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giovedì 30 maggio 2013

Precari, l'Istat certifica lo sfruttamento.

Precari, l'Istat certifica lo sfruttamento




Lavoro, per i precari stipendi del 25% più bassi: fermi a 1.000 euro
Lo certifica l’Istat nel Rapporto annuale. Nel 2012, spiega l’Istituto italiano di statistica, la retribuzione media mensile netta di un dipendente a termine a tempo pieno si ferma a 1.070 euro, 355 euro in meno rispetto a un dipendente ”standard”.ROMA – Il lavoro precario vale sempre meno: chi ha un contratto a termine ha in media uno stipendio del 25%
più basso rispetto a chi ha un posto a tempo indeterminato.
L’Istat non usa la parola precario ma lavoratore ‘‘atipico” (contratti a termine e collaborazioni), tuttavia la sostanza non cambia. Nel Rapporto esplicitamente l’Istituto di statistica spiega come ”un indicatore importante dello svantaggio del lavoro atipico è dato dal differenziale retributivo con l’occupazione standard”, ovvero stabile e senza riduzioni d’orario.
Guardando solo a chi è full time, tra un dipendente a tempo determinato e uno a tempo indeterminato il divario, pari in media a un quarto, è dovuto a più ragioni, anche se ormai può essere considerato una costante.
”Il differenziale è in parte spiegato da effetti di composizione, quali l’età, il settore di attività, la professione. Ma le differenze permangono anche a parità di caratteristiche e aumentano al crescere dell’anzianita’ lavorativa, poiché al tempo determinato non si applicano gli scatti di anzianità”.
Ecco che, evidenzia, ”la differenza è di 85 euro per chi lavora da appena due anni e cresce a 392 euro per chi ha una carriera lavorativa di 20 anni e oltre, non necessariamente tutta da atipico”.

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