spirito critico

PENSATOIO DI IDEE

domenica 9 febbraio 2014

Aurelio Maccaluso: Il femminicidio è un dramma troppo serio perché si apra una discussione moralistica

Cara Boldrini, la violenza sulle donne non si sconfigge con il moralismo

Aurelio Mancuso
Presidente di Equality Italia







Il femminicidio è un dramma troppo serio perché si apra una discussione moralistica sull'uso del corpo delle donne nelle pubblicità. Il rischio, dietro l'angolo, è che ancora una volta si dividano le donne per bene e per male, un errore politico e culturale così praticato in questi anni da tante associazioni femminili e femministe che non ha stoppato alcun omicidio di odio nei confronti delle donne. Si dice che solo nel nostro Paese vi sia un uso così sfrontato e inqualificabile del corpo delle donne nelle pubblicità, e questo può esser vero, ma da qui bisogna partire?

Il possesso machista che si risolve contro l'autodeterminazione delle donne, dilaga nel nostro Paese, per oggettive tare culturali che non possono esser affrontate solo da un lato, ovvero dalla censura, dalla moralizzazione dei costumi, dalla sottrazione dei corpi svestiti o lascivi per fini commerciali. Perché l'altro lato è proprio il moralismo ipocrita, la madonizzazione delle donne che persiste a causa di visioni ecclesiali cattoliche ed ecclesiali laiche, prima fra tutte quella della sinistra istituzionale.

Quando non si avrà più paura del sesso, della sua veicolazione come elemento essenziale della vita, dell'identità delle persone, dei generi, degli orientamenti sessuali, allora un pezzo importante della sessuofobia che porta alla castrazione sociale, nei rapporti intimi, nella rappresentazione e gestione dei poteri, sarà spazzato via. E di pubblicità non dovremo più discutere, perché il "mercato" riterrà non remunerativo ostentare corpi femminili. Parliamo di educazione sessuale obbligatoria nei programmi scolastici (meglio l'educazione alla salute e alla consapevolezza di se), di narrazione pubblica che permetta la demitizzazione della sessualità, imprigionata ancora dall'immagine classica dell'impurità del corpo, di elemento esterno alla volontà razionale, di promozione scientifica delle differenze dei generi e degli orientamenti.

Insomma, fare un discorso unilaterale, comodo e anche rassicurante, che tende a eliminare i conflitti, ci riporta indietro, non aiuta l'individuazione concreta anche di strumenti di prevenzione e di tutela. E in ultimo si continua a girare intorno alla questione centrale: la violenza contro le donne è un problema degli uomini, in quanto tali, così come sono oggi pervenuti dopo i millenari vaneggiamenti antropologici sulla superiorità intellettuale e fisica.

Lo scatenamento della strage delle donne, ha dentro un elemento di vittoria evidente: i maschi sono finalmente entrati in crisi, l'autonomia delle donne li fa agire come i loro antenati, perché sono i ruoli che stanno crollando. È necessario punire i reati, attrezzare di strumenti veri i centri donna, la polizia, ma anche oltre, aprire una discussione sulla necessità di come rieducare gli uomini, perché il femminicidio è la manifestazione violenta di una patologia sociale e culturale diffusa: il machismo.

 http://www.huffingtonpost.it/aurelio-mancuso/cara-boldrini-la-violenza-sulle-donne-non-si-sconfigge-con-il-moralismo_b_3219670.html

Nessun commento:

Posta un commento

5 STELLE