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mercoledì 20 novembre 2013

No Tav in piazza, battaglia a Roma Letta e Hollande: resta una priorità

No Tav in piazza, battaglia a Roma
Letta e Hollande: resta una priorità

Protesta degli attivisti contro il vertice tra Italia e Francia.Assalto e danni alla sede del Pd.
Lancio di petardi, cariche e feritiAvevano annunciato l’assedio e assedio è stato. Tensione alta per qualche ora nel centro di Roma mentre era in corso, in una Villa Madama super blindata, il vertice Italia-Francia tra il premier Enrico Letta e il presidente francese Francois Hollande.







ALTA TENSIONE  
Scontri, cariche, lancio di petardi e bombe carta e blitz davanti alla sede e a una sezione del Pd e del Cipe. Un nutrito gruppo di manifestanti, tra i quali No Tav ed appartenenti ai movimenti per la casa, a volto coperto, ha tentato di forzare più volte il cordone delle forze dell’ordine schierato in via dei Giubbonari e Campo de’ Fiori, nel cuore della Capitale. Poi, dopo lanci di bottiglie e sanpietrini, cariche e scontri.



INSULTI CONTRO I MILITANTI “DEM”
La rabbia dei No Tav si è scagliata anche contro una sezione storica del Pd, fatta bersaglio di vandalismi e insulti ai militanti apostrofati come «fascisti». Il film della guerriglia inizia quando alcuni manifestanti tenta di entrare nella sede nazionale del Pd in via Sant’Andrea delle Fratte, protestando contro il voto a favore della fiducia per il ministro Cancellieri. Poi nella storica sezione dei democratici di via dei Giubbonari dove i militanti hanno vissuto momenti di paura. Azioni che il segretario del Pd, Guglielmo Epifani ha definito «intollerabili da parte di estremisti, che non intimidiscono il Pd né sono in grado di condizionare le sue scelte’». Blitz con petardi anche nella sede del Cipe in via della Mercede. Gli antagonisti hanno lanciato anche bottiglie e sono stati dispersi dalle forze dell’ordine.
LA GUERRIGLIA URBANA  
Ma è proprio davanti la sede romana del Pd di via dei Giubbonari che si è svolta la vera battaglia urbana. Alcuni No Tav si sono staccati dal sit in ed hanno divelto i dazebao della storica sede, aperta nel ’46 nei locali della ex Casa del Fascio, usandoli come bastoni, imbrattando la targa esterna. Dentro la sezione i militanti barricati.
Intanto a Campo de Fiori procedeva il sit in ad alta tensione: attorno alla statua di Giordano Bruno, si sono radunati un migliaio di manifestanti, alcuni dei quali hanno esibito le maschere di Anonymous. Ed è nella piazza, presidiata dagli agenti, che la tensione si è fatta più concreta. Una protesta a tratti violenta capeggiata da un storico anarchico di Roma paraplegico. L’uomo si è mosso sulla sua carrozzina tra antagonisti e il cordone delle forze dell’ordine capeggiando i blitz e anteponendosi alle cariche. Non ha lasciato la sua postazione neanche durante gli scontri. Dopo una lunga trattativa per partire in corteo, dopo avere divelto fioriere in ghisa da usare come «ariete» e per fare barricate, in serata arriva il sì della Questura: tra insulti a Letta e Hollande e scortati da blindati e poliziotti la rabbia dei No Tav sfila fino a Circo Massimo. La giornata si chiude con un bilancio di sette feriti tra le forze dell’ordine, un militante Pd ma anche i no Tav lamentano feriti.

L’ASSE ROMA-PARIGI  
Enrico Letta si dice «profondamente dispiaciuto» di quanto avviene nelle strade. Ma non molla e non si fa intimorire. La Torino-Lione fa parte di un asse «strategico» europeo in cui è fondamentale ci sia «anche il nostro Paese», dice accanto a Francois Hollande al termine del vertice italo-francese da dove, tra l’altro, annuncia anche un’altra «importante infrastruttura», la Torino-Cuneo-Ventimiglia-Nizza, per «rendere ancora più osmotici i nostri due Paesi». Hollande, accanto a lui, annuisce e si lascia andare ad una battuta: «Siamo alla fine del tunnel. Anzi all’inizio....», si corregge sorridendo. E sancisce con il primo ministro italiano un vero e proprio «patto» per andare in Europa a reclamare una nuova «legislatura di crescita e occupazione», pronto a fare da sponda a Roma e alla sua prossima presidenza Ue. Per superare anche quelle eccesive «timidezze» che Letta vede in alcuni parti d’Europa su passaggi fondamentali come l’unione bancaria, su cui il prossimo vertice Ue di dicembre - rimarcano i due leader - deve andare spedito verso l’obiettivo.

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