Il debito pubblico
aumenta più dell’inflazione
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Tra le tante battaglie che ci siamo
posti nella creazione di questo sito, una in particolare riteniamo
fondamentale: l’informazione legata alla continua crescita del debito pubblico,
che riteniamo tra i primi ostacoli per la ripresa dell’economia italiana.
A circa un anno dall’insediamento del
Governo Monti e si possono leggere i dati e le cifre del suo operato. Il
debito pubblico italiano a gennaio ha segnato un altro record, ha raggiunto la
quota di 2.022,7 miliardi di euro crescendo di ben 34,5 miliardi in un solo
mese. Il che vuol dire che il debito pubblico procapite, in base alla
popolazione residente al 31 dicembre 2011, è di 32.676 euro.
Come spiega brillantemente il Mazziero
research in un recente studio sull’attuale situazione economica
italiana, alla fine del 2012 il debito pubblico italiano ha avuto un leggero
calo, passando dai 2.020 miliardi di novembre ai 1.988 di dicembre; ma, come
facilmente notiamo oggi, questo non è dovuto ad un cambiamento di tendenza e,
per Capire il motivo di questo calo, il Mazziero research sottolinea che:“Il
primo dato da considerare è che il miglioramento delle finanze pubbliche è
stato in parte favorito dagli introiti a saldo dell’Imu, circa 13,2 miliardi
ben 1,2 in più di quanto previsto in sede di Legge di Stabilità (l’acconto
aveva portato alle casse dello Stato 9,9 miliardi). Il secondo aspetto è che
tradizionalmente dicembre ha rappresentato un mese in cui il debito pubblico
diminuisce; una sorta di scatto prima di passare sulla linea del traguardo, un
fenomeno ben noto anche nell’industria degli investimenti con il nome di window
dressing e finalizzato a migliorare i risultati di fine anno. Scorrendo
indietro negli anni possiamo notare che nel dicembre 2011 il debito rispetto al
mese precedente era diminuito di 5,6 miliardi, nel dicembre 2010 di 23,1
miliardi e nel dicembre 2009 di 23,2 miliardi.”
Dal 2000 ad oggi il debito pubblico
italiano è cresciuto del 52,91%, con un debito aggiuntivo di 688 miliardi di
euro; un dato importante da segnalare è che quasi puntualmente dal 2000, 10
anni su 13, il debito sia aumentato ben oltre l’aumento dell’inflazione, che
dal 2000 è stata del 28,80 %, costituendo un aggravio dei conti pubblici in
termini reali.
Di fronte a questo aumento del debito
pubblico, riteniamo opportuno affiancare i dati sulle entra e le uscite della
pubblica amministrazione. Il Mazziero Research calcolando come la differenza
tra entrate ed uscite per il 2012 sia stata inferiore di 7 miliardi rispetto al
2011, procede con l’analisi per indagare su una possibile inversione di
tendenza dei conti pubblici, il risultato finale è che: “la differenza
fra la media delle entrate e delle uscite del 2012 risulta essere di 4,76
miliardi, a fronte di una media nel 2011 di 5,34 miliardi. Il motivo di questa
differenza positiva è più ascrivibile a un aumento delle entrate che a una
diminuzione della spesa; lo si riscontra nelle entrate di 453 miliardi nel 2012
contro i 438 del 2011 e nelle uscite di 510 miliardi nel 2012 contro i 502 del
2011. Anche il dato delle entrate tributarie nel periodo gennaio novembre 2012
conferma questa ipotesi, visto che gli incassi derivanti dai tributi sono
aumentati del 3,8%”.
Alla luce di questi dati sembra chiaro che non v’è stata alcuna inversione
di tendenza durante il 2012. Contrariamente, il governo Monti, insediato per
risanare i conti dello Stato, ha portato ad un aumento del debito pubblico ed
ad una maggiore tassazione dei cittadini italiani.
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