La Russia, l’Europa
e il Gruppo di Visegrad
18/09/2013
Il Partenariato Orientale unisce Ucraina, Bielorussia, Moldavia, Georgia, Armenia e Azerbaigian. È un gruppo di lavoro creato nel 2009, per iniziativa della Polonia e della Svezia, per studiare e preparare accordi economici, commerciali e politici che avvicinino i componenti il Partenariato all’Unione Europea. Il gruppo di lavoro dovrebbe presentare a novembre le proposte di accordo definitive, ma le pressioni russe hanno indotto la maggior parte dei paesi della Partnership a rallentare il percorso, opponendo resistenza passiva. Gli accordi con l’Unione Europea sarebbero incompatibili con l’appartenenza all’Unione Doganale con la Russia. Firmarli equivarrebbe a dire di no all’integrazione doganale con la Russia.
Per dare un assaggio delle possibili conseguenze di tale scelta, la Russia ad agosto ha istituito controlli doganali estenuanti al confine con la Moldavia, possibile assaggio di quello che avverrebbe in futuro. Ha anche bloccato le importazioni di vino dalla Moldavia e ha aumentato temporaneamente il prezzo del gas all’Armenia, finché l’Armenia non ha deciso di entrare nell’Unione Doganale Russa, rinunciando all’integrazione in Europa.
I paesi del Partenariato conoscono bene la determinazione russa nello schiacciare gli atteggiamenti indipendenti dei vicini, perciò non osano prendere partito apertamente. Il Partenariato ha perciò sospeso per ora i lavori. Soltanto la chiara determinazione degli USA a rafforzare la NATO in Europa, e a rendere più stringente la collaborazione fra USA ed Europa in campo internazionale, potrebbe indurre i paesi del Partenariato a operare una scelta in favore dell’Unione Europea, e subire le reazioni russe. Ma poiché un simile scenario è poco plausibile, il Partenariato Orientale rimarrà nel limbo delle iniziative incompiute a tempo indefinito.
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