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PENSATOIO DI IDEE

venerdì 7 febbraio 2014

Direzione Pd, Letta a Renzi: non voglio galleggiare

Letta, "non voglio galleggiare"
Renzi,"il 20 faremo chiarezza"


(AGI) - Roma, 7 feb. - Confronto tra Enrico Letta e Matteo Renzi alla direzione del Pd. Il premier ha assicurato che non vuole galleggiare e vuole fare le riforma, mentre il segretario ha rivendicato la lealta' del Pd nei confronti del governo e ha dapprima rinnovato l'invito a Enrico Letta a decidere lui se sul governo va tutto bene o c'e' qualcosa da cambiare. Nell'intervento finale, pero', il colpo di scena: Matteo Renzi ha dato la sua disponibilita' a dedicare la direzione del 20 febbraio a fare "chiarezza" sul governo.
"Io - ha proseguito il segretario - sto allo schema di governo che ci ha posto il presidente del Consiglio ad aprile. Lui ha detto 'percorso di 18 mesi', ha tenuto insieme l'uscita dalla crisi finanziaria e il pacchetto di riforme. Sto su quello schema li'. Dieci mesi, ne mancano otto". Ma, ha detto Renzi, "vogliamo cambiare schema? Non ho nessun problema a convocare una direzione ad hoc, vediamo poi se in streaming o no, c'e' disponibilita' totale ad affrontare il problema in una logica di trasparenza che io per primo ho chiesto al premier".
"Io non ne ho mai lesinata. La proposta che vi faccio e' questa: se vogliamo giocare un altro schema o confermare l'attuale, o dire che il mio schema non va bene e si va a votare, credo sia opportuno che, mantenendo l'appuntamento del 13 febbraio che e' importante, possiamo inserire nella direzione del 20 il tema della chiarezza su cosa pensa il Pd del governo". Ma "chiarendo che mai ci siamo allontanati dallo schema che il governo in 18 mesi fa le riforme e poi ci si chiarisce e si va a votare. Se il presidente del consiglio vuol fare proposte diverse, se lo vuole fare la maggioranza, lo possiamo fare il 20 febbraio".
In precedenza Renzi aveva detto che "Il giudizio sul governo, sui ministri spetta innanzitutto al presidente del Consiglio: se ritiene che le cose vadano bene come stanno andando, che vada avanti. Se ritiene che ci siano dei cambiamenti da apporre, affronti il problema nelle sedi politiche e istituzionali, indichi quali e giochiamo a carte scoperte", ha sottolineato. "Io difendo il Pd non per ruolo, ma per convinzione rispetto a questi mesi. Anche quando il Pd e' stato guidato da altri", ha spiegato. "Se ci sono stati dei problemi, non li ha mai posti il Pd. Non abbiamo mai fatto mancare il nostro appoggio in nessun passaggio rilevante. La nostra fiducia e' stata costante anche su provvedimenti che non digerivamo bene e sui ministri quando il premier ha chiesto un aiuto gli e' stato concesso inn modo chiaro", ha ricordato.
La replica di Letta: tutto voglio tranne che galleggiare, riforme subito

RENZI: ACCANTO A PD VEDO MODERATI E SINISTRA
Alle elezioni ci sarebbe "il simbolo del Pd e do' per scontato che ci sarebbero i moderati, che non vogliono stare col Pd ma nemmeno dall'altra parte una sorta di gol che valgono doppio, e una sinistra che non sarebbe da respingere", ha sottolineato Renzi che ha respinto il dibattito che si e' svolto sui sondaggi e il timore che ne e' nato circa un recupero del centrodestra. "E' del tutto evidente che se si andasse a votare con questo sistema, il Pd dovrebbe riflettere su come posizionarsi. I sondaggi dicono che i partiti di centro che hanno deciso di schierarsi vengono conteggiati a Berlusconi. Non e' cosi': Scelta civica si e' divisa, e se anche ci si dividesse fino all'atomo, il consenso non lo porta piu' il leader, non si trascina dietro il suo consenso. L'elettore e' molto piu' in grado di decidere e questa ricostruzione e' superficiale". Per Renzi il dibattito sull'Italicum "non si affronta mettendo insieme i sondaggi in base alle sigle politiche.
  Bisogna vedere da una parte il centrodestra, un centro che non c'e' piu' e lo considero una vittoria per chi crede nel bipolarismo, mentre nel centrosinistra si pone il problema di come stare insieme". Il leader Pd vede alle prossime elezioni "il simbolo del Pd, e do' per scontato che accanto ci sarebbero i moderati che non vogliono stare col Pd ma nemmeno dall'altra parte, una sorta di gol che valgono doppio, e nella sinistra che non sarebbe da respingere. Il dibattito post sondaggi mi sembra parziale. La questione delle elezioni si pone a mio parere nel momento in cui siamo in condizioni di avere consapevolezza della nostra forza non di preoccuparci di come ci arrivano gli avversarti. Non mi preoccupa Casini che sta di la'".

GOVERNO: PD LO AIUTA ACCELERANDO SU RIFORME
"Sulle riforme mai nessuno qui dentro ha detto che questa accelerazione non andava bene. Se siamo qui a un passo importante dal pacchetto di riforme e' perche' il Pd ha preso l'iniziativa. E mi piace pensare che il Pd stia dando una mano al paese in questo modo", ha detto Renzi.

FI VINCE CON ITALICUM? PROBLEMA SAREBBE PD
"Se si andasse alle elezioni con l'Italicum e un'alleanza Berlusconi-Bossi-Casini ci battesse il problema saremmo noi", ha chiarito Renzi rispondendo, alla direzione, sulle critiche alla riforma elettorale. "Se dopo 20 la nostra capacita' di prednere i voti e' tale che basta che Casini vada si la' e Bossi stia con Berlusconi per impaurirci, il problema ce l'abbiamo noi", ha insistito.

L. ELETTORALE: RENZI, PD HA RETTO A PRIMA PROVA
Renzi ha commentato con favore il no alle pregiudiziali sulla legge elettorale. "Vorrei ringraziare il gruppo, anche e soprattutto chi aveva piu' dubbi e ha accettato un percorso condiviso e di forzare, forzare non e' corretto, ma ciascuno di rinunciare a un pezzetto", ha detto il segertario.
  "Segnalo che quando si e' trattato di andare al voto segreto, i 20 franchi tiratori non li conosciamo, ma la presenza del Pd in Aula e' stata del 92,8%. A chi diceva 'in Aula il Pd si spacchera', rispondo che il Pd non solo non si e' spaccato ma ha retto la posizone arrivando a un voto che e' stato un passaggio decisamente importante", ha sottolineato. Il fatto che il centro non ci sia piu' "e' una vittoria per chi crede nel bipolarismo", ha detto Renzi.

FCA: SCELTA DISCUTIBILE MA POLITICA NON NE HA PARLATO
"Mi ha molto colpito la discussione che c'e' stata, o meglio non c'e' stata, a seguito della decisione della Fiat, il piu' grande gruppo industriale italiano, di fare un'operazione significativa di fusione e consolidamento insieme a uno dei principali gruppi, la Chrysler, facendo una doppia scelta seria e per certi aspetti discutibile, di portare la sede legale ad Amsterdam e la sede fiscale a Londra". Cosi' Renzi ha affrontato in una premessa, il tema della Fiat. "Su questo tema si e' speso molto meno dibattito che rispetto al rimpasto o alle soglie della riforma elettorale". Renzi ha sottolineato che gli azionisti di Fiat "qualche debito verso il Paese ce l'hanno" e ha sottolineato alcuni aspetti del problema: "un'azienda cosi' dovrebbe avere anche un'identita' territoriale?", e "perche' ha spostato la sede legale in Olanda? Perche' in altri paesi e' piu' semplice svolgere attivita'. Mi colpisce che si dedichi alla principale azienda che lascia l'Italia poco piu' di due giorni di dibattito. Che tipo di potere morale ha la politica verso queste aziende?".

http://www.agi.it/politica/notizie/letta-non-voglio-galleggiarebr-/renziil-20-faremo-chiarezzabr-

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