spirito critico

PENSATOIO DI IDEE

martedì 10 settembre 2013

La Costituzione va cambiata? Certamente.

12 OTTOBRE

Cambiare la Costituzione?



di Paolo Flores d’Arcais

La Costituzione va cambiata? Certamente.
Va abrogato l’articolo 7 con tutti i privilegi della Chiesa, che violano la laicità dello Stato (lo sostengo da oltre cinquant’anni). Vanno modificati gli artt. 56 e 57 stabilendo una sola Camera legislativa di cento deputati e un Senato di difensori civici formato dai 50 sindaci delle maggiori città e da altri cinquanta a rotazione ogni anno estratti a sorte tra tutti i restanti comuni superiori ai 15 mila abitanti (lo sostengo da trent’anni). Va abrogato il recente “pareggio di bilancio” che ha “novellato” (così dice la legge costituzionale approvata) gli artt. 81, 97, 117 e 119 (lo sostengo da quando la modifica, che regala la sovranità finanziaria alle “trojke”, è stata proposta).
E certamente anche qualche altro articolo (obblighi stringenti di rispetto della democrazia e di rappresentanze elette democraticamente sui luoghi di lavoro, ad esempio).

Queste modifiche vanno tutte nella direzione di rendere la nostra Costituzione ancora più coerente con i valori di giustizia e libertà che la informano, e che nascono dal suo essere il prodotto storico della Resistenza antifascista. Quello che invece intende realizzare l’attuale connubio Pd-Pdl-Scelta civica, sulla scorta dei primi “esperti” nominati da Napolitano e di quello nominati poi dal governo, è esattamente l’opposto: stravolgere e “rottamare” (come ormai si dice con un termine ben rappresentativo della volgarità cui è arrivata la politica partitocratica) proprio lo spirito di giustizia e libertà che caratterizza la Costituzione repubblicana, proprio l’eredità che ci è stata lasciata dal sangue, dai sacrifici, dalla vittoria della Resistenza antifascista.

E il connubio Pd-Pdl così prepotentemente voluto da Napolitano intende anzi “rottamare” i valori fondanti della Costituzione stravolgendo l’articolo 138, che regola proprio le procedure per modificare la Costituzione.

Questa volontà catafratta di stracciare il patto fondamentale che ci rende tutti con-cittadini crea perciò una situazione manichea: da una parte chi vuole realizzare i valori di giustizia e libertà che informano la nostra Costituzione, dall’altra chi vuole lacerare nei suoi fondamenti il capolavoro giuridico che ci hanno lasciato in eredità i Calamandrei e i Terracini, grazie ai combattenti della Resistenza.

Sono certo che la schiacciante maggioranza del popolo italiano si riconosce nella Costituzione e ne chiede la realizzazione, che l’establishment ha sempre ostacolato e in molti punti decisivi ancora impedito. L’indecente manipolazione mediatica quasi totalitaria con cui si cerca di far passare per “conservatori” i sostenitori dei principi di giustizia e libertà e per “innovatori” gli epigoni, i nipotini e i cascami di un liberismo selvaggio i cui disastri tutto il mondo sta vivendo, non è fin qui riuscita a rovesciare questi sentimenti dell’opinione pubblica. Ma l’offensiva, con tutta la potenza di fuoco della menzogna di regime e col ricatto della paura e l’esorcismo della “stabilità”, continuerà in forme sempre più ossessive, disoneste, manipolatorie. Domenica, mentre era appena iniziata l’assemblea preparatoria con Rodotà e Landini, da Cernobbio ha cominciato proprio Letta nipote, lanciando l’accusa di “conservatorismo”. In un altro clima, detto da lui, risulterebbe uno “strale” di comicità pura.

E invece c’è poco da ridire e molto da lottare, visto che mentre si affrettano i tempi per calpestare la Costituzione una parte notevole dell’establishment cerca di sottrarre Berlusconi all’eguaglianza di fronte alla legge (ogni minuto di ritardo nel dichiarare la sua decadenza da senatore, che secondo la legge Severino è “IMMEDIATA”, è già un minuto di golpe bianco).

Ecco perché la convocazione per il 12 ottobre di una grande manifestazione di massa a Roma vedrà MicroMega impegnata da oggi senza risparmio e con tutte le sue forze. Questo sito cercherà di essere un quotidiano, e anzi più di un quotidiano, per dare voce e impulso alla mobilitazione, alla vostra auto-organizzazione, alla vostra passione civile.

(9 settembre 2013)

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