spirito critico

PENSATOIO DI IDEE

lunedì 22 aprile 2013


Il debito pubblico aumenta più dell’inflazione
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Tra le tante battaglie che ci siamo posti nella creazione di questo sito, una in particolare riteniamo fondamentale: l’informazione legata alla continua crescita del debito pubblico, che riteniamo tra i primi ostacoli per la ripresa dell’economia italiana.
A circa un anno dall’insediamento del Governo Monti e si possono leggere i dati e le cifre del suo operato. Il debito pubblico italiano a gennaio ha segnato un altro record, ha raggiunto la quota di 2.022,7 miliardi di euro crescendo di ben 34,5 miliardi in un solo mese. Il  che vuol dire che il debito pubblico procapite, in base alla popolazione residente al 31 dicembre 2011, è di 32.676 euro.
Come spiega brillantemente il Mazziero research  in un recente studio sull’attuale situazione economica italiana, alla fine del 2012 il debito pubblico italiano ha avuto un leggero calo, passando dai 2.020 miliardi di novembre ai 1.988 di dicembre; ma, come facilmente notiamo oggi, questo non è dovuto ad un cambiamento di tendenza e, per Capire il motivo di questo calo, il Mazziero research sottolinea che:“Il primo dato da considerare è che il miglioramento delle finanze pubbliche è stato in parte favorito dagli introiti a saldo dell’Imu, circa 13,2 miliardi ben 1,2 in più di quanto previsto in sede di Legge di Stabilità (l’acconto aveva portato alle casse dello Stato 9,9 miliardi). Il secondo aspetto è che tradizionalmente dicembre ha rappresentato un mese in cui il debito pubblico diminuisce; una sorta di scatto prima di passare sulla linea del traguardo, un fenomeno ben noto anche nell’industria degli investimenti con il nome di window dressing e finalizzato a migliorare i risultati di fine anno. Scorrendo indietro negli anni possiamo notare che nel dicembre 2011 il debito rispetto al mese precedente era diminuito di 5,6 miliardi, nel dicembre 2010 di 23,1 miliardi e nel dicembre 2009 di 23,2 miliardi.”
Dal 2000 ad oggi il debito pubblico italiano è cresciuto del 52,91%, con un debito aggiuntivo di 688 miliardi di euro; un dato importante da segnalare è che quasi puntualmente dal 2000, 10 anni su 13, il debito sia aumentato ben oltre l’aumento dell’inflazione, che dal 2000 è stata del 28,80 %, costituendo un aggravio dei conti pubblici in termini reali.
Di fronte a questo aumento del debito pubblico, riteniamo opportuno affiancare i dati sulle entra e le uscite della pubblica amministrazione. Il Mazziero Research calcolando come la differenza tra entrate ed uscite per il 2012 sia stata inferiore di 7 miliardi rispetto al 2011, procede con l’analisi per indagare su una possibile inversione di tendenza dei conti pubblici, il risultato finale è che: “la differenza fra la media delle entrate e delle uscite del 2012 risulta essere di 4,76 miliardi, a fronte di una media nel 2011 di 5,34 miliardi. Il motivo di questa differenza positiva è più ascrivibile a un aumento delle entrate che a una diminuzione della spesa; lo si riscontra nelle entrate di 453 miliardi nel 2012 contro i 438 del 2011 e nelle uscite di 510 miliardi nel 2012 contro i 502 del 2011. Anche il dato delle entrate tributarie nel periodo gennaio novembre 2012 conferma questa ipotesi, visto che gli incassi derivanti dai tributi sono aumentati del 3,8%”.
Alla luce di questi dati sembra chiaro che non v’è stata alcuna inversione di tendenza durante il 2012. Contrariamente, il governo Monti, insediato per risanare i conti dello Stato, ha portato ad un aumento del debito pubblico ed ad una maggiore tassazione dei cittadini italiani.

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