è insopportabile ed ingiusto che l’Italia resti indietro- scrivono i parlamentari -. Abbiamo offerto al Ncd la possibilità di fare un passo avanti in un’ottica riformista. Se il partito di Alfano non ci sta, il disegno di legge andrà avanti cercando una maggioranza in Parlamento, esattamente come avvenne per il divorzio”, concludono i senatori, che sottolineano come “le unioni civili non sono certo alternative ad interventi per le famiglie”. E contestano l’inerzia del ministro dell’Interno su questo tema: “Alfano è vicepremier, nel ddl Stabilità poteva inserire più provvedimenti economici di sostegno, e meno prebende”.
A dare man forte ai senatori Pd, ci pensa Davide Faraone, fedelissimo renziano e responsabile welfare del partito. “Alfano dice: ‘Prima le famiglie poi le unioni civili’. Noi ci occuperemo di entrambe, lui in Parlamento dal 2008 su questi temi non è stato proprio un fulmine“, è l’affondo lanciato su Twitter.
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