spirito critico

PENSATOIO DI IDEE

domenica 8 settembre 2013

IL MONDO ARABO E L'OCCIDENTE

Adonis: caro Obama, perché ti sei alleato col demonio?


Scritto il 07/9/13


E’ comprensibile che, per il petrolio, gli Usa difendano alcuni sgradevoli regimi arabi. Ma come possono accettare di scendere in guerra al fianco di dittature brutali e spietate, proprio mentre dichiarano di voler portare pace e democrazia in Siria? «Così facendo – afferma il grande poeta siriano Adonis – l’America apparirà parte del gioco politico, tribale e confessionale in Medio Oriente: complice fondamentale nell’ostacolarne la liberazione, nell’impedire la costruzione di una società moderna, di un uomo moderno, di una cultura moderna». In altre parole, «la più importante forza mondiale verrà considerata come il paese che fonda e difende tirannia e schiavitù, intento a proteggere i regimi che su tirannia e schiavitù si reggono, a cominciare dai regimi arabi islamici: se non ne prendono coscienza, gli Stati Uniti diventeranno uno strumento al servizio dei tiranni in Medio Oriente», dopo che nel 2003 – con la guerra in Iraq contro Saddam – hanno terremotato anche i pochi equilibri che ancora tenevano a bada il fanatismo religioso.
Durissima, su “Repubblica”, la presa di posizione di Adonis, considerato il massimo poeta arabo contemporaneo, candidato al Nobel e riparato in esilio Adonisa Parigi dagli anni ’50. Pur ostile al regime di Damasco, Adonis accusa Obama in modo diretto: il presidente americano ignora l’opposizione democratica siriana e preferisce alimentare la spietata guerriglia che ha trascinato il paese nella catastrofe, con milioni di profughi, fino alla strage con le armi chimiche. E’ quella che Adonis definisce «l’infernale illusione delle armi». Illusione, perché – nonostante l’intenzione di limitarsi a una guerra-lampo su obiettivi chirurgici e mirati – la scelta bellica «rischia di sfuggire di mano, di aizzare il conflitto e di ripetere il peccato mortale in cui sono scivolati sia l’opposizione armata sia il regime siriano». Dietro l’angolo, c’è l’incubo di un vero e proprio sterminio, di combattenti e civili, perché l’operazione militare «avviene in un contesto complesso, confuso, anzi cieco».
E non si parli, a vanvera, di diritti umani: nel caso, «l’America dovrebbe fare i conti con la violazione di quei diritti sia da parte degli Stati arabi alleati, sia da parte del suo principale alleato: Israele». In realtà, con questo intervento, l’America «viola i diritti umani in nome della loro difesa». Non si tratta di difendere il regime di Assad, «che deve cambiare», ma di proteggere davvero il popolo siriano. Parla da solo l’esempio dell’Iraq, tuttora devastato, dove persino molti degli iracheni perseguitati da Saddam Hussein ora rimpiangono il dittatore: «Naturalmente quel regime doveva finire, ma con altri mezzi». Attenzione: gli Usa non possono non sapere che «la storia arabo-islamica è intrisa di sangue», fatta di «conflitti confessionali mescolati alla lotta per il potere: alimentare questo conflitto e entrare a farne parte serve forse alla pace, alla giustizia, alla libertà e ai diritti umani?». Prudenza, dunque: parlare di guerra-lampo è un’illusione, specie in Medio Oriente. «Quando comincia una guerra, il campo, le sue trasformazioni, le sue sorprese ne decidono le sorti». Mille volte meglio la Siria, miliziani jihadistidiplomazia: «Chi conosce la storia sa che le più lunghe mediazioni sono più corte di qualsiasi guerra».
Domanda: perché Obama si ostina a ignorare gli oppositori democratici pacifici siriani, numerosi sia in Siria che all’estero? «L’America – accusa Adonis – ascolta i gruppi che parlano di violenza e non ascolta gli esponenti dell’opposizione pacifica, neppure per scoprire quel che hanno da dire». Chissà, «potrebbero avere soluzioni più umane», che evitino «vittime e distruzioni». Il rifiuto di trattare con l’opposizione pacifica è sorprendente, insiste Adonis: «E io chiedo al presidente Obama, non come presidente ma come uomo di pensiero, se egli rispetta davvero una rivoluzione nazionale i cui leader  – come nel caso dell’opposizione all’estero sostenuta dall’America – chiedono un intervento militare di forze straniere per colpire il proprio paese e consegnarlo loro». Dove sono i valori dell’umanesimo occidentale? Possibile che la forma più antica di barbarie, la guerra, sia ancora considerata «una pozione magica per risolvere i problemi»? Così, si combatte – e si uccide – in nome della pace. «Uccidere! Questa è la cura magica per tutti. Come è assetata di sangue la pace!». E’ una vera «attrazione demoniaca», prodotta da una strana giustizia, «assetata di sangue». Di fronte alla guerra, pare che il pensiero umano non si sia mai evoluto, sostituito dalla sola evoluzione delle armi: «Annientare le parti in lotta è ancora la via concretamente seguita per spianare i contrasti».
«L’America ricordi, e lo ricordino i suoi alleati, che ha dichiarato guerra all’Iraq per eliminare il presidente baathista e la sua squadra al governo: ma, così facendo, ha fomentato il conflitto confessionale (che ancora provoca morti quotidianamente), conflitto che ha sconvolto gli equilibri e le intese religiose in una direzione che fa comodo al suo nuovo antagonista (l’Iran) e che contraddice gli interessi degli alleati. I calcoli della guerra spesso non producono i risultati voluti da chi la dichiara», continua Adonis. «Ricordi l’America, e lo ricordi il presidente venuto in nome della pace e della concordia, che la guerra che non uccide innocenti non esiste nella storia: quanti innocenti hanno ucciso quei colpi limitati, programmati, chirurgici Il terrore negli occhi un bimbo palestineseinferti in Iraq o contro al-Qaeda in Afghanistan? Il discorso utopistico non cambia la realtà infernale».
Ancora più assurdo, aggiunge il poeta siriano, è veder interpretare questo ruolo bellicoso un politico come Obama, «“ambasciatore” di esperienze storiche amare, non soltanto vittoriose», nonché «portatore di promesse a favore dei diseredati». Domanda: «Come farà a combattere in nome dellagiustizia e della pace in Siria senza vedere, allo stesso tempo, l’aggressione storica quotidiana contro i palestinesi, la terra palestinese e contro le leggi e il diritto internazionale? Non vede, Obama, la violazione dei diritti umani nei paesi suoi alleati?». Preferire un’azione militare contro la Siria anziché un negoziato politico a Ginevra «favorisce una soluzione di forza e fa cadere il principio che dovrebbe essere adottato, in base alle regole delle Nazioni Unite». La verità è che gli Usa rischiano di abbassarsi allo stesso livello di Assad e dei sanguinari miliziani jihadisti, fingendo di ignorare l’esistenza della concreta alternativa, pacifica, rappresentata dall’opposizione democratica. Se Obama si lascia davvero impantanare nella guerra dai suoi alleati estremisti, tradisce l’America e la indebolisce gravemente di fronte al mondo intero.

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