Letta all’attacco di “Renzusconi”: “Ora la legge sul conflitto d’interesse”
Dietro l'apparente basso profilo, il premier lancia bordate contro l'asse tra il segretario Pd e il leader di Fi. E si schiera per le preferenze. Ma il naufragio della legge elettorale sarebbe un colpo durissimo per l'ascesa del sindaco di Firenze. Che davanti alla rivolta delle sinistra del partito avverte: "Va condivisa, ma se salta il pacchetto finisce la legislatura"
Con la sua solita aria pacata e un esibito basso profilo, Enrico Letta tira pesanti bordate a Matteo Renzi. Che vanno a colpire, tra l’altro, il rapporto del segretario Pd con Silvio Berlusconi, fondamentale per portare a casa almeno il successo sulla legge elettorale, sul quale il sindaco di Firenze si gioca molto, se non tutto. ”E’ ora di affrontare le regole per il conflitto di interessi, gli italiani l’aspettano da tanti tempo e ora l’affronteremo”, afferma il presidente del Consiglio a Otto e mezzo. Il tema “sarà uno dei punti su cui discuteremo nelle prossime settimane. Vorrei entrare nel vivo di questioni legate al trionfo della legalità,ci sono troppi conflitti nel paese”. Da vent’anni a questa parte, però, poche cose irrigidiscono il Cavaliere come l’idea di una normativa su questa materia.
Allo stesso tempo, Matteo Renzi lo ribadisce a metà tra l’avvertimento e il mantra. Se cade il pacchetto delle riforme, cade anche il governo e finisce la legislatura. Il tema è la modifica della legge elettorale elaborata dopo l’intesa tra il segretario del Pd e Silvio Berlusconi: “Qualche franco tiratore ci sarà – dice Renzi al Tg3 – ma se faranno fallire la riforma elettorale senza metterci la faccia, dopo quello che è accaduto per l’elezione del presidente della Repubblica, allora la strada della legislatura sarà in salita, non affosseranno la legge elettorale ma legislatura”. Ma resta il tema degli emendamenti in preparazione nell’area della sinistra del Pd. “Le modifiche sono possibili in Parlamento se tutti sono d’accordo, se no si ricomincia da capo – aggiunge il segretario del Pd – Gli emendamenti saranno discussi dentro il gruppo, alcuni li condivido ma nessuno può farsi la sua legge elettorale, vanno condivisi da Fi fino a Ncd”. Quanto ad emendamenti di minoranza, “non è che – precisa Renzi – non accetto io ma non sia una scusa per far saltare tutto il pacchetto, che prevede l’eliminazione del Senato, la riforma del titolo V, principi che non possono essere messi in discussione da forze che hanno lo 0,01. E’ l’ultima chiamata per la dignità del Parlamento”.
Troppo decisionista? Uguale a Bettino Craxi? “Craxi è stato un personaggio molto importante, finito maluccio. Io non ho mai conosciuto quella stagione, avevo un anno. Comunque basta parlare di passato”. Occorre dire che dire basta alle “chiacchiere non è decisionismo ma è quello che chiedono gli italiani”. Certo, il pungolo al governo resta. “Il governo deve darsi un bello sprint e credo che ci siano tutte le condizioni perché avvenga. Nel patto di governo, però, non ci siano solo espressioni in politichese ma cose concrete”. Ma nessuna voglia di entrare direttamente in gioco: “Il governo è Letta, io faccio un altro mestiere”. Quindi serve un patto da chiudere il prima possibile. Metà febbraio? “Anche meno, il prima possibile, noi faremo una bella direzione, se c’è da discutere si discuterà poi avanti come un treno”.
Dopo un lungo silenzio risponde il presidente del Consiglio Enrico Letta: “Non ho sempre taciuto – ha spiegato il capo del governo a Otto e mezzo rispondendo ad una domanda sul perché non ha replicato a quelle che la Gruber ha definito le “bordate” di Renzi – Io parlo agisco e faccio ciò che è necessario fare quando si è nel mio ruolo. Oggi sono in questo ruolo e devo attuare un programma e fare cose”. “Con Renzi – ha aggiunto – normale dialettica politica”. Il capo del governo non vede rischi in questo confronto: “Ognuno c’ha il suo carattere e, come gli italiani hanno capito, noi siamo molto diversi. Lui ha una grande forza nell’interpretare il suo ruolo ed io penso possa essere indirizzata in positivo, il Paese non ha bisogno di diatribe”. Renzi stila l’elenco dei fallimenti? Letta non si scompone e assicura che il suo governo avrà “altri mesi davanti a sé perché sono assolutamente determinato a proseguire l’opera di risanamento del paese e a lottare contro la disoccupazione. Io credo che 40 mila italiani si ricorderanno di noi: 20 mila over 50 e 20mila sotto i 30 che hanno trovato lavoro grazie ai nostri incentivi. Questo mi interessa: le persone in carne e ossa”. Insomma Letta ha piena fiducia nel segretario del suo partito: “Oggi ha confermato, ed io mi fidodei suoi impegni pubblici, il suo impegno a lavorare insieme in questo anno”.
Quanto alle riforme il percorso avviato da Renzi “è un fatto assolutamente positivo” e “io lo sostengo”. Tuttavia “se in Parlamento c’è un accordo largo alcuni aspetti” della riforma del voto “possono essere modificati. Io ad esempio credo che i cittadini debbano essere resi più partecipi nella scelta dei candidati“.
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