spirito critico

PENSATOIO DI IDEE

sabato 28 settembre 2013

BERLUSCONI: "SE MI VOTATE LA SFIDUCIA LA PAGHERETE NELLE URNE"

Il Cav: «Non cedo, è guerra». I figli temono scenari apocalittici







«Voglio un segnale sulla decadenza o non cambio atteggiamento. Se mi vogliono eliminare, sarà linea dura». Alla fine di tre ore di riunione a Palazzo Grazioli, Silvio Berlusconi abbandona Roma per volare ad Arcore. Annullato il vertice notturno previsto dopo il Consiglio dei ministri, si tratta ancora. Sia pure in modo disperato: gli incontri sono andati male, i rapporti tra Alfano e Letta sono sottozero, l'accordo sull'Iva è saltato in extremis. Restano pochi giorni prima del confronto in Parlamento. 

E il Cavaliere attende dal Pd e dal Quirinale risposte - dal rinvio della legge Severino alla Consulta a qualche altra “zeppa” che rallenti l'iter della decadenza - che i suoi interlocutori hanno già chiarito di non poter dare. Per ora, la mediazione di Alfano e i timori per la sorte della galassia Mediaset non hanno sortito risultati. Berlusconi è nel bunker circondato - ostaggio, secondo alcuni - dai falchi. Ma dopo il giorno della faccia feroce, è l'ora dei dubbi. La crisi di governo è un salto nel buio che spaventa tutti. Arrivano gli allarmi della Cei, di Confindustria, dell'Europa, del Fondo Monetario. Letta, dopo aver trovato l'intesa sul mancato rialzo dell'Iva caro al Pdl, lo dice con chiarezza al suo vicepremier: «Se mi votate la sfiducia, la pagherete nelle urne». 

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