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martedì 27 agosto 2013

Tensioni nel Pd lucano

Tensioni nel Pd lucano Il «poker» di De Filippo in 4 per la successione

Il governatore lucano, Vito De Filippo, cala il poker. Potrebbe essere anche un bluff o una strategia di gioco per nascondere altre carte, ma per il momento sono quattro i nomi di possibili «eredi» alla guida della Regione Basilicata, quattro personalità che potrebbero evitare lo scontro fratricida all’interno del Pd, arrivando a stoppare finanche le primarie fissate per il 22 settembre. La «rosa» suggerita da De Filippo è composta da Salvatore Adduce, sindaco di Matera, già consigliere regionale e parlamentare; Rocco Colangelo, direttore generale dell’Arbea, già assessore regionale e intellettuale-stratega del Pd lucano; Giampaolo D’Andrea, docente universitario, ex sottosegretario, da sempre uomo di governo e dirigente nazionale di partito; Vincenzo Santochirico, presidente del Consiglio regionale e già assessore e amministratore di lungo corso. 

La proposta di De Filippo nasce con l’obiettivo di superare il muro contromuro fra il presidente della Provincia di Potenza, Piero Lacor azza, e l’assessore regionale alle Attività produttive e vicepresidente della stessa giunta, Marcello Pittella, che finora sembrano i due contendenti più accreditati alla candidatura a prossimo governatore. Una riproposizione a distanza della «guerra» continua tra De Filippo e l’on. Vincenzo Folino, ex presidente del consiglio regionale, che ha caratterizzato gli ultimi dieci anni di vita politica lucana. L’on. Roberto Speranza, segretario regionale del Pd, è impegnato nell’evitare dannose fibrillazioni. Prima ha dovuto valutare la proposta venuta dal «correntone » capeggiato dal vice ministro Filippo Bubbico e dallo stesso Folino per la scelta di un nome da pescare dalla cosiddetta società civile tra Pasquale Carr ano (ex presidente Confindustria Basilicata), Giampiero Maruggi (direttore generale dell’ospedale «San Carlo» di Potenza) e Giampiero Perri (amministratore unico dell’Apt). 

Adesso dovrà ripiegarsi sulla quaterna di candidabili avanzata a sorpresa dal presidente De Filippo. Si tratta di nomi che si sovrappongono a quelli «graditi» dall’asse Bubbico-Folino. Ma manca un tassello: nella sua proposta, rilanciata ieri dall’Ansa, De Filippo non si sofferma su quel concetto di «discontinuità» invocato dal fronte dei due parlamentari lucani. Discontinuità che deve tradursi nell’azzeramento totale dell’attuale consiglio regionale, condizione imprescindibile, secondo Bubbico-Folino, per affidare la guida della Regione ad un presidente di garanzia, ad un «padre nobile». 

Il cerino ora è in mano al segretario Speranza che dovrà sfoggiare tutta la sua tradizionale esperienza di mediatore per evitare le primarie e scegliere un nome accettabile da tutti. Il tempo a disposizione non è molto. Entro il 5 settembre si dovranno presentare le candidature per le primarie di coalizione e il 22 si andrà al voto. Nel frattempo il dibattito interno al Pd agita anche gli altri partiti. L’ex senatore Egidio Digilio (Fli) ritiene un «autogol» la proposta di De Filippo: «Con quei quattro nomi - dice - possiamo liberare la Basilicata dal partito-regione a condizione però che dall’altra parte ci sia un progetto credibile e un candidato con tutt’altre caratteristiche rispetto a quelle individuate e basate sui professionisti delle carriere politiche ». Critico anche il coordinatore regionale di Idv, Gaetano Cantisani, secondo cui «non può essere l’ex presidente della giunta a decidere chi diventerà il suo successore e nemmeno il suo partito sia pure di maggioranza. Stiamo parlando di primarie dell’intero centrosinistra non solo del Pd».


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