spirito critico

PENSATOIO DI IDEE

venerdì 29 novembre 2013

LA LEGA NORD E LA FAMIGLIA BOSSI

Lega nord, verso il processo Bossi e figli. “Truffa allo Stato per 40 milioni di euro”

L'ex leader del Carroccio è indagato per appropriazione indebita e truffa allo Stato per circa 40 milioni di euro in merito alla gestione dei fondi del partito. Per la moglie del Senatur e per Calderoli i pm chiedono l'archiviazione



Quaranta milioni di finanziamento pubblico alla Lega. Cifra maggiore rispetto ai 18 milioni di euro venuti alla luce finora. La Procura di Milano contesta al fondatore della Lega Umberto Bossi – nuovamente in corsa per la segreteria del partito contro Matteo Salvini il prossimo 7 dicembre – la “truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche” ossia i rimborsi elettorali ricevuti dal Carroccio in base ai rendiconti al Parlamento del 2008 e 2009. Una truffa allo Statocommessa, secondo i pubblici ministeri, in concorso con Maurizio Balocchi, segretario amministrativo della Lega ormai deceduto, per quanto riguarda il rendiconto dell’esercizio 2008 e con Francesco Belsito, ex tesoriere leghista per il 2009 e 2010. Con tanto di inganno ai presidenti di Camera e Senato e ai revisori pubblici delle due assemblee che autorizzavano i rimborsi basandosi su rendiconti volontariamente falsati “in assenza di documenti giustificativi di spesa e in presenza di spese effettuate per finalità estranee agli interessi del partito politico”.
La Procura di Milano ha chiuso le indagini relative all’inchiesta “The family” in vista del prossimo passo: la richiesta di rinvio a giudizio per dieci persone, tra cui Umberto Bossi e i suoi due figliRiccardo e Renzo. Al centro, la gestione dei fondi della Lega, caso scoppiato nella primavera del 2012. Tra gli indagati, anche l’ex vicepresidente del Senato Rosi Maurol’ex tesoriere della Lega Francesco Belsito e l’imprenditore veneto Stefano Bonet, l’uomo degli investimenti in Tanzania con i soldi del partito.
Chiuse le indagini anche nei confronti di Rosi Mauro, l’ex senatrice del Carroccio, che ora è accusata di una appropriazione indebita di 99.731,50 euro, denaro proveniente dalle casse del partito. Tra i soldi di cui l’ex esponente lumbard si è appropriata, secondo l’accusa, ci sono anche 77.131,50 euro “per acquisto titolo di laurea albanese in sociologia – si legge nel capo di imputazione – presso l’Università Kristal di Tirana a favore di Pierangelo Moscagiuro”, ex guardia del corpo della Mauro. Laurea presa il 29 giugno 2011 nella stessa università scelta da Renzo Bossi, detto ‘il Trota’, che consegue il titolo di studio in Gestione aziendale il 29 settembre 2010 con un “corso di studi” durato un solo anno.
Per la laurea del Trota a Tirana 77mila euro – A Renzo e Riccardo Bossi, i due figli del ‘Senatur’ Umberto, viene contestato di aver usato a fini personali circa 303mila euro di soldi pubblici ottenuti dalla Lega come rimborsi elettorali. Renzo detto ‘il Trota’, accusato come Riccardo di appropriazione indebita, avrebbe speso tra le altre cose oltre 77mila euro per l’“acquisto” dell’ ormai famosa laurea albanese “presso l’Università Kristal di Tirana”. Ma non solo. Il secondo figlio di Bossi, che, nel 2010, a 21 anni diventa il più giovane consigliere regionale mai eletto in Lombardia, pare avere una passione per le auto e per la velocità. Con la sua Audi A5 scorrazza per la Lombardia accumulando oltre 7mila euro di multe. Contestazioni che vengono pagate con i soldi del partito. E nonostante la cattiva condotta automobilistica, il Trota passa a una macchina più potente, un’Audi A6 pagata 48mila euro più 3mila di assicurazione. Ovviamente a spese dei contribuenti. Il 10 aprile 2012 Renzo è costretto alle dimissioni dalla sua carica in Regione. Lo scandalo dei soldi pubblici girati dall’ex tesoriere Francesco Belsito agli esponenti del Carroccio fa terminare l’incarico tre anni prima del previsto. Tuttavia, i due anni trascorsi al Pirellone gli fruttano, secondo la legge, 40mila euro di indennità
La passione per le auto di lusso di Riccardo Bossi - Il primo figlio del Senatur avuto nel 1979 dalla prima moglie Gigliola Guidali, i giudici contestano 52 pagamenti. Soprattutto multe – per oltre 2mila euro – ma non solo: con i soldi del partito Riccardo paga anche il mantenimento della moglie, l’affitto con tanto di bollette, il veterinario, l’abbonamento Sky, il garage e le spese di carrozzeria, nonché le rate per l’Università dell’Insubria. E poi debiti personali, bonificiassegni circolari. Infine, le auto: 20mila euro per il riscatto del contratto di leasing per la Bmw X5 e oltre 21mila per una Mercedes.
Richiesta di archiviazione per Calderoli e moglie di Bossi -  magistrati di Milano, titolari dell’inchiesta sulla Lega, hanno richiesto di archiviare le posizioni di Roberto Calderoli, Matteo Brigandì e Manuela Marrone, moglie di Umberto Bossi. Una archiviazione parziale, solo per alcuni episodi, è stata richiesta inoltre per Francesco Belsito, Umberto Bossi e Rosy Mauro, per altri fatti i magistrati ritengono allo stato di dover procedere. “Pagare le spese di un’abitazione a Roma, luogo dove principalmente si svolge l’attività politica e parlamentare, ad un esponente di punta del partito, può in definitiva a nostro giudizio essere una scelta di impegno finanziario legittima (salvo il dovere di darne conto in contabilità, qui non rispettato, non decisivo ai fini del reato di appropriazione indebita)”, scrivono i magistrati in riferimento alla posizione di Calderoli. Per quanto riguarda, invece, la posizione della Marrone, si ricorda come fin dalla prima relazione del pg, la moglie di Bossi sia stata inserita, insieme alla Mauro e ad altri famigliari del leader del Carroccio, all’interno del cosiddetto “cerchio magico che sarebbe stato alimentato con favoritismi ed elargizioni a danno del patrimonio della Lega”. “Certo -scrivono i pm di Milano- non si può escludere che delle somme corrisposte per la scuola Bosina in denaro contante la Marrone possa aver profittato a titolo personale. Ma per tutti gli indagati, come in questo caso per la Marrone, è stata applicata una rigorosa regola probatoria”.
Salvini: “Mafiosi e assassini possono attendere…”. Bossi: “Sconcertato” –  Matteo Salvini, che il 7 dicembre sfiderà Umberto Bossi alle primarie per la segretaria del partito, inneggia all’indipendenza e chiede “giudici eletti dal popolo” come unica via per sfuggire ai tribunali: candidato insieme a Bossi alle primarie per la segreteria del partito in programma il 7 dicembre”Finito (forse) con Berlusconi e Ruby, adesso il Tribunale di Milano torna a ‘occuparsi’ di Bossi e della Lega. I processi a mafiosi e assassini possono attendere… Giudici eletti dal Popolo eindipendenza unica via”, scrive sulla sua pagina Facebook il vicesegretario del Carroccio.  ”Questa cosa non mi aiuta certo…una cosa che esce proprio adesso e mi lascia sconcertato”, spiega invece Umberto Bossi che, a questo punto, potrebbe ritirarsi dalla competizione come già paventato nei giorni scorsi.

Nessun commento:

Posta un commento

5 STELLE