spirito critico

PENSATOIO DI IDEE

sabato 2 novembre 2013

IL SOCIAL SEMANTIC WEB, L'ANALISI DEI SOCIAL NETWORK

Snowden, chi era costui? Qualcuno lo spieghi a Casaleggio



Nell’elenco dei “buoni” figurano personaggi molto controversi: dal Clinton che aprì le porte all’inferno della cupola finanziaria mondiale abolendo la barriera di sicurezza che separava le banche d’affari dal credito commerciale, fino all’attuale presidente Obama che esaltò il fundraising via Internet oscurando i fondi ricevuti dalle peggiori multinazionali dell’orrore – Ogm, Big Pharma, industria della guerra cibernetica. E’ lo stesso presidente che ha dato la caccia a un certo Edward Snowden, l’uomo che l’ha smascherato rivelando al mondo che la tanto decantata Rete è (anche) la più grande infrastruttura planetaria per lo spionaggio di massa. Nel suo intervento al fortino di Cernobbio, santuario blindato dei poteri forti, Gianroberto Casaleggio evita incredibilmente di citarlo, anche se Obama – nel tentativo di acciuffare l’ex consulente Cia-Nsa riparato in Russia – è giunto alla pirateria internazionale sequestrando in Austria il presidente della Bolivia.
Il profeta di Grillo preferisce rifugiarsi nell’inglesismo di casta: «L’analisi dei Big Data e dei social network sono la base delle cosiddette “Internet Casaleggio a Cernobbioprediction machine”, applicazioni che consentono in qualche modo di prevedere il futuro attraverso il comportamento e attraverso le richieste degli elettori e cittadini». Il fantasma in sala è quello di Orwell, ma Casaleggio “vede” solo la fantascienza di Isaac Asimov e la sua “psicostoria”, «amalgama di storia, statistica e psicologia simile all’analisi dei Big Data dei social network, che prevedeva il futuro e i comportamenti sociali, come oggi tenta di fare il social semantic web, che studia le relazioni tra le persone in tempo reale attraverso l’analisi dei social network». Per il guru di Grillo, l’avvento del digitale è una storia lineare e inesorabile, destinata a migliorare le “magnifiche sorti e progressive” dell’umanità a partire dalla prima contestazione no-global organizzata nel 1999 contro il Wto, quando «decine di migliaia di persone riuscirono a riunirsi a Seattle attraverso la Rete», propagando in modo virale i propri contenuti. Poi i Pirati svedesi, gli Indignados iberici e “Occupy Wall Street”, passando per Julian Assange e “Wikileaks”, fino ai “meet-up” del “Movimento 5 Stelle”.
Una volta epocale, paragonabile a quella sancita nel 1960 dal primo confronto televisivo tra Kennedy e Nixon: «Lapolitica comprese che da quel momento le campagne elettorali sarebbero state vinte, o perse, in televisione». Ora siamo al 2.0: sul web, lo spettatore passivo diventa attivo e partecipe. Secondo Casaleggio, grazie all’infrastruttura digitale si sta affermando in tutto il mondo la democrazia diretta – tra un bombardamento e l’altro, tra una strage l’altra, mentre la sovranità reale dei cittadini sparisce insieme alle loro Costituzioni, e la dittatura dell’élite finanziaria impone il ritorno coatto ad un brutale feudalesimo senza onore, fatto solo di privazioni e menzogne. I media sono lo strumento del potere, riconosce Casaleggio, e avverte: hanno le ore contate. «Negli Stati Uniti, nel 2013 è avvenuto il sorpasso di Internet sulla televisione per il tempo speso tutti i giorni dagli adulti». Una crescita che supera il 15%: il web, con oltre 5 ore al giorno, batte la televisione, ferma a 4 ore e mezza. In Italia è ancora il contrario, ma la tendenza parla chiaro: presto anche le nostre tv dovranno cedere il passo al web. Con ripercussioni economiche non indifferenti: «Il declino dei mainstream media riguarda anche i ricavi attraverso i quali Edward Snowdenvivono, in particolare gli investimenti pubblicitari» che in Italia nell’ultimo semestre sono calati da 860 a 650 milioni di euro, quasi il 25% in meno.
Negli Stati Uniti, continua Casaleggio, le vendite dei primi 25 giornali dal 2005 a oggi sono diminuite del 42%. Un crollo: da 15,1 milioni a 8,8 milioni di copie giornaliere. Idem in Italia: le copie vendute sono scese da 4,4 milioni del maggio 2012 a 3,8 del maggio 2013, con un diminuzione costante del 14,54%. «Questa situazione è irreversibile ed è destinata a peggiorare». O a migliorare, per dirla con Casaleggio, grazie all’altro grande vantaggio del web: la velocità simultanea di comunicazione, anche bidirezionale. Insieme alle previsioni, tengono banco anche le vecchie fiabe: «Obama vinse le sue prime elezioni grazie alla Rete». Obama, s’intende, e Wall Street – che gli piazzò alle costole uno staff di autentici criminali finanziari, capeggiato daTim  Geithner. E se qualcuno un giorno decidesse di “spegnere la luce”? Nessuno degli utenti ha il minimo controllo sull’infrastruttura orwelliana: è perfetta per marcare a uomo ogni cittadino del pianeta, pedinarlo giorno per giorno e captare i suoi orientamenti, rifilandogli anche prodotti politici. Ma la Rete resta uno strumento – come tale, tecnicamente neutrale. Tutto dipende da chi ne detiene il controllo proprietario. Un aspetto decisivo, sul quale – perlomeno a Cernobbio – il guru di Grillo preferisce sorvolare.

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