Alto rischio: il bunker dei partiti e lo spettro della violenza
Che la situazione sia ormai esplosiva – sul piano civile, istituzionale, economico e ambientale – l’hanno compreso un po’ tutti, ad eccezione dei soliti noti che, in queste ore, si preparano con il sostegno attivo di Napolitano a formare un governo di larghe intese. Insomma, la rabbia cresce un po’ ovunque e Grillo, in varie occasioni, ha fatto bene a ricordare che l’entrata in politica del “Movimento 5 Stelle” ha permesso di canalizzare questa energia potenzialmente distruttiva in un progetto pacifico rispettoso della Costituzione. Il fatto stesso di aver indirizzato il malcontento e il malessere popolare verso il Parlamento a qualcuno non sembra così utile. Un articolo di Valerio Lo Monaco esprime bene la difficoltà dei critici del sistema ad integrare emozioni e prospettive di cambiamento conservando un minimo di buon senso.
Il M5S è, a ben vedere, sempre più preso tra due fuochi: quello dei moderati e quello degli antagonisti duri e puri. Ai primi Grillo e i pentastellati fanno paura per le intemperanze linguistiche e lo stile autoritario/populista adottato nella comunicazione con i diversi interlocutori; ai secondi danno fastidio perché rischiano di impedire una mobilitazione permanente che, fuori dalle istituzioni, dovrebbe scuotere ilPotere e liberarci tutti dalla vana pretesa di modificare gli equilibri entrando nelle istituzioni e rispettandone le regole. Ecco il bivio fasullo che l’Italia dei conformisti e dei ribelli (fratelli gemelli separati alla nascita) pone dinnanzi al MoVimento, con lo scopo – forse non pienamente consapevole – di ingannarlo e farlo naufragare prima di intraprendere un riformismo radicale delle attuali condizioni politiche.
Dei primi non convince affatto la tendenza a trascurare il fenomeno genuinamente democratico che ha condotto otto milioni di italiani a votare per il M5S. Sembrerebbe dunque che questi cittadini siano stati ipnotizzati dal comico genovese e resi gradualmente inabili al ragionamento logico. Se ciò fosse vero dovremmo chiederci ancor prima quale misteriosa patologia si sia impossessata, negli ultimi vent’anni, dell’elettorato di centro-destra e centro-sinistra. Invece di addentrarci in questa inutile ispezione, crediamo sia più utile affermare che, oggi, chiunque si ritenga un vero democratico dovrebbe avere a cuore l’evoluzione del M5S e contribuire in prima persona (anche con tutti gli strumenti della critica) a rendere il MoVimento più coerente e più capace di mantenere il timone in mezzo alla tempesta. Nei secondi lascia attonito il desiderio frustrato di far saltare l’intero meccanismo di sfruttamento e ingiustizia in cui viviamo, senza considerare minimamente la vita concreta degli individui e gli effetti che su di essa sortirebbe una rabbia esplosiva, priva di mediazione politica e culturale, nonché facile preda di chi dispone del potere repressivo necessario per riportare i trasgressori a più miti consigli.
Queste vecchie idee che inneggiano, con un certo entusiasmo adolescenziale, a sollevarsi definitivamente contro il nemico, costi quello che costi, hanno inoltre il difetto storicamente acclarato di allontanare per sempre le persone ragionevoli e di attrarre i soggetti più disturbati che altrove non hanno trovato spazio per sfogare il loro malcontento. Posizioni così miopi rappresentano, per quanto riguarda la psiche collettiva, la copia fedele di due atteggiamenti che la psiche individuale mette in campo quando non riesce a fronteggiare livelli troppo alti di sofferenza: 1) timore di dialogare con l’Ombra (depositaria dei vissuti di rabbia, insoddisfazione e disagio) e di riconoscerla come appartenente all’interezza del Sé; 2) identificazione totale con l’Ombra stessa, fino alla perdita del controllo cosciente sugli eventi e sulle loro conseguenze.
Ebbene, a nostro avviso, il “Movimento 5 Stelle” è oggi il tentativo più notevole di riconoscere i contenuti inconsci dell’Ombra sociale e di costruire un ponte – simbolico, culturale e politico – per tramutare il malessere diffuso in progetto e proposta di cambiamento. Il M5S, forse senza saperlo, ha bisogno di essere aiutato a non perdere la strada maestra, tanto più nei mesi che verranno, mesi nei quali il bivio terribile della passiva accettazione dell’esistente e della violenza di piazza potrebbe ripresentarsi come finta scelta risolutiva per milioni di italiani.
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