Siamo spettatori universali: il dissolvimento delle democrazie in oligarchie mediatiche è all'opera non solo in Italia ma in tutto il mondo. H.G. Gadamer
spirito critico
PENSATOIO DI IDEE
giovedì 5 settembre 2013
RIFLESSIONI di Paolo Becchi
RIFLESSIONI
di Paolo Becchi
Come ha scritto efficacemente su questo blog Serenella Fucksia, portavoce pentastellata al Senato, il Movimento è un vulcano in eruzione che ha fatto tremare il Parlamento. Il lavoro dell’opposizione non è facile, soprattutto per molti giovani alle prime armi, ma i nostri portavoce hanno imparato bene e in fretta dimostrando quelle competenze che all’inizio nessuno voleva loro riconoscere.
Che si discuta, anche animatamente, all’interno del Movimento 5 Stelle è un ottimo segno di democrazia e se i media tradizionali non perdono occasione per evidenziare lacerazioni e lotte intestine, possiamo pure non curarci di loro. Sono pagati per farlo. Vanno però, credo, richiamati almeno tre punti.
Per esperienza, ahimè, so bene cosa significhi rilasciare dichiarazioni ai media e come esse possano essere facilmente travisate. Molto spesso il giornalista ti mette in bocca cose non dette o dette diversamente. In un momento delicato come questo mi permetto di consigliare ai nostri portavoce estrema prudenza, evitando dichiarazioni che possano ritorcersi contro il Movimento.
In secondo luogo, anche se può sembrare superfluo, vorrei ricordare che la regola che il Movimento si è dato per prendere decisioni nei gruppi parlamentari è la seguente: si discute, ci si scanna anche, si vota e alla fine tutti devono sentirsi vincolati alla decisione della maggioranza.
In terzo luogo, ma ritengo sia il punto più importante, non bisogna lasciarsi attirare dalle sirene che incantano con la prospettiva di un governo PD. Il programma politico che i nostri portavoce hanno sottoscritto è al riguardo chiaro: nessun voto di fiducia a un governo di questi partiti, perché questo tradisce l’ispirazione originaria del Movimento, vale a dire ribaltare il sistema partitocratico e mandarli tutti a casa.
Su tutto si può discutere, ma su questo no, a meno che non si voglia la fine di un Movimento che rappresenta per l’Italia l’unica possibilità di un’autentica svolta.
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