Le dichiarazioni di Olli Rehn e del Fondo Monetario Internazionale sull'ulteriore svalutazione interna richiesta alla Spagna e sulla necessità di una diminuzione salariale del 10% per aumentare l'occupazione e rilanciare la competitività hanno trovato la ferma opposizione del governo di Madrid.
Il partito socialista ed i sindacati hanno reagito in modo più duro, come riporta El Pais. I critici del Fmi e dell'Unione europea hanno sottolineato, in particolare, come lo stipendio mensile di Olli Rehn supera quello della media annuale dei cittadini spagnoli e che Christine Lagarde ha visto un incremento di reddito dell'11% assumendo la sua carica al Fmi.
Il gruppo Economistas Frente a la Crisis (Economisti contro la crisi) in un post del loro blog hanno criticato la posizione di Rehn argomentando come la riduzione salariale porterà ulteriore depressione economica, andando a ridurre ulteriormente la domanda interna, aumentando la diseguaglianza e prolungando la recessione oltre il 2017.
Infine, concludono gli economisti, la posizione del Fmi supportata da Rehn è basata su una diagnosi errata all'origine, vale a dire che la crisi spagnola sia dovuta ad una perdita di competitività per l'eccessivo costo del lavoro, quando in realtà è dovuta al collasso della domanda.
Per un commento molto critico sulla posizione di Rehn si rimanda anche a http://lantitroika.blogspot.it/2013/08/una-risposta-alle-falsita-di-olli-rehn.html
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