Italia, Ocse peggiora stime crescita, punta dito su crescita debito
MILANO (Reuters) - L'Italia è partita con il piede giusto e potrebbe uscire dalla recessione già quest'anno. Ma ciò non significa che non possa ancora inciampare sotto il peso del debito pubblico.
L'Ocse - che pubblica oggi il suo rapporto semestrale sull'Italia - giudica positivamente "l'ambizioso programma di riforme" avviato lo scorso anno "volto a ripristinare la sostenibilità delle finanze pubbliche e migliorare la crescita a lungo termine".
E "il nuovo governo deve costruire sui risultati passati e garantire che essi vengano sostenuti e rafforzati", ha aggiunto nella presentazione odierna a Roma.
Tuttavia c'è ancora un nemico da combattere. "Con un rapporto debito pubblico/Pil vicino al 130% e un piano di ammortamento del debito particolarmente pesante, l'Italia rimane esposta ai cambiamenti improvvisi dell'umore dei mercati finanziari" dice l'Ocse. "La priorità è quindi la riduzione ampia e prolungata del debito pubblico".
I risultati ottenuti finora "devono essere consolidati e sono necessarie ulteriori misure volte a promuovere la crescita e a migliorare la competitività, per rimettere l'Italia sulla strada di una crescita sana".
Nel corso della presentazione a Roma del rapporto il segretario generale dell'Ocse Angel Gurria ha detto che "in una situazione caratterizzata da recessione e aumento della disoccupazione, è a volte difficile vedere la luce in fondo al tunnel. Sono convinto pero' che se si persiste nell'attuale strategia di riforme si otterra' un miglioramento del tenore di vita e l'economia italiana ne uscira' rafforzata".
A vedere i numeri dell'Economic Outlook, la situazione non pare certo serena, con l'Ocse che li riscrive, peggiorandoli, rispetto all'edizione di novembre scorso.
A partire dal Pil, che l'Organizzazione parigina rivede al ribasso quest'anno a -1,5% rispetto al -1,0% precedente, pur indorando la pillola dicendo che tuttavia già quest'anno si potrebbe uscire dalla recessione. Ma poi taglia la già timida crescita vista per l'anno prossimo a +0,5% da +0,6%.
Nel suo 'Interim Assessment', il marzo scorso, l'Ocse aveva indicato un Pil a -1,6% nel primo trimestre di quest'anno e a -1,0% nel secondo trimestre.
Le stime di Parigi sono peggiori non solo rispetto a quelle del governo (-1,3% quest'anno e +1,3% l'anno prossimo, secondo il Documento di economia e finanza approvato il 10 aprile), ma anche rispetto a Fmi (-1,0% e 0,5%), a Ue (-1,0% e 0,8%) e a Bankitalia (-1,0% e 0,7%)
Il neo primo ministro Enrico Letta ha detto lunedì - nel suo discorso programmatico - che favorire la ripresa dell'economia e puntare sul lavoro sarà la priorità del suo esecutivo.
Anche il fardello ciclopico del debito è stato corretto in peggio al 131,5% del Pil quest'anno e al 134,2% l'anno prossimo, ma "potrebbe aumentare ulteriormente qualora non si prosegua con ulteriori interventi di consolidamento e/o in assenza di entrate provenienti da operazioni di privatizzazione nel 2014" osserva l'Ocse. "Il debito pubblico italiano - da due decenni sopra il 100% del Pil - è tra i più alti dei Paesi dell'Ocse e il suo rinnovo richiederà circa 400 miliardi di euro l'anno, nel corso dei prossimi anni".
Ma soprattutto "l'elevato livello di debito rende l'Italia particolarmente esposta, nell'attuale contesto di crisi economica e finanziaria, al materializzarsi di circoli viziosi tra finanze pubbliche, settore finanziario ed economia reale".
Il governo prevede invece un più tenue debito/pil al 130,4% nel 2013 e un 129,0% nel 2014, con un deficit/pil rispettivamente al 2,9% e all'1,8%.
"L'indebitamento netto risulta peggiore rispetto alle stime del governo a causa delle prospettive di crescita più deboli" dice ancora il rapporto.
La ricetta dell'Ocse si chiama avanzo strutturale. Secondo le simulazioni dell'Organizzazione, adottare e mantenere misure volte a raggiungere un avanzo strutturale di circa il 2% del Pil entro il 2017, consentirebbe di ridurre il rapporto debito/Pil alla soglia di Maastricht del 60% del Pil entro il 2030, mentre con un pareggio strutturale il debito pubblico si attesterebbe all'85% del Pil nel 2030 per poi raggiungere il 60% nel 2038.
L' Ocse vede un avanzo primario quest'anno all'1,8% e all'1,2% l'anno prossimo.
"Considerato l'alto livello del debito, ogni allentamento della disciplina di bilancio rappresenterebbe una strategia molto rischiosa" dice l'Ocse.
(Gabriella Bruschi)
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