spirito critico

PENSATOIO DI IDEE

sabato 27 aprile 2013


di ENZO TRENTIN
L’ennesimo appello questa volta è affidato a Facebook«I cittadini sovrani, chiedono ai partiti, ai movimenti, alla politica tutta ed a Beppe Grillo in particolare (visto che di “referendum” e “democrazia diretta” ne ha parlato molte volte) di rispondere a due domande. Considerato che: “Sempre la bandiera della libertà è servita a mascherare il dispotismo; sempre le classi privilegiate, per proteggere i loro privilegi, si sono circondate di istituzioni liberali ed egualitarie; sempre i partiti hanno mentito sui loro programmi e sempre l’indifferenza è succeduta alla fiducia, la corruzione allo spirito civico e gli Stati si sono disgregati per lo sviluppo dei concetti e dei programmi sui quali si erano fondati”, i sottoscritti chiedono di chiarire definitivamente:
1) – Se non ritenete che sia di primaria importanza cambiare forma di Stato e di governo passando dall’attuale forma di Stato sovrano, accentrato, statalista, antidemocratico e violentatore dei “diritti naturali” dei cittadini, a una forma di governo fondata sui principi della “contrattualità politica” per la quale la Costituzione e la legge devono essere il contenuto di un “contratto politico” fra cittadini sovrani;
2) – Se non ritenete che questo possa essere ottenuto inserendo negli Statuti dei Comuni (delle Province), delle Regioni e nella Costituzione, i referendum deliberativi o legislativi di iniziativa popolare senza quorum (e non propositivi che lasciano sempre l’ultima parola agli eletti nelle istituzioni), mediante i quali la volontà della maggioranza dei cittadini responsabili, che giuridicamente è sovranità, è legge che tutti devono rispettare.
Vogliamo ricordare che la volontà, in quanto proprietà del proprio corpo e della propria mente, è un diritto naturale “inalienabile” e “inviolabile” e che, come tutti i “diritti naturali” della persona, non può essere “ceduta” ad altri neppure volontariamente, né può essere “limitata” o “violata” da parte della Costituzione, della legge o del governo. Di conseguenza in un sistema fondato sul procedimento della Democrazia, la formazione della legge deve essere oggetto di garanzia costituzionale relativa alla sua deliberazione (o legittimazione) mediante un contratto politico, letto, discusso, votato e approvato (o respinto) dalla maggioranza dei cittadini “sovrani” per diritto naturale, che partecipano alle scelte di governo.
Sottoscrivono la presente Petizione di chiarimento: Paolo Bonacchi, Edi Mattioli, Riccardo Capecchi, Daria Ulini, Massimo Francini, Massimo Beltrami, Sergio Mazzanti». (seguono altre adesioni)
In realtà una proposta di modifica costituzionale era a suo tempo stata depositata dal senatore altoatesino Oskar Peterlini. Una proposta di modifica da leggere con attenzione, soprattutto nell’introduzione che la spiega e motiva; ma oramai sappiamo come queste siano operazioni che la maggioranza dei parlamentari non ha interesse ad esaminare. È contro i loro interessi di “Casta”. Eppoi Oscar Peterlini parlava dello “strumento” (i referendum ) non del cambiamento della forma di Stato e di governo. Ha cominciato dall’alto, dove era sicuro che non sarebbe stato seguito. L’attuale proposta, invece, vuole cominciare dal basso. Mettere alla prova quei neoparlamentari che rifiutano l’appellativo di Onorevole e di Senatore, e chiedono di essere chiamati “cittadini”.
La gente comune, il popolo, vuole la democrazia anche se non sempre si rende conto di essere il “sovrano”. Se ne avesse l’esatta percezione, questo potrebbe cambiare tutto. Infatti, cosa c’è da aspettarsi da un Parlamento che accetta un Presidente della repubblica per 14 anni. Un tempo che assomiglia troppo da vicino al cosiddetto “ventennio” per non accorgersi che il “liberatore” si confonde con l’oppressore?
È lo stesso Giorgio Napolitano (ex fascista del GUF, ed ex comunista che approvò l’uso della repressione dei carri armati in Ungheria, per poi dedicarsi equilibristicamente all’eurocomunismo, salvo essere oggi liberale dichiarato) che definisce la situazione “ridicola soluzione all’italiana”. Infatti prima dello stallo ad un domanda diretta sulla sua eventuale rielezione cosi si espresse non più tardi del 14 aprile 2013«Non mi convinceranno a restare. Ora ci vuole il coraggio di fare delle scelte, di guardare avanti, sarebbe sbagliato fare marcia indietro, restare sarebbe una non-soluzione. Tutto quello che avevo da dare ho dato, non attribuitemi scelte salvifiche. Sono contrario a soluzioni pasticciate, all’estero la definirebbero una “soluzione all’italiana”. Tornare indietro sarebbe ai limiti del ridicolo». Un Presidente dalla nota storia fascio-comunista-liberale [Tsz!] che più volte ci ha ripreso ed ammonito su pericolosi rigurgiti nazifascisti, e la cui scelta del doppio mandato non dovrebbe vedersi come il male minore in questo momento di crisi.
Napolitano, si è emozionato, non si sa se per avere preso per i fondelli per l’ennesima volta gli italiani, o per allergia. Nel suo secondo discorso alla Camera ricorda il lavoro, ma come si fa ad essere cosi anziani e cosi incoerenti da non avvedersi dei suicidi quasi quotidiani di imprenditori che il lavoro l’hanno perduto grazie ad una tassazione feroce e persecutoria. Uno che puntualmente ha ceduto alle multinazionali e al potere finanziario internazionale. Eppoi, come ignorare che tutte le leggi che sono state approvate hanno sempre la firma del capo dello Stato. Costui viene a rimproverare i suoi stessi elettori parlamentari di non essersi presi le loro responsabilità?
Tuttavia con una manipolazione mediatica inammissibile questa rielezione passerà per un grande atto di generosità verso il paese. Non c’è che da sperare che si dimetta il più presto possibile. Ricordiamo quello che ha firmato nel dicembre 2006: la cancellazione della seconda parte dello statuto di Bankitalia al fine di lasciare le azioni della stessa nelle mani dei banchieri privati, quello che ha nominato Mario Monti senatore a vita, e quello che ha ratificato il MES ed il Fiscal Compat.
Napolitano che da’ l’incarico di formare il nuovo governo ad una figura come Enrico Letta (il nipote, che rimane protetto dalla famiglia: lo zio è adviser della Banca d’affari Goldman Suchs. E scusate se è poco!). In questo scenario si cerca di andare avanti ancora per qualche mese forse un anno con misure impossibili e draconiane che non faranno altro che continuare ad impoverire gli italiani e distruggerne l’economia. Allo stato attuale Beppe Grillo ed i suoi “cittadini” hanno preferito non muoversi troppo, forse per evitare di perdere altri consensi come hanno dimostrato le elezioni regionali in Friuli-Venezia Giulia. Probabilmente si saranno resi conto che portare le dinamiche della rete Internet in un Parlamento sotto “tutela” americana non è facile, e l’apertura del Parlamento come una scatola di tonno al momento ha prodotto solo una restaurazione dittatoriale, a maggior ragione essi dovrebbero ricorrere al corretto uso degli strumenti della democrazia diretta, e all’esercizio della sovranità popolare.
Quanto a noi: Indipendenza! Indipendenza al più presto!

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