Barnard: ci stanno portando in Kosovo, schiavi sottopagati
Il peggio dell’economia a senso unico noi ancora non l’abbiamo subito, anche se siamo sul punto di. Il grande esperimento delle “riforme”, del “rigore”, delle Austerità, fu inflitto come “laboratorio”, a partire dal crollo del muro di Berlino, a tutto l’Est europeo. Quando l’impero sovietico crollò nell’arco di pochi mesi, le porte dell’Est europeo si spalancarono ai falchi del Libero Mercato e dietro di esse c’erano masse di miserabili sbandati disposti a lavorare per pochi centesimi, assieme a intere economie da spolpare. Le élite d’Europa e degli Usa non avevano mai sognato nulla del genere. E’ ovvio che non sto dicendo che le dittature comuniste erano in alcun modo raccomandabili, ma lo sfruttamento di quelle genti che seguì il loro crollo è stato moralmente rivoltante. Qui di seguito alcuni dati scientifici, ma poi anche un dato aneddotico che, a mio parere, vale più di qualsiasi librone.
Si consideri solo (per motivi di spazio) la disintegrazione della Yugoslavia e i massacri che ne sono seguiti. E’ uno dei capitoli più disgustosi del piano che si ricordi. Non ci dimentichiamo che fu la Germania, che è il potere Neomercantile numero uno del mondo, sempre alla ricerca di lavoro sottopagato per il suo colossale settore export, a riconoscere prematuramente l’indipendenza della Slovenia. Questo precipitò il conflitto. Milosevic era senza dubbio un uomo pericoloso e senza scrupoli, ma fu incastrato dalla Nato che aveva deciso la colonizzazione della forza lavoro jugoslava. Fonti governative britanniche hanno rivelato che gli accordi di pace di Rambouillet furono truccati di proposito proprio per causare il rifiuto di Milosevic e giustificare l’intervento esterno. Negli accordi fu inserito all’ultimo minuto un “Annex B” che pretendeva che la Nato potesse occupare tutto il territorio jugoslavo come precondizione alle trattative.
Una pretesa assurda che nessun leader nazionale avrebbe mai accettato, come ammise in testimonianza l’allora ministro inglese per gli armamenti, Lord John Gilbert: «Se chiedete la mia opinione, penso che i termini posti a Milosevic a Rambouillet erano assolutamente intollerabili; come poteva accettarli? E l’hanno fatto di proposito». Negli stessi accordi, all’articolo 1&2 del capitolo 4, c’è una menzione specifica del Kosovo, ricco di minerali, che doveva diventare “una economia di Libero Mercato (..) dove tutti i beni statali dovranno essere privatizzati”. E non fu la Nato che nel 1999 portò l’attacco al Kosovo con il pretesto di salvare i poveri albanesi dai serbi? Certo, ma allora perché secondo dati ufficiali i bombardieri della Nato colpirono solo 14 carri armati serbi ma un gran totale di 372 industrie di Stato kosovare? Perché il più potente blitz delle forze di terra Nato in Kosovo impiegò 2.900 soldati per assaltare il complesso minerario di Trepca il cui valore di mercato era di 5 miliardi di dollari?
Gli albanesi non videro mai nulla del genere difenderli dai miliziani serbi. A Trepca tutto il management statale e i lavoratori furono espulsi, e da lì a poco uno dei primi decreti della nuova amministrazione Onu in Kosovo (Unmik) abolì la legge sulle privatizzazioni del 1997 per permettere la proprietà straniera di qualsiasi bene kosovaro fino al 70% del valore. La scandalosa storia della colonizzazione Neoliberista di quei Paesi con dosi massicce di “Shock Therapy” in economia (si veda i piani di Jeffrey Sachs per la Polonia e i programmi di aggiustamento strutturale del Fmi in tutto l’Est Europa) è stata raccontata da molti economisti autorevoli come il Nobel Joseph Stiglitz, e persino da ricerche scientifiche come quella pubblicata sul “Lancet”, che hanno analizzato il disastro umanitario causato dal Neoliberismo in versione post-sovietica con drammatici dettagli, come ad esempio gli oltre 3 milioni di morti in Russia causati dalla cancellazione della sanità pubblica garantita e dall’aumento vertiginoso della disoccupazione.
Si trattava naturalmente solo di accaparrarsi i beni pubblici di quei paesi e di trovare masse di lavoratori da sottopagare, come ha scritto l’economista Michael Hudson: «Queste politiche distruttive sono state testate soprattutto nei paesi baltici, vere e proprie cavie per vedere fino a che punto i lavoratori potevano essere schiacciati prima che si ribellassero. La Lettonia applicò liberamente le politiche Neoliberiste con tasse fisse sul lavoro al 51%, mentre l’immobiliare rimaneva intoccato. Gli stipendi pubblici furono ridotti del 30% causando massiccia emigrazione (…) La vita media maschile si è accorciata, le malattie sono in crescita e il mercato interno è avvizzito».
Ma ora il dato aneddotico sulla devastazione dell’esperimento delle “riforme”, del “rigore”, delle Austerità nell’Est europeo. Domanda: esiste in qualsiasi parte del mondo una migrazione di masse di giovani madri svizzere che abbandonano mariti e i proprio bambini (!!) per fare le badanti a paghe miserabili in Usa, Italia, Francia o Danimarca? No, ma ci sono centinaia di migliaia o forse milioni di slave e russe che lo fanno, per non parlare delle prostitute provenienti da quelle terre. Ma perché? Il Libero Mercato del signor economista Neoliberista Jeffrey Sachs e del Fmi non doveva portare la prosperità in Ucraina? in Moldavia? in Polonia? in Russia? No comment. O forse ci vorrebbe una corda saponata e una piazza furente per il signor Jeffrey Sachs, perché, signor Sachs, le sue idee ribollite in uno studio di Manhattan con Krug champagne, tartine e ostriche per l’esclusivo profitto delle élite, hanno massacrato vite umane a milioni. Lo capisce?
Infine arriviamo all’Eurozona. E su questo, cari lettori, io vi ho già scritto tutto, sia in forma scientifica (“Il Più Grande Crimine”, 2011) sia in forma divulgativa (“Nonna, ti spiego la crisi economica”). Qui di corde saponate ce ne vorrebbero molte. Tuttavia, visto che abbiamo citato la peste Neoclassica e Neoliberista che si è abbattuta sull’Est europeo, posso aggiungere che la catastrofe, l’inganno, la dittatura dell’Eurozona è precisamente la versione modellata su Francoforte, su Lione, su Barcellona, su Salonicco o su Velletri di quella peste. Sta arrivando, è arrivata, è fra noi. Aprite i giornali, o forse meglio la serranda del vostro negozio domani. Che altro dirvi? Siete depressi? Be’, come darvi torto. Il fatto è che, come dicevo sopra, nessuno, meno che meno ‘sti economisti “di sinistra”, ha pensato di portare queste cose fra voi gente normale, di informarvi, di darvi gli strumenti per capire e per criticare un signor Jeffrey Sachs, un signor Monti, una signora Merkel, e per combatterli coi vostri mezzi per salvarvi la vita. C’è voluto un giornalista per farlo, da solo, uno senza reddito e senza dunque mezzi. Ma ecco, sono qui.
(Paolo Barnard, estratto da “Storia dell’economia spiegata a Lollo del mio bar”, puntata 14esima, dal blog di Barnard del 25 aprile 2013).
Barnard conclude rievocando il suo incontro decisivo con l’economista democratico Warren Mosler, uno che «capiva come nessuno prima, e meglio anche di Marx, Keynes o di Minsky, come funzionano veramente i sistemi monetari, e poteva quindi “girarli” a favore del 99% di noi persone». Nella sua scuola economica, Mosler valorizza l’inedito potere dei moderni sistemi monetari sovrani, in cui «a governare la moneta è lo Stato democratico a favore del 99%, non la feccia delle élite Neoclassiche e Neoliberiste». Warren Mosler, il padre della Mosler Economics / Modern Money Theory (Me-Mmt) ha elaborato il “Programma di Salvezza Economica per il Paese”, scaricabile dal sito Me-Mmt. «Vi ho raccontato la storia delle menti che hanno plasmato l’economia e di quelle che, purtroppo, hanno lavorato per deformarla in un’arma di distruzione di massa», si congeda Barnard. «Vi ho offerto le armi per tornare a controllarla nel nome dell’Interesse Pubblico, perché l’economia è tutto. Senza di essa non si riesce neppure ad avere il diritto di amare. Pensateci. Salviamoci. Grazie di avermi letto».
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