spirito critico

PENSATOIO DI IDEE

venerdì 8 novembre 2013

I DUE PADRONI

Beppe Grillo senza filtri: "Io sono il capo del M5S, dirò io chi non voglio in lista alle europee" 









Un Beppe Grillo inedito, a tutto campo. Che ragiona senza filtri di candidature alle europee, della democrazia interna al M5s, delle polemiche sul reato di immigrazione fino al suo ruolo di leader all'interno delle truppe stellate. È quello che racconta un video girato da alcuni attivisti durante un incontro che doveva essere riservato ai candidati grillini delle ultime elezioni in Trentino Alto Adige.

Seduto nella sala di un hotel di Rovereto, accanto al deputato Riccardo Fraccaro, il 26 ottobre scorso l'ex comico ammoniva i suoi: "Adesso si stanno formando due meetup là, tre qua, in Basilicata c'è un casino, in Sardegna un altro casino. Però noi dobbiamo far rispettare le regole, e adesso ci saranno le europee. Alle europee ci dobbiamo mandare della gente con dei requisiti, con due palle così".
Chi avrà l'ultima parola sulle liste? È presto detto: "Lo farò io, a rischio di assumermi io la responsabilità di dire che io quello lì non lo voglio, perché se alla fine qualcuno non decide... Noi metteremo dei paletti, magari una lingua straniera, ma dei paletti ci vogliono. Però poi se ci sono degli scompensi qualcuno deve decidere. Io spero di non farlo".
Parlando in libertà, in mezzo ai suoi, Grillo si spinge a dire quel che in pubblico i parlamentari 5 stelle negano con insistenza: "Sono io il capo del Movimento". Quasi gli sfugge, nell'argomentare sulla vigilanza che terrà sulle liste per Strasburgo: "Se io mi devo assumere delle responsabilità, perché se la prendono con me perché è entrato qualcuno che ha fatto fare una figura di merda e il capo del Movimento sono io, allora mi assumo tutte le responsabilità. Anche noi non riusciamo a sganciarci dal fatto che alla fine ci deve essere uno che decide le cose".
Il leader stellato si ferma, prende fiato e guarda Fraccaro: "Anche in Parlamento loro vanno completamente dall'altra parte: votano se votare. Diventa poi ingestibile la cosa. Capisco che debbano dare risposta a problemi immediati e non possano far decidere l'assemblea o la rete, ma quando devi decidere una cosa che può cambiare la geopolitica dell'Italia, permetti che ti prendi una pausa e fai decidere la rete?".
Il riferimento, ovviamente, è alla polemica che ha visto coinvolti i senatori Andrea Cioffi e Maurizio Buccarella e il loro emendamento per abolire il reato di immigrazione clandestina. È lo stesso Grillo a spiegarlo: "Io ero intervenuto perché lì in tre o quattro si sono arrogati il diritto di dire una cosa che va decisa da tutti. Invece non sapeva niente nessuno. E quella cosa lì è andata sui giornali in un modo che ci ha danneggiato parecchio. La reazione mia e di Gianroberto è stata positiva. Abbiamo fatto un sondaggio e l'80% è per il mantenimento del reato di clandestinità".
Poi l'endorsement che non ti aspetti: "La legge Bossi-Fini non la conosce nessuno: ci sono delle cazzate, ma non è responsabile degli sbarchi o meno. Non c'entra nulla". Nuove polemiche all'orizzonte?


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