spirito critico

PENSATOIO DI IDEE

giovedì 22 agosto 2013

M5S BASILICATA

Filippetti chiama Casaleggio e “smonta”
il senatore, Perrino si candida

 
La proposta di Petrocelli scatena la battaglia nei cinque stelle
La proposta di Petrocelli scatena la battaglia nei cinque stelle. Sul forum lucano si discute in vista delle prossime elezioni regionali
di VALERIO PANETTIERI
Filippetti chiama Casaleggio e “smonta” 
il senatore, Perrino si candida
Il senatore M5S Vito Petrocelli (foto Cosimo Martemucci)

di VALERIO PANETTIERI
UNO FA una proposta e se ne discute sul forum di Basilicata a 5 stelle, ma se a farlo è Petrocelli, che dice anche di non prendere per “oro colato” quello che dice, ovvero la possibilità di non presentare nelle liste persone precedentemente in altri partiti politici, si scatena la guerra e scatta pure la telefonata a Casaleggio. Prima Michele Cornacchia, che chiede le dimissioni di Petrocelli, poi si ci mette Francesco Filippetti, che ieri lancia un aut aut chiamando in causa lo stesso Casaleggio.
Sul forum racconta di una telefonata scaturita proprio dalla “regola” dei non candidabili alle primarie proposta da Petrocelli. Casaleggio avrebbe chiarito alcuni aspetti sulle regole di candidatura, presentazione e certificazione delle liste che non possono che essere solo quelle dettate dal sito nazionale di Beppe Grllo, «non possono - scrive Filippetti -  quindi essere previste regole ulteriori rispetto a quelle tassativamente indicate per la certificazione delle liste». E la proposta di Petrocelli? Visto che non si possono aggiungere nuove regole la proposta è irricevibile. «Casaleggio - scrive ancora Filippetti - la ritiene assolutamente improponibile anche in ragione del fatto che “siamo tutti ex di qualcosa”». E qui ancora si continua con parole testuali del guru dietro il MoVimento 5 stelle: «Ove si insistesse nel porre condizioni e regole ulteriori rispetto a quelle previste sul sito di Beppe Grillo, “la Basilicata non avrà alcuna lista certificata del Movimento 5 Stelle”». Insomma, la situazione e a rischio e in pratica, stando a questi dettami, due mesi di discussioni e votazioni interne su Liquid Feedback andrebbero buttate. E poi c’è l’affondo: «Casaleggio - scrive Filippetti - mi ha detto che lo staff è scontento (e preoccupato) solo perché dalla Basilicata ancora non arrivano né liste né tantomeno notizie chiare e inequivoche». Insomma, la Basilicata dei cittadini con l’elmetto, stando a questo, rischia un serio stallo. Ma la deputata Liuzzi non ci sta e replica. Ricorda come nel Lazio e nel Friuli sono state messe ulteriori regole. Ma questo è solo l’inizio, perché da qui in poi lo scontro tra Filippetti e Petrocelli si trasforma in una guerra di territorio. C’è chi, come Filippetti, accusa Petrocelli di voler escludere una parte dei materani (quelli di Materacambia) e Petrocelli invece che cerca di smentire la sua posizione (che in effetti non è mai stata un obbligo ma una semplice idea da mettere al voto).
E poi c’è anche un gran numero di iscritti che si oppone a questa calata dall’alto. Se il MoVimento deve autorganizzarsi non può neanche Casaleggio dettare le regole per la creazione delle liste, salvo poi la certificazione nazionale. Insomma, il MoVimento è diviso sta cominciando a buttarsi fango addosso. In tutto questo marasma Gianni Perrino, candidato 15 anni fa in una lista, l’ha presa sul personale e ha annunciato ufficialmente la sua candidatura. «E in nome di questa paura - scrive Perrino in una parte del suo lunghissimo post - ce ne sbattiamo se uno dei fondatori del m5s in Basilicata si ritrova trombato, senza dargli la possibilità di essere valutato serenamente e democraticamente a causa dell'introduzione di una regola demenziale che allontana le persone invece di avvicinarle? Alle comunali del 2010 sono risultato il candidato consigliere più votato del m5s, con 135 preferenze. Non ho mai preteso di contare più di chiunque altro solo perché ero risultato il più votato: mai. E non lo pretendo neanche ora che qualcuno mi ha messo lo sgambetto».
Ma intanto Petrocelli è andato avanti e ha scritto a Grillo in modo che possa valutare la richiesta di dimissioni inviata da Cornacchia. Da qui un’altra bagarre tra chi difende l’operato del senatore e chi invece reputa quella uscita come un atto di prepotenza nei confronti di chi ha avuto dei piccoli trascorsi politici. Ora per il MoVimento c’è il serio rischio di vedersi tutti quanti “trombati” se non si danno una mossa a presentare le liste e a farle certificare. Si comincia a sudare freddo.  
v.panettieri@luedi.it
Uno fa una proposta e se ne discute sul forum di Basilicata a 5 stelle, ma se a farlo è Petrocelli, che dice anche di non prendere per “oro colato” quello che dice, ovvero la possibilità di non presentare nelle liste persone precedentemente in altri partiti politici, si scatena la guerra e scatta pure la telefonata a Casaleggio. 
Prima Michele Cornacchia, che chiede le dimissioni di Petrocelli, poi si ci mette Francesco Filippetti, che ieri lancia un aut aut chiamando in causa lo stesso Casaleggio.Sul forum racconta di una telefonata scaturita proprio dalla “regola” dei non candidabili alle primarie proposta da Petrocelli. 
Casaleggio avrebbe chiarito alcuni aspetti sulle regole di candidatura, presentazione e certificazione delle liste che non possono che essere solo quelle dettate dal sito nazionale di Beppe Grllo, «non possono - scrive Filippetti -  quindi essere previste regole ulteriori rispetto a quelle tassativamente indicate per la certificazione delle liste». 
E la proposta di Petrocelli? Visto che non si possono aggiungere nuove regole la proposta è irricevibile. «Casaleggio - scrive ancora Filippetti - la ritiene assolutamente improponibile anche in ragione del fatto che “siamo tutti ex di qualcosa”». 
E qui ancora si continua con parole testuali del guru dietro il MoVimento 5 stelle: «Ove si insistesse nel porre condizioni e regole ulteriori rispetto a quelle previste sul sito di Beppe Grillo, “la Basilicata non avrà alcuna lista certificata del Movimento 5 Stelle”». Insomma, la situazione e a rischio e in pratica, stando a questi dettami, due mesi di discussioni e votazioni interne su Liquid Feedback andrebbero buttate. 
E poi c’è l’affondo: «Casaleggio - scrive Filippetti - mi ha detto che lo staff è scontento (e preoccupato) solo perché dalla Basilicata ancora non arrivano né liste né tantomeno notizie chiare e inequivoche». Insomma, la Basilicata dei cittadini con l’elmetto, stando a questo, rischia un serio stallo. Ma la deputata Liuzzi non ci sta e replica. Ricorda come nel Lazio e nel Friuli sono state messe ulteriori regole. 
Ma questo è solo l’inizio, perché da qui in poi lo scontro tra Filippetti e Petrocelli si trasforma in una guerra di territorio. 
C’è chi, come Filippetti, accusa Petrocelli di voler escludere una parte dei materani (quelli di Materacambia) e Petrocelli invece che cerca di smentire la sua posizione (che in effetti non è mai stata un obbligo ma una semplice idea da mettere al voto).E poi c’è anche un gran numero di iscritti che si oppone a questa calata dall’alto. 
Se il MoVimento deve autorganizzarsi non può neanche Casaleggio dettare le regole per la creazione delle liste, salvo poi la certificazione nazionale. Insomma, il MoVimento è diviso sta cominciando a buttarsi fango addosso. In tutto questo marasma Gianni Perrino, candidato 15 anni fa in una lista, l’ha presa sul personale e ha annunciato ufficialmente la sua candidatura. 
«E in nome di questa paura - scrive Perrino in una parte del suo lunghissimo post - ce ne sbattiamo se uno dei fondatori del m5s in Basilicata si ritrova trombato, senza dargli la possibilità di essere valutato serenamente e democraticamente a causa dell'introduzione di una regola demenziale che allontana le persone invece di avvicinarle? Alle comunali del 2010 sono risultato il candidato consigliere più votato del m5s, con 135 preferenze. 
Non ho mai preteso di contare più di chiunque altro solo perché ero risultato il più votato: mai. 
E non lo pretendo neanche ora che qualcuno mi ha messo lo sgambetto».Ma intanto Petrocelli è andato avanti e ha scritto a Grillo in modo che possa valutare la richiesta di dimissioni inviata da Cornacchia. Da qui un’altra bagarre tra chi difende l’operato del senatore e chi invece reputa quella uscita come un atto di prepotenza nei confronti di chi ha avuto dei piccoli trascorsi politici. Ora per il MoVimento c’è il serio rischio di vedersi tutti quanti “trombati” se non si danno una mossa a presentare le liste e a farle certificare. Si comincia a sudare freddo. 
giovedì 22 agosto 2013 08:12

Nessun commento:

Posta un commento

5 STELLE