spirito critico

PENSATOIO DI IDEE

domenica 11 agosto 2013

LA SITUAZIONE POLITICA IN FRANCIA

Marine Le Pen


LE VENT DE LA RÉVOLUTION


di Francesco Venerando Mantegna




Può piacere o meno, ciascuno è libero di pensarla come crede, ma quello che sta succedendo in Francia è il primo vero segnale della crisi europea. Crisi di quella Unione Europea fasulla, fuori dalle regole della democrazia, voluta e blindata da quella che abbiamo battezzato “cupola dei banchieri”.

Il Fronte Nazionale presieduto dall’eurodeputata Marine Le Pen, del tutto rinnovato rispetto all’eredità paterna, ha sorpassato il Partito Socialista nei sondaggi per le elezioni europee dell’anno prossimo ed è anche davanti all’UMP (Union pour un Mouvement Populaire). Questi i dati aggiornati: FN il 19%,  Partito Socialista il 15% e l’UMP il 18%.


Marine Le Pen
“Non possiamo essere comprati” ha detto Marine Le Pen in occasione della travolgente vittoria del proprio candidato (46% dei voti) al primo turno delle suppletive di Villeneuve-sur-Lot. “L’euro cessa di esistere nel momento in cui la Francia lo lascia, è la nostra forza. Che cosa fanno se usciamo dall’euro? Ci inviano i carri armati?”, ha detto Le Pen in un’intervista al Daily Telegraph.



 “L’Europa è solo un grande bluff: da un lato c’è l’immenso potere dei popoli sovrani e dall’altro lato solo alcuni tecnocrati.”
Il dato che sconvolge la politica francese è la massiccia transizione di voti in favore della destra, da parte di zone storicamente consolidate verso la sinistra, e persino un candidato del partito comunista ha lasciato il suo partito per unirsi a Le Pen.
Non si tratta di parteggiare per la destra o la sinistra, qui è in atto una reazione del popolo francese contro lo strapotere dei grandi burattinai e della Troika. Marine Le Pen ha gioco facile nell’interpretare il dilagante malcontento dei Francesi, che si sono rotti le scatole di tanta politica collusa coi banchieri e contraria alle legittime aspettative popolari. Le Pen ha dichiarato che il suo primo atto, se dovesse salire all’Eliseo, sarà quello di indire un referendum sull’adesione alla UE. “Fisseremo i punti i punti su cui non ci può essere nessun compromesso. Se il risultato delle trattative con l’UE fosse inadeguato, usciremo”, ha dichiarato la battagliera Marine. Va detto che non si tratta di battage pubblicitaria a scopo elettorale, tutt’altro, perché il Fronte Nazionale Francese fissa precise condizione alla UE: i quattro punti non negoziabili sono la valuta, il controllo delle frontiere, il primato del diritto francese e quello che la Le Pen chiama “patriottismo economico”, la possibilità di perseguire un “protezionismo intelligente” a salvaguardia del modello sociale.




Tanto meno è attaccabile la posizione della destra francese sul piano tecnico-economico, perchè il progetto politico di Le Pen si fonda su uno studio condotto dagli economisti della École des Hautes Études di Parigi, sotto la guida dal professor Jacques Sapir. Si afferma a chiare lettere, in quello studio, che “Francia, Italia e Spagna beneficerebbero grandemente dall’uscita dall’euro, che ripristinerebbe la competitività del lavoro perduta in anni di depressione economica”.
Tutto questo mentre in Italia l’armata della sinistra difende ancora a spada tratta il sistema europeo dei banchieri uniti, che sta conducendo letteralmente alla povertà i popoli, in particolare tutta la zona sud (Spagna, Portogallo, Italia, Grecia). Dinanzi a questo scenario, non si tratta più di scegliere un partito o l’altro, la gente è stanca di correre dietro le fasulle bandiere ideologiche che sono adoperate da gruppi di potere sotto etichette, la gente vuole vedere scelte precise in politica, vuole chiudere questa fase storica che ha segnato il più totale fallimento dell’Unione Europea.
I Francesi lo stanno facendo con una “rivoluzione democratica”, noi invece ci stiamo avvicinando pericolosamente ad un altro tipo di rivoluzione.





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