spirito critico

PENSATOIO DI IDEE

martedì 25 giugno 2013

M5S DESTINANO I SOLDI RISPARMIATI CON I TAGLI PARLAMENTARI IN FAVORE DELLE PICCOLE E MEDIE INDUSTRIE.

I grillini regionali donano metà paga alle imprese
Il gruppo del M5S si accorda con la Regione: denaro nel fondo per il credito. «Ora lo facciano gli altri». Forse è più opportuno portare avanti queste operazioni in favore dei cittadini che altre che riguardano la politica dei palazzi, come quella di possibili accordi con Marino nella giunta di Roma, che potrebbe non essere importante e di pochissima visibilità e coinvolgere anche negativamente il Movimento 5 Stelle in caso di insuccesso amministrativo.













TRIESTE. Detto fatto. I grillini, come più volte annunciato in campagna elettorale, si tagliano gli stipendi, i rimborsi, i vitalizi e ogni sorta di benefit. E tenteranno pure di rendere il Palazzo della Regione un po’ più “francescano”, se possibile. I soldi risparmiati, hanno dichiarato ieri in una conferenza stampa, saranno destinati al microcredito per le piccole e medie imprese.
L’operazione è già stata avviata, con un accordo preso con l’assessore alle Finanze Francesco Peroni e l’assessore alle Attività produttive Sergio Bolzonello, vice-presidente della Regione. M5S farà confluire le “eccedenze” in uno dei fondi di rotazione già attivati dall’amministrazione. La squadra penta stellata, rappresentata in Consiglio dalla capogruppo Elena Bianchi, dal vice Andrea Ussai e da Ilaria Dal Zovo, Eleonora Frattolin e Cristian Sergo, ha già cominciato la sua azione anti-Casta. Innanzitutto sulle indennità che, come ha rivelato Il Piccolo in questi giorni, a maggio hanno superato gli 8 mila euro (è il caso degli ex consiglieri rieletti) nonostante appena 3 giornate di attività consiliare. M5S invece si tratterrà soltanto 2.500 euro netti di stipendio mensile (sugli oltre 10 mila euro lordi previsti) oltre ai rimborsi auto e telefonici “puntualmente rendicontati” – come ha voluto evidenziare Bianchi – che comunque non potranno andare oltre i mille euro al mese.
Niente soldi aggiuntivi per il vitto, che ora si aggirano attorno ai 700 euro (35 al giorno). Nei primi due mesi di lavoro (aprile e maggio 2013) la mossa ha prodotto un risparmio di 49.030,64 euro, garantisce il movimento. In particolare i consiglieri M5S hanno rinunciato ad aprile a 18.687,78 euro e a maggio a 30.342,86 euro. Nell’arco di un anno si prevede un risparmio di oltre 360 mila euro, destinato ad arrivare nel corso della legislatura a oltre 1 milione e 800 mila euro. Nel pacchetto di misure anche la restituzione del telepass autostradale, e la rinuncia definitiva al vitalizio. Tutte iniziative che il gruppo vorrebbe allargare ai colleghi dell’aula. La proposta di legge, più soft rispetto ai provvedimenti “francescani” che i grillini si sono imposti, va in questa direzione.
Nel testo preparato, che sarà portato al tavolo consiliare sui costi della politica, si propongono 5 mila euro lordi mensili al posto degli attuali 10.291,93 euro e un rimborso spese “effettivamente sostenute e documentate” per l’esercizio del mandato entro un massimo di 2.000 euro mensili a eletto. Nel testo pure la trasformazione dell’attuale indennità di fine mandato in un trattamento di fine rapporto comune ai “normali” dipendenti. I cinque Stelle dicono no, infine, anche ai rimborsi elettorali. In tutto si tratta di quasi 378 mila euro. (g.s.)

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