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martedì 20 agosto 2013

Rapporto Wto: più attenzione all’ambiente e alla gestione delle risorse

Secondo il “World Trade Report 2013 – Factors shaping the future of world trade” dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto), «il futuro del commercio mondiale e del sistema commerciale mondiale sarà plasmato da diversi fattori economici, politici e sociali».




World Trade Organization 


Presentando il rapporto, il direttore della Wto Pascal Lamy ha detto: «Dimostra l’affermazione della globalizzazione e l’aumento dell’interdipendenza degli scambi commerciali e gli effetti che possono avere su degli elementi esterni. La trasformazione del commercio è in corso da qualche tempo. Si manifesta più chiaramente nella partecipazione geografica più ampia al commercio e nell’aumento della produzione internazionale nella catena di fornitura».
«Un elemento che si distingue chiaramente nel rapporto – ha aggiunto – è l’importanza del commercio per lo sviluppo. Le previsioni e le riflessioni contenute in questo rapporto non prevedono un rovesciamento della globalizzazione. Ma dobbiamo ricordare che i guadagni che ne derivano possono essere annullati o almeno mitigati se le pressioni a breve termine ignoreranno gli interessi a lungo termine, e se verranno trascurate le sue conseguenze sociali in termini di irregolarità dei suoi benefici. Questo è il motivo per cui sono necessari nuovi sforzi per rilanciare la vitalità del sistema commerciale globale».
Danny Quah, della London School of Economics and Political Science, ha evidenziato che «uno dei più grandi avvenimenti degli ultimi 20 anni è l’integrazione di numerosi Paesi in via di sviluppo nell’economia mondiale ed il loro emergere come protagonisti chiave del commercio internazionale».
Le cifre fornite dal rapporto raccontano di una globalizzazione che rischia di lasciare ai margini la vecchia e ricca Europa: «Le importazioni dell’Africa sono aumentate più rapidamente di quelle di ogni altra regione, con il 11,3%, seguita dal Medio Oriente (7,9%)» e il Wto avverte che «se l’India, i Paesi del Medio Oriente e l’Africa subsahariana riuscissero a rafforzare le loro istituzioni pubbliche ed a mantenere delle politiche economiche aperte, potrebbero diventare le economie più dinamiche del mondo».
Riguardo all’altro gigante economico, la Cina, il rapporto Wto 2013 sottolinea che «è in un processo di accumulazione rapida di capitale. Così potrebbe trovare una nuova fonte di vantaggio competitivo nelle esportazioni a più forte intensità di capitale».
Il World Trade Report 2013 punta l’attenzione sull’importanza della tecnologia e della politica e dice che «il futuro del commercio dipenderà da elementi quali l’investimento, la demografia, la tecnologia, la disposizione e la disponibilità di energia e delle altre risorse naturali, i costi dei trasporti e le istituzioni».
Patrick Low, uno dei redattori del rapporto e direttore della divisione ricerca e statistiche della Wto, ha ricordato che «il mondo cambia ad una velocità incredibile a causa di diversi fattori quali i modelli di produzione e di consumo, l’innovazione tecnologica permanente, i nuovi modi di fare il commercio e la politica» e il rapporto conferma che «il forte calo dei costi di trasporto e delle comunicazioni è il fattore che ha plasmato il sistema commerciale mondiale attuale. Anche la geopolitica ha giocato un ruolo decisivo, rafforzando queste tendenza strutturali».
Il commercio mondiale delle merci, 18.000 miliardi di dollari, e dei servizi commerciali, 4.000 miliardi di dollari, negli ultimi 30 anni è aumentato in media di circa il 7% all’anno e ha raggiunto il livello record nel 2011. «Ormai il commercio dei servizi rappresenta circa il 50% del commercio mondiale – ha detto Low – Questa tendenza potrebbe accentuarsi in futuro con l’aumento dei costi dell’energia. Nel commercio mondiale dei prossimi anni assisteremo all’emergere di catene di valore internazionali, alla comparsa di nuove forme di regionalismo, alla crescita del commercio dei servizi, all’aumento e ad una maggiore volatilità dei prezzi dei prodotti di base, alla progressione delle economie emergenti ed all’evoluzione della percezione dei legami tra il commercio, il lavoro e l’ambiente. Queste tendenze costituiranno delle nuove sfide che l’Omc dovrà affrontare».
Uno dei driver più significativi del cambiamento è la tecnologia: «Non solo le rivoluzioni nel settore dei trasporti e delle comunicazioni hanno trasformato il nostro mondo – spiega il rapporto Wto – ma i nuovi sviluppi, come la stampa 3D, e la continua diffusione delle tecnologie dell’informazione continueranno a farlo. Il commercio e gli investimenti diretti all’estero, insieme ad una maggiore diffusione geografica della crescita del reddito e delle opportunità, integrerà un numero crescente di Paesi in più ampio scambio internazionale. Redditi più alti e popolazioni più grandi provocheranno nuove tensioni sulle risorse rinnovabili e non rinnovabili, generando una ancora maggiore necessità di una gestione attenta delle risorse. Uno sforzo maggiore deve essere dedicato ad affrontare le questioni ambientali».
Per quanto riguarda la politica, «le istituzioni economiche e politiche continueranno ad avere un ruolo significativo da svolgere nella definizione della cooperazione internazionale, anche nel commercio, così come nell’interazione dei costumi culturali tra i Paesi. Misure non tariffarie avranno più risalto e la convergenza normativa probabilmente costituirà la più grande sfida per il sistema commerciale del futuro. Il futuro del commercio sarà anche influenzato da come i politici e le politiche affronteranno con successo i problemi della crescente preoccupazione sociale, come ad esempio la disponibilità di posti di lavoro e la persistente disparità di reddito, così come le preoccupazioni ambientali».
Fonte: Greenreport.it

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