spirito critico

PENSATOIO DI IDEE

giovedì 31 ottobre 2013

MANIFESTAZIONE A ROMA, BOMBE CARTA CONTRO I MINISTERI

Manifestazione Roma: cronaca ora per ora. Bombe carta contro i ministeri


Scontri davanti al dicastero dell'Economia, fermati 15 manifestanti. Otto gli uomini delle forze dell'ordine feriti. Disinnescati tre ordigni. Bersagliata anche la sede delle Ferrovie dello Stato e quella del ministero delle Infrastrutture. Sfondate vetrine di agenzie di credito, cassonetti in fiamme. Attimi di tensione anche vicino alla sede di Casapound. A Porta Pia un presidio pacifico.






Poteva andare peggio il corteo degli antagonisti che si è concluso in serata a Roma. Anche se ci sono stati alcuni momenti di alta tensione. Bombe carta, lanci di sassi, uova e bottiglie, barricate con i cassonetti della spazzatura e scontri con le forze dell’ordine. Finora sono 15 i manifestanti fermati durante il nuovo corteo, partito sabato pomeriggio da piazza San Giovanni, che ha riunito trasversalmente le sigle dei sindacati di base, i movimenti della resistenza alle grandi opere, precari e sfrattati. In più di 70mila dimostranti, secondo gli organizzatori, hanno sfilato nel centro della capitale fino ad arrivare a Porta Pia, dove si è formato un presidio
Sono otto in tutto gli uomini delle forze dell’ordine - tra carabinieri, finanzieri e poliziotti – feriti durante il corteo degli antagonisti di oggi a Roma. Uno di questi è ricoverato al policlinico per un infarto. Gli artificieri hanno disinnescato in piazza della Croce Rossa, nei pressi della sede delle Ferrovie dello Stato, una bomba carta contenente un proiettile calibro 12. Altri due ordigni sono stati trovati durante il tragitto della manifestazione. Se fossero esplosi, sarebbero stati più potenti di una bomba a mano. 
Le maggiori frizioni si sono registrate dapprima davanti alla sede di Casapound, dove alcuni militanti di destra si sono infiltrati nel corteo, poi davanti alla sede del ministero dell’Economia, dove ci sono state cariche di alleggerimento da parte delle forze dell’ordine nei confronti di alcuni manifestanti incappucciatiche hanno ingaggiato una sassaiola contro i blindati. In seguito sono state sfondate le vetrine di una filiale Unicredit in via Boncompagni mentre in via Quintino Sella alcuni cassonetti sono stati incendiati. Tensioni anche davanti al Ministero delle Infrastrutture. Infine il corteo è arrivato davanti alla sede di Ferrovie dello Stato: qui una raffica di bombe carta sono state lanciate contro le forze dell’ordine che si sono preparate a lanciare i fumogeni. La fine del corteo era prevista in piazza di Porta Pia, dove attimi di tensione si sono registrati quando, una volta concluso tutto, un gruppo di persone, evidentemente alla coda, giungendo in piazza ha iniziato a lanciare bottiglie e oggetti contro le forze dell’ordine, le quali hanno lievemente avanzato ma senza cariche.
ECCO LA CRONACA ORA PER ORA
21.03 – Marino: “Grazie alle forze dell’ordine e ai manifestanti pacifici” - “Voglio esprimere, a nome dell’amministrazione, un ringraziamento a tutti coloro che si sono impegnati per garantire il regolare svolgimento della manifestazione di oggi”. Così il sindaco di Roma Ignazio Marino da Cracovia, in Polonia, dove è impegnato nel Viaggio della Memoria. “Penso, in particolare, – spiega – ai manifestanti che sono scesi in piazza pacificamente, al corpo della Polizia Locale di Roma Capitale e alle forze dell’ordine che, con dedizione, hanno garantito il buon andamento dell’iniziativa nonché a tutti quegli operatori che saranno impegnati nel ripristino del decoro a seguito della manifestazione”.
21.02 – Sono tre gli ordigni disinnescati - Contenevano proiettili calibro 12. Le altre bombe carta, oltre a quella in piazza della Croce Rossa, nei pressi della sede delle Ferrovie dello Stato, sono stati trovati durante il tragitto della manifestazione.
20.55 – Otto uomini delle forze dell’ordine feriti - Si tratta di carabinieri, finanzieri e poliziotti. Uno di questi è ricoverato al policlinico per un infarto.

20.54 – Soddisfazione in Questura -  Nonostante i momenti di tensione e alcuni atti vandalici, la macchina della sicurezza ha funzionato e alcuni tentativi di innescare una guerriglia urbana ad oltranza sono stati bloccati in poco tempo. Le forze dell’ordine continuano a presidiare per tutta la notte i luoghi sensibili e piazza di Porta Pia, dove restano i manifestanti ed alcuni sono già accampati con le tende.
20.47 – Alfano: “Eccellente lavoro delle forze dell’ordine” -  Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, si è congratulato con il capo della Polizia, Alessandro Pansa, con il prefetto Giuseppe Pecoraro e il questore di Roma, Fulvio Della Rocca, per “l’eccellente lavoro svolto da tutte le Forze dell’Ordine impegnate per assicurare lo svolgimento delle manifestazioni tenutesi ieri e oggi nella Capitale.
20.38 – Sono 15 i fermati durante gli scontri, anche minorenni - Quattro delle persone sono stati fermate dai carabinieri e 11 dalla polizia. Tra questi ci sono 5 romani, 2 napoletani, un pesarese, un albanese, un casertano, un’aretino, un genovese, un ciociaro e uno di Barletta. Tra loro anche minori: hanno tra i 16 e i 25 anni.
20.31 - Due carabinieri rimasti feriti-  Sono stati colpiti durante gli scontri davanti al ministero dell’Economia. Un ispettore di polizia invece è stato colpito da infarto durante i momenti di tensione che hanno preceduto gli scontri e le cariche.
19.26 – Allontanati incappucciati a Porta Pia - Il gruppo di incappucciati che ha lanciato bottiglie contro le forze dell’ordine è stato inseguito dal servizio d’ordine del corteo e allontanato.
19.22 – Bomba carta con proiettili contro polizia a piazza Croce Rossa – Durante il corteo una bomba carta, contenente un proiettile calibro 12 che fortunatamente non è esploso, è stata lanciata contro la polizia in piazza della Croce Rossa. Gli artificieri sono sul posto.
19.17 – Nuovo lancio di bottiglie - Volano ancora le bottiglie contro le forze dell’ordine che stanno presidiando il ministero delle Infrastrutture. Nella piazza ci sono stati momenti di tensione con fuggi fuggi di manifestanti. Poi la situazione è tornata normale, con le forze dell’ordine che continuano a presidiare la sede del dicastero.
19.10 – Il numero dei fermati sale a 12 - Con il fermo di un manifestante da parte dei carabinieri, sale a 12 il bilancio dei fermati oggi dalle forze dell’ordine dopo gli scontri verificatisi al corteo per le vie di Roma.
19.08 – Carabiniere lievemente ferito - Colpito da una bottiglia di vetro lanciata dai manifestanti contro la sede di Casapound, uno dei carabinieri del presidio disposto in via Napoleone III è rimasto ferito in modo non grave.
19.06 – Manifestanti danzano a Porta Pia – ‘Senza padroni, senza frontiere’. Questo lo striscione che campeggia a piazza di Porta Pia dove i manifestanti, che hanno piantato anche alcune tende simboliche, hanno iniziato da pochi minuti canti e balli. Molti manifestanti dei comitati di lotta per la casa hanno già lasciato il piazzale antistante il ministero dei Trasporti pubblici, dirigendosi verso strade laterali. Costante il monitoraggio della sicurezza da parte delle forze dell’ordine, con i blindati della polizia schierati davanti al ministero guidato da Maurizio Lupi e gli agenti in tenuta antisommossa. ‘Continua l’assedio’, si ripete dagli altoparlanti mentre ogni tanto un fumogeno colora l’aria di arancione.
19.04 – Bombe carta contro ambasciata tedesche - Anche e fumogeni sono stati lanciati oggi pomeriggio anche contro il portone dell’Ambasciata tedesca in Italia, in via San Martino della Battaglia, lungo il percorso del corteo degli antagonisti che ha attraversato il centro della Capitale.

18.45 – Prime tende a Porta Pia - Le prime tende da campeggio sono comparse a Porta Pia, davanti alla sede del ministero delle Infrastrutture, dove sta per concludersi il corteo degli antagonisti che oggi pomeriggio ha attraversato la Capitale. Alcuni manifestanti stanno piantando le canadesi dove passeranno la notte, così come accaduto ieri a piazza San Giovanni, in quella che loro definiscono la “notte bianca del dissenso”. Le prime tende sono state montate ai piedi dei blindati perché gli organizzatori della manifestazione hanno intenzione di passare tutta la notte a Roma. In piazza per ora, mentre le forze dell’ordine continuano a essere in assetto antisommossa, c’è spazio per canti e balli.
18.44 – 11 i fermi - Sono 11 le persone fermate da polizia e carabinieri per gli scontri avvenuti durante la manifestazione in corso a Roma. A quanto si apprende, otto sono state fermate dagli agenti e tre dai militari. La loro posizione è ora al vaglio.
 18.28 – Tensioni in piazza Fiume - Sotto il Ministero delle infrastrutture circa 500 manifestanti stanno attendendo l’arrivo del corteo provocando le forze dell’ordine con insulti. Qui, sotto la sede del Ministero delle Infrastrutture, dovrebbe finire la manifestazione, ma davanti alla sede di Ferrovie dello Stato continuano i lanci di bombe carta.
 18.23 – Almeno otto le bombe carta lanciate - I lanci si sono verificati tra la sede del ministero delle Infrastrutture e la sede delle Ferrovie dello Stato, in viale del Policlinico. Sale la tensione alla manifestazione dei comitati di lotta per la casa. Alcune bombe carta sono state lanciate anche all’indirizzo delle camionette dei carabinieri che stazionano a protezione delle sedi prese di mira.
18.21 – Corteo giunto a Porta Pia - Mentre ancora tensione si registra nella parte della coda.
18.20 – Barricate con cassonetti vicino a Porta Pia - Il gruppo di incappucciati sta costruendo barricate con cassonetti dati alle fiamme a Corso d’Italia avvicinandosi alla meta del corteo, piazza di Porta Pia, dove si trovano già alcun manifestanti arrivati.
18.17 – Bombe carta davanti al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti - Bombe carta sono state lanciate anche contro il ministero delle Infrastrutture e contro la sede delle Ferrovie dello stato. Forze dell’ordine con contingenti e blindati sono schierati davanti al ministero e alla sede delle Fs.
18.09 –  Cassonetti in fiamme in via Boncompagni – Alcuni incappucciati stanno sfondando la vetrina dell’agenzia Unicredit di via Boncompagni, armati di spranghe e transenne. La vetrina è stata presa anche a sassate. Al passaggio degli incappucciati diversi i cassonetti dati alle fiamme in via Goito e in via quintino Sella. Cassonetti incendiati anche in via Boncompagni.
18.02 – Incappucciati fermati durante gli scontri davanti al ministero delle Finanze - Le forze dell’ordine stanno ora portando in questura le persone fermate. Sono una decina i manifestanti fermati dopo gli scontri verificatisi davanti al ministero dell’Economia tra le forze dell’ordine e un gruppo di incappucciati che prendeva parte al corteo.
18.01 – Sfondate vetrine Unicredit - E’ successo in via Boncompagni. 
17.56 – Barricate con cassonetti vicino in via XX Settembre - Il gruppo di incappucciati che aveva gettato bombe carta contro i blindati ha innalzato delle barricate lungo via Quintino Sella e via Goito per coprirsi la fuga. Hanno usato cassonetti. Nei pressi del ministero Economia c’è tensione. Si teme possano raggiungere altri ministeri.

17.51 – Cariche della polizia davanti al ministero dell’Economia - Le forze dell’ordine hanno caricato un gruppo di persone travisate che stava assaltando i blindati. Alcuni di loro stanno fuggendo verso via Quintino Sella inseguiti dalla polizia.
17.34 – Bombe carta contro il ministero dell’Economia. - Uova, tre bombe carta e lancio prolungato di bottiglie contro la sede del ministero dell’Economia in via XX Settembre dove i manifestanti del corteo stanno sfogando la propria rabbia. In questo momento al gruppo di manifestanti si sono uniti alcuni giovani incappucciati. 
17.26 – Uova contro il ministero dell’Economia - E’ stata bersagliata da un lancio di uova la facciata dell’edificio sede del ministero dell’Economia a Roma nel corso del passaggio del corteo per il diritto alla casa. Uno speaker ha detto: “Circonderemo il palazzo da tre lati. Sarà assedio”.
17.25 – La manifestazione si avvicina ai ministeri - Il corteo che sta avanzando verso Porta Pia a Roma ha iniziato il percorso critico. La testa del corteo infatti sta imboccando via XX Settembre, la strada dei miniteri. All’ingresso della strada anche la sede della Banca d’Italia, luogo sensibile. Tutti gli edifici sono blindati e circondati da camionette di finanza, polizia e carabinieri.
17.17 – Anonymous oscura il sito della Cassa Depositi e Prestiti. - Terza azione consecutiva da parte di Anonymous che, dopo il sito del Ministero delle Infrastrutture e quello della Corte dei Conti, ha “oscurato” anche la pagina web della Cassa Depositi e Prestiti. “Anonymous rivendica con forza il diritto all’esistenza per ogni essere umano”, si legge sul blog del movimento che definisce “inalienabile” il diritto all’abitare.
17.16 – “Produci, consuma, crepa”- E’ quello che hanno scritto sul piazzale alcuni manifestanti, giunti in prossimità della statua di Giovanni Paolo II, alla Stazione Termini. Mentre dagli altoparlanti e dai megafoni rimbalza il numero dei partecipanti al corteo, che secondo gli organizzatori, avrebbero superato le 300mila persone.
17.10 – Esponenti di Casapound sventolano il tricolore - Le vie d’accesso alla sede sono sigillate dalle forze dell’ordine schierate davanti ai blindati. Il corteo sta lentamente defluendo nei pressi della sede di Casapound.
17.04 – Momenti di tensione a Santa Maria Maggiore  - A via Gioberti, all’angolo con piazza Santa Maria Maggiore, alcuni manifestanti del corteo di lotta per la casa hanno incrociato presumibilmente aderenti a Casapound. Sono volate parole forti e c’è stato un lancio di bottiglie.
16.55 - La testa del corteo a Stazione Termini - La situazione è di alta tensione. Le forze dell’ordine si sono messe in tenuta antisommossa. Sono migliaia i manifestanti che stanno raggiungendo lo spazio antistante la Stazione con musica, bandiere rosse e no Tav. Davanti alla statua di Giovanni Paolo II un altro gruppo con gli ombrelli ha inscenato un’altra pacifica protesta. Ora il corteo si dirige verso piazza della Repubblica.
16.53 – “Contro precarietà ed austerità organizziamo la nostra rabbia” – E’ quello che recita uno dei tanti striscioni che colorano la manifestazione. “We can stop”, è invece la scritta che accompagna un disegno sul muro di un attivista No Tav. “Scusate se non siamo annegati”, recita invece uno striscione dei tanti immigrati che stanno prendendo parte al corteo. “C’è chi accumula montagne di denaro e chi lotta per sopravvivere”, è scritto su un altro volantino.
16.52 – Lancio di uova contro una filiale del Monte dei Paschi di Siena - Al passaggio del corteo progressivamente i commercianti stanno abbassando le saracinesche, e allo scoppio dei primi petardi anche chi non lo aveva fatto finora ha chiuso il negozio.
16.51 – Anonymous “oscura” il sito del ministero delle Infrastrutture - L’organizzazione ha annunciato su Twitter di aver oscurato il sito del ministero delle Infrastrutture, che al momento risulta irraggiungibile. Oscurato anche il sito della Corte dei Conti. 

16.42 -Verso Casapound lanci di bottiglie e urla - Volano le bottiglie contro blindati dei carabinieri. Succede nei pressi di via Merulana vicino la sede di Casapound, centro sociale di destra, all’incrocio tra via Gioberti e via Napoleone III Esponenti di Casapound si trovano oltre i blindati: sono diverse decine. I blindati delle forze dell’ordine si sono frapposti fra i manifestanti e i militanti di Casapound. Gli esponenti di Casapound indossano caschi e hanno mazze. Ora si trovano concentrati sotto la sede del loro centro sociale.
16.32 – Blitz pacifico davanti al ministero delle Finanze - Atto dimostrativo dei manifestanti che sfilano a Roma davanti alla sede del catasto, affianco la vecchia sede del ministero delle Finanze. Un gruppo si è staccato dal corteo aprendo un grande ombrello con la scritta No Tav a metà di via Merulana.
16.31 - ”Aumentiamo sempre di più: ora siamo 70mila”. - E’ la stima degli organizzatori del corteo ora arrivato poco oltre Santa Maria Maggiore. Tanti gli slogan poche le sigle, tranne quelle delle “lotte territoriali” dei No Tav-No Muos. 
16.23 – Petardi esplosi dai manifestanti  - La Piazza di San Giovani continua a riempirsi. Il corteo procede lentamente tra canti, cori, balli. Alcuni petardi sono stati fatti esplodere dai manifestanti in via Poliziano, una traversa di via Merulana.
16.18 – Erri De Luca tra i manifestanti – Come annunciato qualche giorno fa, lo scrittore sta partecipando al corteo degli antagonisti partito alcuni minuti fa da piazza San Giovanni.
16.13 – Marino da Cracovia in contatto con l’Unità di Crisi -  Il sindaco è continuamente aggiornato sul corteo in corso a Roma dall’Unità di crisi in Campidoglio, coordinata dal suo Gabinetto. “Dopo essermi consultato sia con il ministero dell’Interno che con Palazzo Chigi – spiega Ignazio Marino, arrivato oggi a Cracovia per accompagnare gli studenti romani nella visita dei campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau – abbiamo deciso insieme che la scelta opportuna fosse di essere con i ragazzi nel Viaggio della Memoria. Ovviamente sono in costante contatto con la nostra Unità di crisi”.
16.10 – La coda del corteo ancora ferma in piazza San Giovanni  - Mentre la testa della manifestazione contro l’austerity è già arrivata a Santa Maria Maggiore.
16.00 - Un elicottero sorveglia il corteo dall’alto - La manifestazione delle organizzazioni della lotta per la casa sta attraversando via Merulana, proseguendo il percorso che lo porterà a Porta Pia.
15.58 – Banche “blindate” su via XX settembre” –  Serrande abbassate e ingressi blindati con tavole di legno per i negozi e le banche in via XX Settembre, una delle tappe del corteo degli antagonisti, appena partito da piazza San Giovanni a Roma. Sulla stessa strada c’è anche la sede del Ministero dell’Economia, sorvegliato speciale da parte delle forze dell’ordine presenti in massa con camionette ed agenti
15.57 – Deviate tutte le linee bus interessate - In concomitanza con la partenza del corteo degli antagonisti da piazza San Giovanni a Porta Pia, sono scattati i provvedimenti di deviazione o limitazione di percorso per tutte le linee interessate.

15.45 – “Siamo già 30 mila” –  Lo dicono gli organizzatori della manifestazione di antagonisti che si sta svolgendo a Roma. “Contiamo di aumentare, il corteo è partito ma Piazza San Giovanni si sta ancora riempiendo”, aggiungono. 
15.37 – I manifestanti hanno imboccato via Merulana  - Il corteo si sta dirigendo verso Santa Maria Maggiore. Tutto per ora si sta svolgendo in maniera pacifica.
15.30 – Sampietrini sequestrati lungo il percorso –  Anche altri oggetti contundenti,come spranghe e catene, sono stati trovati lungo il percorso della manifestazione degli antagonisti partito in questi minuti a Roma. Sampietrini sono stati ritrovati nel sottopasso di Porta Pia, meta dei manifestanti. Gli oggetti erano nascosti dietro cespugli e sono stati sequestrati dalle forze dell’ordine. 
15.24 – E’  partito il corteo degli antagonisti  - La manifestazione si è mossa da piazza San Giovanni. In testa i Movimenti per la casa e No Tav-No Muos-No Expo. I manifestanti sono guidati da un camion sul quale è scritto: “Contro la precarietà mettiamo in moto la nostra rabbia”.
15.14 - Serrande abbassate nei negozi lungo il percorso del corteo –  I commercianti di Via Merulana, Via Labicana e nelle vie che circondano piazza San Giovanni, memori degli scontri dell’ottobre di due anni fa, avevano annunciato per oggi una sorta di serrata.
15.03 – Sequestri in uno dei bus fermati -  Le forze dell’ordine hanno sequestrato caschi, bandiere e striscioni in uno dei pullman, tra i mezzi trattenuti al casello di Roma Nord e provenienti da Bologna e Milano.
15.00 – In testa al corteo i Movimenti per il diritto alla casa –  I manifestanti, ancora fermi in piazza, brandiscono lo striscione “Contro precarietà e austerità organizziamo la nostra rabbia”. Subito dopo il fronte del No, ovvero le “lotte territoriali”: No Tav, No Expo, No Muos. Tra loro anche molti migranti.
14.48 – “Diversi pullman fermati all’ingresso di Roma” – “Vogliamo attendere tutti”. Così i manifestanti a San Giovani spiegano il motivo del ritardo della partenza del corteo che vede alla testa molti appartenenti al Movimento per la casa. Tra i manifestanti anche molti migranti, richiedenti asilo e profughi.
14.13 – Centinaia di blindati lungo il percorso del corteo - Le camionette di polizia, carabinieri e finanza circondano tutto il tragitto che si snoderà da San Giovanni fino a Porta Pia passando per piazza della Repubblica. Questo è il punto considerato il “più a rischio” perché da qui fino alla meta sono ubicati i ministeri chiave della città.
14.11 – In piazza San Giovanni arrivato un secondo corteo di studenti universitari - La manifestazione, che comprende anche militanti dei centri sociali, è composta di diverse centinaia di giovani. Il corteo, più numeroso di quello partito dall’Università La Sapienza sfila tra bandierine azzurre con un teschio in mezzo a stelle richiamando quelle dell’Unione Europea. I giovani sventolano anche bandiere rosse e scandiscono slogan contro la precarietà, opere come la Tav e il Muos. Lungo il percorso alcuni manifestanti hanno imbrattato i muri con scritte con la vernice spray.

13.48 – “Una sola grande opera: casa e reddito per tutti” - E’ uno dei primi slogan del popolo dei manifestanti che a piazza San Giovanni si prepara alla manifestazione che sfilerà per il centro di Roma. Nell’ambito delle misure di sicurezza per il corteo di oggi pomeriggio a Roma sono state chiuse le stazioni metro Repubblica e Barberini, sulla linea A, Castro Pretorio e Colosseo sulla linea B. 
13.39 – La manifestazione degli studenti si dirige verso Piazza San Giovanni - ‘Contro crisi e austerità, il 19 ottobre assediamo la città’. Con questo slogan scandito dai megafoni è partito da Piazzale Aldo Moro, davanti l’università La Sapienza, il corteo degli studenti. Alcune centinaia di giovani stanno sfilando per le vie del quartiere San Lorenzo con bandiere No Tav e contro gli sfratti e i pignoramenti. Sono stati accesi alcuni fumogeni. Scanditi anche slogan contro la polizia, che segue con agenti in borghese il corteo, preceduto da un’auto dei vigili urbani.
13.37 – In piazza striscioni dell’Usb e di Rifondazione comunista - Tra gli slogan “No alle larghe intese, sì al fronte unico contro il capitalismo”. In piazza c’è anche l’Assemblea nazionale delle donne con uno striscione “Contro gli uomini che odiano le donne, i governi che odiano le donne, gli Stati che odiano le donne”. Ad aprire il corteo molto probabilmente sarà un camion su cui è affisso lo striscione “Senza padroni senza frontiere, libertà di movimento”. 
Con il fermo di un manifestante daparte dei carabinieri, sale a 12 il bilancio dei fermati oggi dalleforze dell’ordine dopo gli scontri verificatisi al corteo per le viedi Roma.
Poi la situazione è tornata normale, con le forzedell’ordine che continuano a presidiare la sede del dicastero.






SCONTRI A ROMA TRA FORZE DELL'ORDINE E MOVIMENTO PER LA CASA

Movimenti casa, scontri a Montecitorio: assalto a blindati e lacrimogeni

I manifestanti sono arrivati davanti alla Camera dei deputati. "Fermati cinque persone". Prima sono stati bloccati dalle forze dell'ordine all'incrocio con via della Stamperia dove si trova la sede del ministero degli Affari regionali. Gli agenti hanno risposto al blitz con il lancio di fumogeni

Movimenti casa, scontri a Montecitorio: assalto a blindati e lacrimogeni
Prima, quando diverse centinaia di persone hanno cercato di dirigersi sotto la sede del quotidiano “Il Tempo”, nei pressi della colonna Antonina, il corteo ha vissuto attimi di tensione. I manifestanti dopo aver scalato i blindati ed esserci saliti sopra hanno lanciato bombe carta e lacrimogeni contro le forze dell’ordine. Gli agenti hanno risposto con il lancio di fumogeni. Gli attivisti, che inizialmente hanno provato a sfondare il blocco della forze dell’ordine, sono poi indietreggiati utilizzando dei cassonetti e delle transenne come barricate. Per ora un carabiniere e un poliziotto sono rimasti leggermente feriti in via del Tritone. “Tre o cinque dei nostri manifestanti sono stati fermati dalle forze dell’ordine”, ha detto Paolo Di Vetta, uno dei leader dei movimenti per la casa.
Dopo il presidio di Porta Pia e i blitz delle scorse settimane, i manifestanti sono tornati oggi in piazza per un “assedio” in concomitanza con la conferenza unificata dei rappresentanti del governo e delle autonomie locali. Al centro della riunione le richieste avanzate dai movimenti: blocco degli sfratti e risorse per garantire il diritto all’abitare. Nel mirino del corteo c’è proprio la sede del ministero degli Affari regionali, in via della Stamperia, dove si sta svolgendo la riunione. Dopo aver concordato con la Digos un percorso per arrivare nei pressi della sede del ministero, i manifestanti hanno ripetutamente tentato di sfondare i cordoni delle forze dell’ordine, in particolare in Via del Corso in prossimità di Via delle Muratte.
I movimenti per la casa sono riusciti ad arrivare in corteo fino a via del Tritone, dove sono stati bloccati dalle forze dell’ordine che hanno impedito loro di avvicinarsi all’incrocio con via della Stamperia. ”Se questi qui non si spostano tra cinque minuti noi scateniamo la guerra“. Così uno dei manifestanti dal megafono si è rivolto alla folla degli attivisti dei movimenti per la casa che sono stati bloccati su via del Tritone da un cordone di polizia e carabinieri. Alla Conferenza unificata in corso al ministero degli Affari regionali, al tavolo hanno preso parte i ministri degli Affari regionali Graziano Delrio, delle Infrastrutture Maurizio Lupi e dell’Integrazione Cecile Kyenge e i rappresentanti della Conferenza delle Regioni, dell’Unione delle Province e dell’Associazione nazionale dei Comuni italiani.

SCANZI... IMPICCARE DUDU'?

Scanzi vs Tramontano: “Cosa deve fare B. per decadere? Impiccare Dudù?”




“Ma che deve fare Berlusconi per decadere da senatore? Deve invadere la Polonia? Deve bombardare l’Uganda? Deve impiccare il cane Dudù? Qui stiamo parlando di una cosa che in qualsiasi altro Paese normale sarebbe già avvenuta per decenza”. Sono le parole di Andrea Scanzi, protagonista di un vivace scontro in più match col vicedirettore de “Il Giornale”, Salvatore Tramontano. I due giornalisti, ospiti di “Otto e mezzo”, su La7, dibattono a suon di colpi di fioretto sulla decadenza da senatore di Silvio Berlusconi. Secondo Tramontano, è in atto “uno schiaffo alla democrazia”, un disegno preciso per colpire le regole democratiche da almeno vent’anni. La firma de “Il Fatto Quotidiano” ribatte: “Ma di cosa stiamo parlando? E’ curioso che i berlusconiani parlino di regole a giorni alterni con quest’attenzione bipolare”. Tramontano, sfoderando la tesi di Nitto Palma, asserisce che l’incandidabilità di Berlusconi è una sanzione amministrativa e, come tale, non è retroattiva. “La giustizia non ha accertato il reato a cui è stato condannato Berlusconi” – afferma, scontrandosi con Salvatore Di Pardo, legale di Ulisse Di Giacomo, che dovrebbe subentrare a Berlusconi al Senato – “Non ci sono prove, ma solo molti punti oscuri. Non ci scordiamo chi è D’Esposito. E la sconfitta di Berlusconi non avviene a livello elettorale, ma a livello di giustizia. Finchè avrà i voti, ha lui la leadership”. Non ci sta Andrea Scanzi: “Non è colpa della magistratura o della legge italiana se Berlusconi ha frodato il fisco e ha commesso tanti altri reati. E questa concezione secondo cui è stato votato da milioni di italiani non lo rende illibato, incensurato e inattaccabile. E’ un concetto garantista che va molto di moda tra i falchi del centrodestra”. Il giornalista poi scommette sulla successione dinastica del Cavaliere (“se il futuro è Alfano, cioè Don Abbondio, buonanotte”) e a Tramontano, che ribadisce l’inapplicabilità della legge Severino per una legge dell’81, replica: “Adesso avete scoperto questo mantra della sanzione amministrativa, ma la legge Severino è stata ritenuta retroattiva fino all’agosto 2013. E non solo in linea teorica. E’ stata applicata a Dell’Utri e a De Gregorio, che non sono stati quindi candidati. Ed è stata applicata non una volta” – continua – “ma ben 37 volte: 20 volte per consiglieri comunali e provinciali, 17 volte per consiglieri regionali. Quasi tutti del centrodestra. E di quei consiglieri non ve n’è fregato niente, perché non erano Silvio Berlusconi“. E aggiunge: “Quando il centrodestra ha scoperto di aver approvato una legge che paradossalmente avrebbe ucciso politicamente Berlusconi e quindi ha fatto un autogoal straordinario che neanche Niccolai, allora ha detto: ‘Come facciamo ad arrampicarci sugli specchi?’. Io ho la sensazione che gli specchi siano finiti“
31 ottobre 2013

I VERI NODI DELLO SVILUPPO INDUSTRIALE ITALIANO

Tecnologia, ma nei settori tradizionali non ci sono lavori qualificati?
di Sandro Trento | 12 settembre 2013




capitani di s-ventura




Tecnologia, ma nei settori tradizionali non ci sono lavori qualificati?
di Sandro Trento | 12 settembre 2013

Sentiamo spesso parlare del fatto che l’economia italiana è troppo poco presente nei settori ad alta tecnologia e è troppo sbilanciata, invece, verso i settori tradizionali. E’ un ragionamento però troppo astratto. Quali dovrebbero essere i settori ad alta tecnologia che vorremmo avere in Italia? In che misura è davvero preferibile avere l’alta tecnologia?

Prendiamo la Microsoft che periodicamente aggiorna il proprio prodotto, Windows, ne produce una nuova versione Windows 7, ad esempio, e lo vende sul mercato. In base alla convenzione diffusa, questo rappresenterebbe un’innovazione di prodotto ad alto contenuto tecnologico ma in realtà si tratta di miglioramenti, spesso marginali, di un prodotto che oramai è piuttosto maturo.

Lo sforzo invece sostenuto da imprese che operano nel settore dell’arredo casa, per progettare e sviluppare nuovi materiali da usare nelle nostre abitazioni, con caratteristiche di minore impatto ambientale, di maggiore conservazione del calore, di maggiore flessibilità di impiego e allo stesso tempo di maggiore valore estetico viene catalogato come un investimento in un settore tradizionale a basso contenuto tecnologico. Ho dei dubbi seri su questo genere di contrapposizione. Ma il tema certo meriterebbe molto più spazio.

L’industria della moda e abbigliamento è tra i nostri punti di forza, da vari secoli. In questi anni tuttavia abbiamo subito una grave perdita di competitività anche in questo settore. In molti altri paesi stanno crescendo capacità di design e realizzazione di abiti e tessuti di elevata qualità. Dal 2006 nel settore del tessile e abbigliamento in Italia abbiamo perso 86.000 posti di lavoro e varie altre decine di migliaia nel settore delle calzature. Si è trattato per lo più di lavori a minore contenuto di capitale umano, lavoro insomma low-skilled che più agevolmente può essere trasferito in paesi a più bassi salari medi.

Ma l’elemento di maggiore preoccupazione deriva dal fatto che moltissime imprese italiane nel settore della moda fanno fatica a trovare lavoratori qualificati. La Tod’s che produce nelle Marche impiega lavoratori ad altissima qualificazione. Lo stipendio iniziale di un giovane tagliatore di pelle è di circa 18.000 euro netti all’anno eppure le imprese del settore pelle e calzature hanno serissime difficoltà a trovare giovani disposti a svolgere questo lavoro. Stesso ragionamento si applica ai sarti e ai tanti lavori manuali, ma ad elevato contenuto di capitale umano, legati con la moda, tessitori, modellisti, disegnatori, cucitori, etc. Molte imprese italiane della moda vanno già da tempo a cercare esperti di maglieria in Bosnia e in Moldavia, ma anche li trovano spesso solo persone di mezza età, difficilmente disposte a venire a Firenze o a Milano per lavorare.

Vi è il pericolo concreto che nell’arco di venti anni la nostra industria della moda subisca un tracollo per mancanza di manodopera qualificata. Tutto questo in un paese nel quale il tasso di disoccupazione è al 12,5 per cento e quello giovanile prossimo al 40 per cento.

Certo bisogna studiare per diventare sarti. Ci vogliono anni di pratica per diventare tagliatori di pelle e così via. Servirebbe un vero sistema di scuola, formazione e apprendistato. Servirebbe più coraggio nelle politiche di formazione e collocamento. Ma servirebbe anche un approccio diverso verso i lavori manuali. Siamo troppo spesso vittime di una cultura piccolo-borghese secondo la quale è meglio aspirare a un posto di impiegato all’Ufficio del catasto piuttosto che fare un lavoro manuale anche se meglio pagato.

IL MADE IN ITALY, LE NUOVE FRONTIERE DELLE SVILUPPO

Tecnologia, ma nei settori tradizionali non ci sono lavori qualificati?

di Sandro Trento | 12 settembre 2013












Sentiamo spesso parlare del fatto che l’economia italiana è troppo poco presente nei settori ad alta tecnologia e è troppo sbilanciata, invece, verso i settori tradizionali. E’ un ragionamento però troppo astratto. Quali dovrebbero essere i settori ad alta tecnologia che vorremmo avere in Italia? In che misura è davvero preferibile avere l’alta tecnologia?

Prendiamo la Microsoft che periodicamente aggiorna il proprio prodotto, Windows, ne produce una nuova versione Windows 7, ad esempio, e lo vende sul mercato. In base alla convenzione diffusa, questo rappresenterebbe un’innovazione di prodotto ad alto contenuto tecnologico ma in realtà si tratta di miglioramenti, spesso marginali, di un prodotto che oramai è piuttosto maturo.

Lo sforzo invece sostenuto da imprese che operano nel settore dell’arredo casa, per progettare e sviluppare nuovi materiali da usare nelle nostre abitazioni, con caratteristiche di minore impatto ambientale, di maggiore conservazione del calore, di maggiore flessibilità di impiego e allo stesso tempo di maggiore valore estetico viene catalogato come un investimento in un settore tradizionale a basso contenuto tecnologico. Ho dei dubbi seri su questo genere di contrapposizione. Ma il tema certo meriterebbe molto più spazio.

L’industria della moda e abbigliamento è tra i nostri punti di forza, da vari secoli. In questi anni tuttavia abbiamo subito una grave perdita di competitività anche in questo settore. In molti altri paesi stanno crescendo capacità di design e realizzazione di abiti e tessuti di elevata qualità. Dal 2006 nel settore del tessile e abbigliamento in Italia abbiamo perso 86.000 posti di lavoro e varie altre decine di migliaia nel settore delle calzature. Si è trattato per lo più di lavori a minore contenuto di capitale umano, lavoro insomma low-skilled che più agevolmente può essere trasferito in paesi a più bassi salari medi.

Ma l’elemento di maggiore preoccupazione deriva dal fatto che moltissime imprese italiane nel settore della moda fanno fatica a trovare lavoratori qualificati. La Tod’s che produce nelle Marche impiega lavoratori ad altissima qualificazione. Lo stipendio iniziale di un giovane tagliatore di pelle è di circa 18.000 euro netti all’anno eppure le imprese del settore pelle e calzature hanno serissime difficoltà a trovare giovani disposti a svolgere questo lavoro. Stesso ragionamento si applica ai sarti e ai tanti lavori manuali, ma ad elevato contenuto di capitale umano, legati con la moda, tessitori, modellisti, disegnatori, cucitori, etc. Molte imprese italiane della moda vanno già da tempo a cercare esperti di maglieria in Bosnia e in Moldavia, ma anche li trovano spesso solo persone di mezza età, difficilmente disposte a venire a Firenze o a Milano per lavorare.

Vi è il pericolo concreto che nell’arco di venti anni la nostra industria della moda subisca un tracollo per mancanza di manodopera qualificata. Tutto questo in un paese nel quale il tasso di disoccupazione è al 12,5 per cento e quello giovanile prossimo al 40 per cento.

Certo bisogna studiare per diventare sarti. Ci vogliono anni di pratica per diventare tagliatori di pelle e così via. Servirebbe un vero sistema di scuola, formazione e apprendistato. Servirebbe più coraggio nelle politiche di formazione e collocamento. Ma servirebbe anche un approccio diverso verso i lavori manuali. Siamo troppo spesso vittime di una cultura piccolo-borghese secondo la quale è meglio aspirare a un posto di impiegato all’Ufficio del catasto piuttosto che fare un lavoro manuale anche se meglio pagato.

mercoledì 30 ottobre 2013

IL MOVIMENTO CRESCE, GRILLO TEME LA SCISSIONE

Grillo, confessione a eletti M5S: ‘Finzione politica l’impeachment di Napolitano’

Il Fatto pubblica in esclusiva la conversazione tra il leader del Movimento 5 Stelle e i suoi deputati. "Siamo populisti, parliamo alla pancia della gente e non dobbiamo vergognarci. Se andiamo a sinistra siamo rovinati". E sul Capo dello Stato dice: "Non possiamo dire che il Colle ha tradito la Costituzione. Però diamo una direttiva precisa contro chi non rappresenta più tutti gli italiani"

Beppe Grillo
Una decisione obbligata per evitare di perdere troppi voti: “Noi parliamo alla pancia della gente. Siamo populisti veri. Non dobbiamo mica vergognarci. Quelli che ci giudicano hanno bisogno di situazioni chiare. Ad esempio prendete l’impeachment di Napolitano. Molti di voi forse non sono d’accordo, lo capisco. Ma è una finzione politica. E basta. Non possiamo dire che ha tradito la Costituzione. Però diamo una direttiva precisa contro una persona che non rappresenta più la totalità degli italiani. Noi siamo la pancia della gente”. Perché il rischio era molto grosso: “Abbiamo raddrizzato la situazione, siamo stati violenti per far capire alla gente. Se andiamo verso una deriva a sinistra siamo rovinati”.
Gli errori, “l’andazzo” e i sondaggi mai visti - Lo ascoltano, affollati come sotto il palco, ma questa voltaGrillo parla a volto scoperto e dice di capire. “Questa cosa non deve più accadere. C’è stato un errore di comunicazione. È brutto. Perché l’emendamento è stato un mese lì e non ne sapevamo nulla. Io posso darvi un parere, ma non devo decidere io. Però avreste dovuto avvisare”. Qualcuno risponde: “Dobbiamo prendere decisioni in poco tempo, a volte è difficile”. Ma Grillo dice di sapere già tutto: “Per questo abbiamo presentato l’applicazione per la partecipazione diretta. Così quando c’è qualche proposta che non avevamo nel programma, la mettiamo online e vediamo l’andazzo”. Ai suoi Grillo dice di aver fatto un sondaggio online: il 75% ha votato per mantenere il reato di immigrazione clandestina. Qualcuno scuote la testa: “Non l’abbiamo mai visto”. Ma oltre le giustificazioni il leader ripete come un ritornello che il potere resta alla maggioranza: se il Movimento vuole riformare la Bossi-Fini si voterà su quello. E così sullo ius soli: “Vorrei che fossimo uniti. Stanno sfruttando il tema per fini elettorali. Siamo tutti convinti che lo ius solivada bene, ma con certi paletti”.
I deputati sono spiazzati. Lo guardano in piedi con le mani sudate per cercare di dire ad alta voce i malumori covati per giorni. Ma Grillo è comprensivo e i dissidenti non osano parlare. Qualcuno trova il coraggio di chiedere più chiarimenti. Giulia Sarti, subito fermata da Roberto Fico e Carla Ruocco. PoiSilvia Chimienti: “A me questa cosa dei voti lascia perplessa. Bastava spiegare alle persone che era una cosa di buon senso”. Qualcuno azzarda: “Non è che per non finire nell’ala di sinistra scivoliamo a destra? Restiamo oggettivi”. Alza la mano Stefano Vignaroli: “Prima non era così. Andavamo sul palco e ci dicevi di parlare delle cose che ci appassionano”. Grillo risponde a tutto: “Io lo so cosa vi ha dato fastidio, la frasetta dell’articolo dove si diceva che con posizioni come quella sull’immigrazione avremmo preso risultati da prefisso telefonico. Lo so, ma dovete capire che il Movimento sono 9 milioni di persone che ci hanno votato”. I brusii crescono quando si passa alle questioni pratiche. Se per ogni difficoltà bisogna chiedere l’autorizzazione e il parere dall’alto, si perde troppo tempo. “Tanto vale allora astenersi su tutto”, dice Luigi Gallo. Così Girolamo Pisano: “Io chiedo, vale più un ragionamento fatto da 100 persone su base di dati tecnici. O un’opinione di Grillo e Casaleggio?”. E su questo il leader sbotta.
Parlano da oltre un’ora e il punto è sempre quello: “L’opinione è del Movimento. Abbiamo 9 milioni di persone che ci hanno dato il voto su un programma. Noi siamo le punte delle persone. Io sono per il dialogo sempre. Non datemi dei super poteri. Non ne ho. Io mi sento in imbarazzo. Ne sapete molto più di me. La prossima settimana viene qui Casaleggio e parlerete con lui. Verrà un giorno o due alla settimana. Si alternerà con me”.
I post, il residence e la penale anti-traditori - Grillo la pazienza la perde sul finale. Gli chiedono di avvisare prima di scrivere un post sul blog contro una persona. Chiedono di ricevere un avviso. “Ma così si crea un canale preferenziale con ognuno. Poi io non vivo più. Ad esempio la settimana scorsa ho chiesto, ci incontriamo in un residence per parlare? Voi l’avete messa ai voti. Così abbiamo fatto una figura di merda. La notizia l’avete creata voi. Bastava non fare nulla. Chi voleva venire veniva”. Si rabbuia un attimo, ma subito torna a incoraggiarli. “Avete fatto un miracolo. Pensate al futuro adesso. È nostro. Questi politici sono finiti. State facendo grandi cose. Adesso io e Casaleggio scenderemo più spesso, perché bisogna alzare delle barriere di protezione. Tutti cercano di salire sul nostro carro. Non possiamo permettere di farci corrodere il lavoro. Per le elezioni locali, faremo firmare una cosa che se cambi il partito paghi una penale”. Ci sono le regionali in Basilicata e le europee nel programma del leader. Nessun accenno al voto anticipato. A porte chiuse la campagna elettorale può aspettare.
da Il Fatto Quotidiano del 30 ottobre 2013