spirito critico

PENSATOIO DI IDEE

mercoledì 24 aprile 2013


Grecia: il governo vuole rinchiudere i cittadini insolventi

di Marco Santopadre 
Il governo ellenico vuole assolutamente riempire le casse dello Stato. Una recente legge permette di rinchiudere i cittadini che devono al fisco più di 5000 euro, e allo scopo il governo pensa a riconvertire vecchie caserme abbandonate in ‘pseudo prigioni’. 
La Grecia, anche a causa delle assurde politiche applicate dai vari governi negli ultimi anni sotto dettatura della troika, pullula di cittadini debitori e insolventi. Nei confronti dello Stato, spesso, visto che la pressione fiscale continua a salire a fronte di una ricchezza sociale sempre minore, della diffusione della disoccupazione e della sottoccupazione e addirittura della fame.
Il governo Samaras però non sembra molto interessato a cambiare rotta rispetto alle sue fallimentari –e criminali – scelte fin qui attuate. L'interesse degli esponenti dell’esecutivo telecomandato da Bruxelles e Francoforte mira più che altro a rimpinguare le casse dello Stato. Come? Estorcendo ai cittadini le tasse e i debiti non pagati, anche a costo di rinchiuderli in una specie di campo di concentramento.
Dove – si sa come va il mondo – ovviamente finiranno tanti poveri cristi che allo stato devono poche migliaia di euro, mentre naturalmente i grandi debitori – grossi imprenditori, armatori, esponenti politici – che in questi anni hanno spostato all’estero le proprie ricchezze, facendosi spesso passare come nullatenenti, la scamperanno, visti gli agganci con l’establishment, la possibilità di pagarsi avvocati di grido e di evitare la punizione elargendo qualche mazzetta quando occorre (l’Italia non è l’unico paese corrotto del continente…).
La malsana proposta è stata spiegata in Parlamento, pochi giorni fa, dal viceministro della Giustizia greco, Kostas Karagkounis. Chi non paga i suoi debiti entro quattro mesi dalla scadenza  dovrà essere punito, e rinchiuso anche per un anno. Ma non nelle già sovraffollatissime carceri elleniche. No.
La brillante idea del governo è quella di attrezzare e riconvertire allo scopo delle caserme dell’esercito attualmente inutilizzate.
“Per detenere gli evasori in condizioni più umane”, ha spiegato il viceministro. Che ha già fatto sapere che si inizierà con un ex campo di addestramento militare nell’Attica, la regione dove sorge la capitale Atene. Che diventerebbe così una sorta di ‘campo di concentramento’ dove finirebbero coloro che una legge recentemente approvata permette di arrestare se devono al fisco dai cinquemila euro in su. La legge in questione permette al cittadino insolvente di rateizzare il debito, ma prevede che una volta saltato il pagamento di una rata si sia comunque passibili di detenzione.
La ‘proposta’ sta generando non poche polemiche e proteste nel paese, anche se in molti sono convinti del fatto che quella del governo è una provocazione, o al massimo una minaccia che in pochissimi casi verrà messa in pratica, e che ha lo scopo di spaventare gli insolventi e convincerli a pagare i loro debiti. E riempiendo le casse dello Stato con qualche milioncino di euro da destinare naturalmente non alla sanità o all’istruzione o all’assistenza sociale, ma al pagamento del debito.
Se si tratta di uno ‘scherzo’ o di una ‘provocazione’ lo vedremo presto. Fatto sta che nelle ultime ore il viceministro Kostas Karagunis è intervenuto di nuovo sulla questione, negando che il suo esecutivo abbia alcuna intenzione di aprire 'campi di concentramento' per chi non paga i suoi debiti. E che anzi nelle caserme-prigioni andranno in pochi, e che la maggior parte di chi verrà punito dovrà semplicemente portare un braccialetto elettronico attraverso il quale controllare i suoi movimenti e lavorare gratuitamente in una sorta di 'carceri agricole' dove ogni giorno di lavoro equivarrebbe a due di carcere.

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