Tornare alla Lira? Giusto ma…
Con questo articolo sono consapevole di attirarmi molte critiche, però mi sento in dovere di scriverlo. Premettendo che sicuramente l’avvento dell’Euro nei paesi periferici e mediterranei è stato un fattore negativo per le economie di questi paesi e l’articolo “Capire la Crisi dell’Europa in 9 slides” lo spiega egregiamente, vorrei proporre ai lettori una riflessione riguardante una conseguenza dannosa derivante dall’uscita dall’Euro. Senza entrare nel merito di un discorso puramente economico, la mia è più una riflessione di carattere politico. Possiamo appurare con certezza che l’Euro ha portato una serie di conseguenze negative nei paesi periferici, mentre ha nettamente avvantaggiato la Germania. A questo riguardo bisogna ricordarsi che i fatti stanno mostrando come l’adozione di una moneta forte e le recenti misure d’austerità imposte a mezza Europa solo nel breve-medio periodo hanno portato dei vantaggi allo Stato tedesco però sembra che la morsa della crisi stia iniziando a stringere anche la Germania stessa. E’ ingenuo pensare che affossando tutte le nazioni confinanti si possa proseguire in una crescita economica isolata, infatti questo non sta avvenendo e nei prossimi trimestri ci sarà recessione anche nello stato governato da Angela Merkel. Quindi, in un certo senso cade il discorso che l’Euro e la politica economica di austerità adottate dall’Unione Europea siano tutte a vantaggio della Germania. A proposito rimando all’articolo “La lunga marcia dell’Eurocrazia” dove viene illustrata la via che deve portare alla fine delle sovranità nazionali per poter costituire lo Stato Europeo.
Ma tralasciando questa breve parentesi sulla Germania, vorrei porre una critica all’eventuale abbandono dell’Euro e al ritorno alla Lira che probabilmente ci porterebbe molti vantaggi economici. Immaginiamo di essere un’impresa che sta costruendo un fantasioso palazzo. Abbiamo costruito fino ad ora molto velocemente e siamo arrivati al decimo piano dove è necessario fermarsi perché l’ingegnere capo deve porre un quesito all’imprenditore: se si continua a salire in altezza si rischia il crollo dell’intero edificio, invece sarebbe necessario fermarsi e fare degli interventi per rinsaldare la struttura e il basamento dell’edificio stesso per poter continuare. Questo però comporta l’opposto rischio di subire troppi costi e quindi di dover abbandonare l’opera. Ecco questa è la nostra situazione. Ora, con l’Euro e con l’Unione Europea siamo stati costretti a fermarci ed anzi a causa delle politiche d’austerità e dell’adozione di una moneta troppo forte, il nostro paese è in recessione. Scegliere di tornare alla Lira equivale a continuare a costruire il palazzo rischiando il crollo dell’intero edificio. Al contrario, rinforzare la struttura e il basamento equivale a rimanere in Europa, riformare drasticamente il nostro paese a rischio di distruggerlo per sempre.
Quindi qual’è la mia riflessione? Che a livello economico sarebbe giustissimo tornare alla Lira, svalutare e ridiventare competitivi ma al tempo stesso questo comporterebbe continuare nella totale deresponsabilizzazione della nostra classe dirigente, che come sappiamo è ladra, sprecona e incapace e se ci fosse la Lira risolverebbe i propri problemi di bilancio svalutando, stampando e facendo debito. Probabilmente è vero prendendo questa strada torneremo a crescere però saremo sempre la mediocre Italia con una classe dirigente cialtrona e il fallimento sarebbe semplicemente rimandato di qualche anno.
Certamente rimanere nell’Euro è costoso e rischia di distruggere definitivamente il nostro paese, però finalmente ha messo la nostra classe politica con le spalle al muro e quindi o si cambia o si muore. E al tempo stesso anche il sonnolento popolo italiano ha iniziato ad accorgersi grazie alla crisi, della vergognosa classe dirigente a cui ha demandato il comando.
Il mio punto di vista è che bisogna rimanere nell’Euro, ad ogni costo, ma non perché sia positivo a livello economico, ma proprio perché è negativo, può essere il dolore necessario per poterci liberare da un sistema marcio e corrotto come è quello italiano.
Lo scenario che si prospetta nel caso rimanessimo nell’Euro è sicuramente molto nero anzi nerissimo probabilmente assisteremo alla più grave crisi della storia italiana (ora siamo solo agli inizi) e tutti i paesi europei subiranno una sorte analoga anche la Germania stessa e quando quest’ultima perderà il suo ruolo di guida, perché in minoranza (dopo l’ormai prossimo collasso francese), probabilmente si potrà arrivare a quell’unione politica ed economica necessaria per poter sostenere questa unione valutaria come specificato anche nelle conclusioni delle nove slides dell’articolo citato all’inizio.
Quindi in un certo senso, non so dire se voluto o no, questa unione valutaria apparentemente sbagliata potrebbe essere stata usata come strumento per impoverire e distruggere gli stati nazionali così da poterli facilmente portare ad un unione politica ed economica che in tempi di benessere e di crescita sarebbe stata impossibile da attuare dato che ogni stato nazionale difenderebbe i propri interessi e porrebbe veti. Quindi una sorta di caos controllato che sembra essere l’opera di un dilettante, ma, se voluto consciamente, in realtà non lo è affatto.
Inoltre, voglio anche affermare che pur subendo la crisi personalmente (lavorando nell’edilizia la crisi è forte e nell’ultimo trimestre non ho guadagnato un centesimo), benedico questa stessa crisi perché costringe con le dure il popolo italiano ed anche quello europeo, a svegliarsi dallo stato di torpore in cui ha vissuto fino ad ora. Uno stato di totale irresponsabilità dove la maggioranza dalla popolazione ha votato i propri rappresentanti senza nemmeno sapere cosa proponessero i loro programmi (e questo dovrebbe anche far riflettere sul fallimento della democrazia stessa) e depositando i propri soldi in banca senza nemmeno informarsi un minimo sulla situazione della banca stessa. Idem per investimenti o spese di carattere personale.
Quindi è questa la riflessione che voglio proporre. Oltre al lato negativo di questa crisi e di questa permanenza nell’unione valutaria, può essere un’occasione per rinforzare e riformare drasticamente la struttura del nostro stato, la nostra classe dirigente e le nostre abitudini spesso errate?
Al di là delle considerazioni puramente economiche, a livello politico abbandonare l’Europa e l’Euro per il nostro futuro sarebbe così conveniente?
Aspetto i vostri commenti a riguardo…
Ma tralasciando questa breve parentesi sulla Germania, vorrei porre una critica all’eventuale abbandono dell’Euro e al ritorno alla Lira che probabilmente ci porterebbe molti vantaggi economici. Immaginiamo di essere un’impresa che sta costruendo un fantasioso palazzo. Abbiamo costruito fino ad ora molto velocemente e siamo arrivati al decimo piano dove è necessario fermarsi perché l’ingegnere capo deve porre un quesito all’imprenditore: se si continua a salire in altezza si rischia il crollo dell’intero edificio, invece sarebbe necessario fermarsi e fare degli interventi per rinsaldare la struttura e il basamento dell’edificio stesso per poter continuare. Questo però comporta l’opposto rischio di subire troppi costi e quindi di dover abbandonare l’opera. Ecco questa è la nostra situazione. Ora, con l’Euro e con l’Unione Europea siamo stati costretti a fermarci ed anzi a causa delle politiche d’austerità e dell’adozione di una moneta troppo forte, il nostro paese è in recessione. Scegliere di tornare alla Lira equivale a continuare a costruire il palazzo rischiando il crollo dell’intero edificio. Al contrario, rinforzare la struttura e il basamento equivale a rimanere in Europa, riformare drasticamente il nostro paese a rischio di distruggerlo per sempre.
Quindi qual’è la mia riflessione? Che a livello economico sarebbe giustissimo tornare alla Lira, svalutare e ridiventare competitivi ma al tempo stesso questo comporterebbe continuare nella totale deresponsabilizzazione della nostra classe dirigente, che come sappiamo è ladra, sprecona e incapace e se ci fosse la Lira risolverebbe i propri problemi di bilancio svalutando, stampando e facendo debito. Probabilmente è vero prendendo questa strada torneremo a crescere però saremo sempre la mediocre Italia con una classe dirigente cialtrona e il fallimento sarebbe semplicemente rimandato di qualche anno.
Certamente rimanere nell’Euro è costoso e rischia di distruggere definitivamente il nostro paese, però finalmente ha messo la nostra classe politica con le spalle al muro e quindi o si cambia o si muore. E al tempo stesso anche il sonnolento popolo italiano ha iniziato ad accorgersi grazie alla crisi, della vergognosa classe dirigente a cui ha demandato il comando.
Il mio punto di vista è che bisogna rimanere nell’Euro, ad ogni costo, ma non perché sia positivo a livello economico, ma proprio perché è negativo, può essere il dolore necessario per poterci liberare da un sistema marcio e corrotto come è quello italiano.
Lo scenario che si prospetta nel caso rimanessimo nell’Euro è sicuramente molto nero anzi nerissimo probabilmente assisteremo alla più grave crisi della storia italiana (ora siamo solo agli inizi) e tutti i paesi europei subiranno una sorte analoga anche la Germania stessa e quando quest’ultima perderà il suo ruolo di guida, perché in minoranza (dopo l’ormai prossimo collasso francese), probabilmente si potrà arrivare a quell’unione politica ed economica necessaria per poter sostenere questa unione valutaria come specificato anche nelle conclusioni delle nove slides dell’articolo citato all’inizio.
Quindi in un certo senso, non so dire se voluto o no, questa unione valutaria apparentemente sbagliata potrebbe essere stata usata come strumento per impoverire e distruggere gli stati nazionali così da poterli facilmente portare ad un unione politica ed economica che in tempi di benessere e di crescita sarebbe stata impossibile da attuare dato che ogni stato nazionale difenderebbe i propri interessi e porrebbe veti. Quindi una sorta di caos controllato che sembra essere l’opera di un dilettante, ma, se voluto consciamente, in realtà non lo è affatto.
Inoltre, voglio anche affermare che pur subendo la crisi personalmente (lavorando nell’edilizia la crisi è forte e nell’ultimo trimestre non ho guadagnato un centesimo), benedico questa stessa crisi perché costringe con le dure il popolo italiano ed anche quello europeo, a svegliarsi dallo stato di torpore in cui ha vissuto fino ad ora. Uno stato di totale irresponsabilità dove la maggioranza dalla popolazione ha votato i propri rappresentanti senza nemmeno sapere cosa proponessero i loro programmi (e questo dovrebbe anche far riflettere sul fallimento della democrazia stessa) e depositando i propri soldi in banca senza nemmeno informarsi un minimo sulla situazione della banca stessa. Idem per investimenti o spese di carattere personale.
Quindi è questa la riflessione che voglio proporre. Oltre al lato negativo di questa crisi e di questa permanenza nell’unione valutaria, può essere un’occasione per rinforzare e riformare drasticamente la struttura del nostro stato, la nostra classe dirigente e le nostre abitudini spesso errate?
Al di là delle considerazioni puramente economiche, a livello politico abbandonare l’Europa e l’Euro per il nostro futuro sarebbe così conveniente?
Aspetto i vostri commenti a riguardo…
P.S.: questo mio articolo rappresenta una mia riflessione personale di carattere politico e soprattutto anche se esprimo un parere favorevole sulla permanenza dell’Italia nell’Unione Europea e nell’Euro, questo non vuol dire che sia un sostenitore della tecnocrazia europea, del sistema truffaldino di creazione del denaro e del sistema bancario in generale.
by Fenrir
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