spirito critico

PENSATOIO DI IDEE

martedì 18 marzo 2014

IL GOVERNO E I TAGLI ALLA SPESA NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Spending review, Palazzo Chigi: “E’ ancora una bozza”. Ma Cottarelli tira dritto

Il governo cerca di gettare acqua sul fuoco delle ipotesi che circolano dalla presentazione di venerdì e includono migliaia di tagli nella pubblica amministrazione. Il commissario: "85mila statali in esubero? È una prima stima, va affinata". E promette risparmi fino a 5 miliardi nel 2014

Carlo Cottarelli
L’ex capo degli affari fiscali del Fondo Monetario ha poi confermato le indiscrezioni sui tagli in arrivo tra i dipendenti pubblici. “Il coinvolgimento di 85mila statali nei piani di spending review è una prima stima di massima che va affinata in base alle effettive riforme che dovranno essere chiarite nel corso del 2014″, ha detto al termine dell’audizione in Senato. In ogni caso, ha aggiunto, “tutte le cose di cui si parla nel rapporto comporteranno in linea di principio un problema di esuberi. Ma si tratta di un problema risolvibile assorbendo altrove il personale. Per questo abbiamo sottolineato l’importanza della mobilità“.
Il commissario è tornato sul nodo del prelievo sulle pensioni più alte - del quale il premier non vuole però sentir parlare - sostenendo che “era uno scenario illustrativo” che può essere “modulato secondo i parametri che si decidono. Sono scelte politiche, si può anche decidere che non si devono toccare”. Quello delle pensioni è “un tema delicato, un comparto che costa 270 miliardi. Nella proposta si vagliano risparmi dell’1% delle spesa: molto meno che in altri settori. Mi sembrava giusto considerare questo aspetto, sarebbe stato difficile ignorare una spesa da 270 miliardi”. Il documento definitivo sulla spending review sarà comunque presentato “con il Documento di economia e finanza (Def)”.
Cottarelli ha annunciato infine l’intenzione di abbandonare il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan per avvicinarsi a Renzi: dalla prossima settimana sposterà il suo ufficio dal ministero dell’Economia a Palazzo Chigi, dove affinerà ulteriormente il piano della revisione della spesa in vista della pubblicazione finale.
PALAZZO CHIGI FA IL POMPIERE. Soltanto poche ore prima che Cottarelli iniziasse a parlare in Senato, in scia alla giornata di polemiche sui tagli trapelati, Palazzo Chigi aveva provato a gettare acqua sul fuoco della spending review e, in particolare, sulle slide presentate venerdì al presidente del Consiglio da Cottarelli e svelate lunedì 17 dal quotidiano Il Tempo,  sostenendo che non si tratterebbe di una versione definitiva del lavoro dell’ex esponente del Fmi. “In queste ore alcuni organi di informazione stanno alimentando un’interpretazione distorta del buon lavoro del commissario Cottarelli sulla revisione della spesa per il pubblico impiego, in particolare su pensionamenti, turn over ed eventuali esuberi”, aveva fatto sapere in una nota anche il ministro per la Semplificazione e la Pubblica amministrazione, Marianna Madia. “In questo modo il quadro che emerge – continuava la nota – risulta assolutamente infondato”.
Gli 85mila esuberi in arrivo nella pubblica amministrazione, secondo Repubblica, potrebbero generare un risparmio per le casse statali di 3 miliardi. Ma già si annuncia una fortissima battaglia sul tema. E’ proprio questo, infatti, il punto più discusso della spending review, su cui si concentrano le critiche dei sindacati. Cottarelli, secondo la ricostruzione delle slide che viene fatta dal Tempo, punta il dito in particolare sulturnover, cioè il meccanismo che in situazioni normali fa scattare un’assunzione per ogni dipendente che va in pensione. L’ipotesi sul tavolo del commissario sarebbe il blocco totale, dall’attuale situazione che congela il ricambio generazionale per l’80% (e cioè ogni 10 pensionati ci sono due assunzioni), con un conseguente invecchiamento dei dipendenti pubblici, con riflessi sulla qualità del servizio erogato.
I 5 CAPITOLI DI SPESA DEL COMMISSARIOComplessivamente, secondo le bozze circolate, Cottarelli venerdì 14 marzo si è presentato a Palazzo Chigi con un elenco di 33 voci e cinque capitoli di spesa. In molti casi il commissario è ripartito dal lavoro già intrapreso dai suoi predecessori, Pietro Giarda edEnrico Bondi. Per esempio nella voce che riguarda i consumi energetici e l’illuminazione delle aree pubbliche, con l’operazione che Bondi aveva soprannominato Cieli bui e da cui nel 2012 si puntavano a recuperare 500 milioni di euro a regime. Il primo capitolo dell’ex capo degli Affari fiscali del Fmi riguarda invece l’efficientamento diretto della pubblica amministrazione, da cui ottenere, anche grazie al lavoro dellaConsip, 2,2 miliardi quest’anno (dei 7 teorici complessivi nei 12 mesi), 5,2 miliardi nel 2015, fino ai 12,1 del 2016. Per il 2014, sono previsti 800 milioni da beni e servizi, 200 milioni dalla pubblicazione telematica degli appalti pubblici, 100 milioni dalla riduzione delle consulenze e delle auto blu, 500 milioni dal taglio deidirigenti della pubblica amministrazione, 100 milioni dai corsi di formazione, 100 appunto dall’illuminazione pubblica, 400 da altre proposte da gruppi ministeriali.
PROVINCE, ENTI PUBBLICI, SINERGIE. Il secondo capitolo riguarda invece le riorganizzazioni: delleprovince (100 milioni quest’anno) e delle spese degli enti pubblici (altri 100 milioni). Dello stesso ramo fanno parte anche le sinergie tra i corpi di polizia, la digitalizzazione, le prefetture, i vigili del fuoco, le comunità montane, che però cominceranno a dare i loro frutti nel 2015. Dal ridimensionamento dei costi della politica (Comuni, Regioni e finanziamento ai partiti, oltre a organi costituzionali), Cottarelli punta ad ottenere 400 milioni quest’anno. Dalla riduzione dei trasferimenti inefficienti, quarto capitolo, potrebbero invece arrivare 2 miliardi (1,4 miliardi dalla riorganizzazione dei trasferimenti statali e regionali alle imprese, 300 milioni dai trasferimenti alle ferrovie, 100 dalle partecipate locali del trasporto pubblico, 200 dai microstanziamenti vari). Ci sono infine 2,2 miliardi di spese settoriali, quelle in cui il commissario ha inserito anche le pensioni, che però sono oggetto di tensione con il presidente del consiglio che non ne vuol sapere.
I RISPARMI GIA’ UTILIZZATI. E trovare la quadratura del cerchio non sarà facile. Anche perché le risorse devono ancora tutte arrivare, ma la spending review a cui il governo ha affidato le coperture del taglio del cuneo fiscale, è un bacino a cui si è già attinto. L’esecutivo di Renzi non è il primo infatti ad affidarsi alle risorse derivanti dai tagli della spesa a cui sta lavorando da mesi il supercommissario Cottarelli. Così, dei circa 34 miliardi a cui si tende come obiettivo al 2016, 13,7 miliardi sono in realtà già stati destinati. Altri ancora sono stati impegnati anche per il 2017 e il 2018, sempre che nuovi provvedimenti legislativi non intervengano a rimodulare i saldi.
La spending è infatti stata utilizzata in parte dalla legge di Stabilità, come esemplifica un rapporto del servizio del bilancio del Senato. Il comma 427 dell’articolo 1 della legge, poi modificato negli importi dall’articolo 2 del decreto legge sul rientro dei capitali di gennaio scorso, prevede l’adozione, sulla base dell’attività e delle proposte del Commissario straordinario, di misure di razionalizzazione e di revisione della spesa “tali da assicurare una riduzione della spesa delle amministrazioni pubbliche non inferiore a 0,49 miliardi di euro nel 2014, 1,37 miliardi nel 2015, 1,87 miliardi in ciascuno degli anni 2016 e 2017, e 1,19 miliardi a decorrere dal 2018″.
Il comma 430 della stessa legge di Stabilità dispone anche però che entro il 15 gennaio 2015 vengano disposte variazioni delle aliquote di imposta e riduzioni delle agevolazioni e delle detrazioni vigenti tali da assicurare maggiori entrate pari a 3 miliardi di euro per il 2015, 7 miliardi per il 2016 e 10 miliardi per il 2017, “qualora entro il primo gennaio 2015 non siano approvati provvedimenti normativi che assicurino, in tutto o in parte, i predetti importi attraverso il conseguimento di maggiori entrate ovvero di minori spese mediante misure di razionalizzazione e revisione della spesa”. In pratica, quando il governo Letta ha deciso di evitare il taglio delle detrazioni fiscali previsto dalla manovra 2014, ha anche deciso di trovarne copertura nella spending review, con la clausola che se i tagli non saranno sufficienti sarà necessario sopperire con un aumento delle aliquote e delle accise o con una, a quel punto inevitabile, stretta sulle detrazioni (quindi con un aumento delle tasse).
In totale dunque le risorse già impegnate ammontano a 490 milioni per il 2014 (sui 7 miliardi totali previsti), 4,37 miliardi per il 2015 (sui 18 delle slide di Cottarelli), 8,87 per il 2016 (sui 34 cumulativi strutturali), 11,87 per il 2017, 1,19 per il 2018. Una possibile soluzione potrebbe arrivare dalla delega fiscale, che prevede una riorganizzazione complessiva di agevolazioni e detrazioni, ma si tratta in ogni caso di una bella gatta da pelare, considerando che il governo dovrà anche compensare i contributi dalle pensioni previsti da Cottarelli ed esclusi categoricamente da Renzi. Il commissario aveva stimato per quest’anno un possibile apporto temporaneo di 1,4 miliardi. Risorse che ora l’esecutivo dovrà reperire altrove.
fonte: ilfattoquotidiano.it

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